L'intervista
"Mambro e Fioravanti sono estranei alla strage di Bologna". Parla Furio Colombo
"I responsabili sono altri. Sono certo della loro innocenza. A sinistra ho pagato per questa mia posizione. De Angelis è irreale che si dimetta. Meloni è priva di bontà e umanità". Intervista all'ex direttore dell'Unità
Roma. Ha 92 anni, ha diretto l’Unità, cofondato il Fatto quotidiano, scritto su Repubblica, Stampa, ex parlamentare di sinistra: anche per Furio Colombo, come per Marcello De Angelis, i terroristi Francesca Mambro e Valerio Fioravanti non sono i responsabili della strage di Bologna. Colombo, da quanto tempo ritiene Mambro e Fioravanti estranei al massacro? “Da quando li ho incontrati in carcere. Ho riflettuto a lungo sul loro caso. Sono convinto della loro estraneità e l’ho motivata in più articoli. Il primo su Panorama. Ho pagato per questa mia opinione, ma ero persuaso della loro innocenza”. Lo è ancora? “Lo sono ancora”. Si possono avere dubbi sulla loro colpevolezza? “Si possono avere seri dubbi sulla loro colpevolezza. La strage è di matrice fascista, ma Mambro e Fioravanti, che hanno commesso, e ammesso, altri crimini efferati, non sono i responsabili dell’eccidio di Bologna. Ne sono certo”. Come fa a esserne così certo? “Non impugno la validità delle sentenze e non metto in discussione la buona fede dei magistrati. Dico solo che intorno a quel processo c’è ben altro”. Perché decise allora di occuparsene? “Furono Mambro e Fioravanti a cercarmi. Lavoravo a New York quando ricevetti una loro lettera. Mi invitarono a Rebibbia. Ottenni un permesso speciale per incontrarli fuori dalla cella. Gli incontri, due al mese, avvenivano in un prato”. Chi sono gli esecutori, i mandanti della strage di Bologna? “Altri fascisti di sicura appartenenza e di sicura militanza. Mambro e Fioravanti servivano a coprire altre figure”. Ci sono oggi condanne definitive e sono passati quarant’anni dalla strage. Ieri, De Angelis, ex senatore del Pdl, militante di Terza posizione, capo delle relazioni istituzionali della Regione Lazio, a guida FdI, ha chiesto “scusa” per aver dichiarato che “Mambro e Fioravanti non c’entrano nulla con la strage di Bologna”. Ha dunque ragione De Angelis? “De Angelis si serve di Mambro e Fioravanti. Non va al punto. Nega che la strage sia fascista”. Perché De Angelis ha deciso di intervenire? “Ho l’impressione che De Angelis voglia coprire qualcosa e obbedire a qualcuno. E’ come se gli avessero commissionato di farlo. Non c’era ragione per gettarsi in quella pozzanghera dopo così tanti anni. Nessuno si mette in discussione così malamente come ha fatto lui”. Si deve dimettere? “E’ irreale che si dimetta in un paese dove non si dimette neppure la ministra Santanchè”. A sinistra, negli anni ‘90, un gruppo di scrittori e intellettuali, tra cui Luigi Manconi, Marco Boato, Miriam Mafai, Oreste del Buono, diede vita a un comitato in difesa di Mambro e Fioravanti dal nome “E se fossero innocenti?”. Lei ne prese parte? “No, ma quei nomi sono la prova che ero in buona compagnia. Alla Camera e al Senato, per anni, sono stato guardato malamente. Non ho mai risposto alle polemiche”. Quando guarda Giorgia Meloni vede la leader del prossimo partito conservatore o la leader di un partito di destra che resterà di destra? “Vedo una leader che non riesce a liberarsi del passato. E’ in perenne campagna elettorale. Ha il 30 per cento del consenso, ma è un trenta per cento di adesioni. I militanti sono altri. L’organizzazione vera di FdI resta composta dalla vecchia struttura di Msi e An che non accetterebbe mai la rimozione della Fiamma”. Meloni, per Colombo, chi è? “Una leader con un fondo di sincera crudeltà. Bontà e umanità non le appartengono”. Resterà al governo a lungo? “Da osservatore di professione dico che resterà, ma c’è sempre l’inatteso”. Preferisce Salvini a Meloni? “Sono uguali. Nel linguaggio delle fiabe si definirebbero solo in un modo”. Come? “Cattivi”.