l'intervista
Il Misto dà il benvenuto a Calenda: "Dovremo collaborare, parlarci. Senza avanzare pretese"
Parla Giuseppe De Cristofaro, capogruppo al Senato: "Lasciare la presidenza ad Azione? Ma noi di Alleanza Verdi e Sinistra abbiamo lo stesso peso. Cerchiamo di andare d'accordo e di fare le cose assieme"
“Calenda e i suoi nel Gruppo misto sono i benvenuti. Però, ecco, dovremo cercare di convivere. Trovare un modo per parlarci, fare assemblee. Di certo non condividiamo un percorso politico, ma alcune cose le dovremo pur sempre fare assieme”. Il capogruppo del Misto, il senatore Giuseppe De Cristofaro, l’ingresso dei calendiani dopo la rottura del Terzo polo sembra darlo quasi per scontato. “Mi sembra lo scenario più probabile, a meno di sorprese dell’ultima ora”, racconta al Foglio. E’ per questo che non lo si coglie impreparato quando lo si porta a ragionare su questa prossima coabitazione. Lui che con altri tre senatori del gruppo Alleanza Verdi-Sinistra (Avs) ha posizioni così distanti, su quasi tutto lo scibile umano. Il leader di Azione l’ha già chiamata? “No”, dice De Cristofaro. “Ma al Senato ci conosciamo tutti. E poi con Calenda condividiamo il vizio del fumo. Spesso ci incontriamo nell’ala fumatori di Palazzo Madama”. Se le chiedesse di diventare capogruppo del Misto? “Ma loro di Azione sono quattro, come noi. Non possono accampare pretese. Abbiamo lo stesso peso”. E se però facessero pesare di dover sempre intervenire in dissenso dal gruppo, su ogni singola votazione? “Un modo lo troveremo. Magari noi parliamo in discussione generale, loro in dichiarazione di voto. O viceversa. In Conferenza dei capigruppo capiremo se ci sono delle deroghe”.
E quindi Calenda, da sempre poco incline al compromesso al ribasso, sta per finire in un gruppo che nella scorsa legislatura ha raccolto dagli ex grillini ai responsabili per Conte ai centristi per Draghi, arrivando fino alla cifra monstre di oltre 50 componenti. “Per questo la convivenza con Azione è meno improbabile di quanto si pensi. Almeno, formalmente, stiamo entrambi all’opposizione”, dice De Cristofaro. Solo che poi andrà trovata tutta una quadra sugli interventi in Aula. “I tempi, con quattro senatori in più, aumenteranno. Ma le ripeto: basterà mettersi d’accordo”. Non la preoccupa il carattere fumantino dell’ex ministro? “Mi preoccuperebbe se dovessimo costruire un partito, una coalizione. Semplicemente, dovremo fare delle assemblee per capire che struttura dare alle componenti, perché portando in dote quattro senatori avranno diritto a un loro ufficio legislativo, un loro ufficio stampa. Ma sono regole che prescindono da noi. Dovremo solo essere in grado di rispettarle”.
Ma certo farà uno strano effetto vedervi divisi sul 99 per cento dei dossier. Mettiamo il caso dei termovalorizzatori. Avs è storicamente contraria. Azione, nell’arco parlamentare, è il partito più sviluppista che c’è. Non farà un effetto straniante vedervi appartenere, da due posizioni opposte, allo stesso gruppo? “Eppure questo è il senso stesso del Misto. Mica posso obbligare Calenda a votare come dico io. Lo stesso vale per lui e per i suoi senatori”. Che alla fine dovrebbero rimanere il blocco originario: oltre al leader usciranno dal Terzo polo anche Mariastella Gelmini, Giusy Versace e Marco Lombardo. Senatore De Cristofaro, è così sicuro che Calenda non pretenderà il ruolo di capogruppo? “A parte che se lo volesse forse me lo avrebbe già chiesto. Credo che sappia come funziona il Gruppo misto. Siamo la componente maggioritaria, oltre ai senatori a vita, i quali si vedono poco. Se poi vengono da noi, bene, saremo alla pari. Ma non c’è alcun bisogno di fare polemiche o, lo ripeto, accampare pretese che non si possono avere”. Insomma benvenuti, ma senza fare troppo casino? “Il rischio non lo vedo. In passato s’è visto molto di peggio”.