Salvini si schiera con il generale Vannacci (e contro Crosetto)
Dopo Donzelli e Sgarbi, anche il vicepremier leghista isola il ministro della Difesa sulle "farneticazioni" del parà. "Mi comprerò il libro perché prima di giudicare voglio leggere. La condanna al rogo non è ragionevole"
Dopo il fedelissimo di Meloni, Giovanni Donzelli, anche Matteo Salvini si schiera con il generale Roberto Vannacci. E dunque contro il ministro Guido Crosetto, che aveva definito gli scritti del generale - autore di Il mondo al contrario, un libro autopubblicato zeppo di insulti razzisti e sessisti - delle “farneticazioni". E oggi c'è stata anche una telefonata, "molto cordiale", tra il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e Vannacci.
Il generale, già a capo della Folgore, ora a capo dell'Istituto Geografico Militare ("Io sono stato avvicendato, dalla mezzanotte di oggi, non sono stato rimosso dal mio incarico", ha detto il militare a Morning News su Canale 5), secondo il vicepremier leghista "viene additato come un pericolo, mi comprerò il libro perché prima di giudicare voglio leggere, sono curioso”, dice Salvini in una diretta Facebook dal ministero delle Infrastrutture. “Questo generale ha fatto missioni in Somalia, in Iraq, in Afghanistan, ha salvato vite e difeso la patria, fece delle denunce sull'uranio impoverito. Mi rifiuto di pensare che in Italia che ci sia un Grande Fratello che dice cosa devi pensare. Il generale va giudicato per quello che fa in servizio, poi se scrive qualcosa che non ha niente a che fare con i segreti di stato o il suo lavoro, ma esprime i suoi pensieri poi penso che abbia tutto il dovere e il diritto di farlo. Mi cercherò qualche ora per leggere quello che molti, a cominciare da alcuni giornalisti di sinistra, hanno commentato e condannato senza averlo letto tutto. Facile estrapolare alcune frasi. Si legge, poi potrò essere d'accordo, in disaccordo, parzialmente d'accordo però la condanna al rogo a mo' di Giordano Bruno nell'Italia moderna e solidale del 2023 non mi sembra assolutamente ragionevole", prosegue Salvini. Che va, insomma, contro al collega ministro della Difesa, "reo" di aver sollecitato un’indagine disciplinare nei confronti del parà.
Una decisione che ha scatenato il "fuoco amico" dei colonnelli di FdI. Il coordinatore di FdI Donzelli ha detto al Corriere riferendosi a Crosetto che “Non è compito della politica vagliare la correttezza morale dei contenuti degli scritti. Né del governo, né di un partito di minoranza”. Donzelli ha poi moderato i toni, e sostenuto che il ministro della Difesa “ha fatto benissimo" ad avviare l'azione disciplinare contro il parà. "Rappresentando un ministero delicato – osserva Donzelli – ha attivato un meccanismo previsto dalle procedure dell'esercito. In modo che si potesse verificare se ciò che ha fatto corrisponde alle regole militari oppure no". Pure il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, ha bacchettato Crosetto, sostenendoo "che quelle misure non possono venire da un ministro ma da una gerarchia militare cui il generale risponde". E sostenendo che "il libro rispecchia le posizioni di molti elettori del centrodestra e, soprattutto, cosa che si è sottovalutata, quella della Chiesa".