accoglienza in tilt
La sindaca di Brescia spiega perché sui migranti si rischia il caos
Laura Castelletti, eletta con il centrosinistra, denuncia i problemi legati all'immigrazione nella sua città. "I numeri cominciano ad essere molto alti, alcuni sistemi d'accoglienza non riescono a reggere". E esprime un giudizio severo sul governo
“Sull’accoglienza noi stiamo facendo la nostra parte, ma con questi numeri il sistema rischia di non reggere”. Laura Castelletti è la sindaca di centrosinistra di Brescia, candidata con una lista civica ed eletta anche grazie all’appoggio del Pd. “Siamo una città multietnica, un quarto degli abitanti è di origine straniera. Abbiamo sempre accolto e integrato chi arrivava nella città, ma l’inclusione non è improvvisazione. Sono appena arrivate due nuove famiglie, e ce ne siamo ovviamente occupati. Ma i numeri stanno diventando grandi e superano le nostre capacità”. Castelletti si è fatta eleggere a maggio sconfiggendo il candidato di centrodestra, che aveva chiuso la campagna elettorale con Tajani, Salvini e Meloni sul palco. Fa parte anche lei della schiera di sindaci e amministratori, sia di centrosinistra sia di centrodestra, che stanno facendo presente al governo che il sistema dell’accoglienza rischia di raggiungere il suo limite di capacità. “Polemiche surreali”, secondo fonti del ministero dell’Interno. Non è della stessa idea Castelletti. “Il ministro Piantedosi venga a parlare con i comuni che stanno subendo le conseguenze di questa malagestione”, risponde.
E il Pd? Schlein da oltre un mese non sembra voler insistere sull’argomento. L’unica critica della segretaria al governo riguarda l’accordo con la Tunisia, voluto da Meloni per fermare gli sbarchi e che ricorda però molto quello stretto da Gentiloni e Minniti con la Libia. “Con il Pd di Brescia negli anni eravamo riusciti a impostare un modello di integrazione che funzionava. Mi piacerebbe che ci fosse da parte del Pd nazionale uno sguardo attento ora su quel tipo di accoglienza”. E mentre l’opposizione deve decidere che linea tenere sull’immigrazione, il governo vede i frutti dei decreti Cutro e Flussi che questo fenomeno hanno cercato di governarlo. Per la sindaca Castelletti, la prova di Meloni è però del tutto insufficiente: “Sono proprio quei decreti che ci stanno mettendo in grande difficoltà: gli hub di transito previsti dal governo non sono altro che ‘parcheggi di migranti’ che sono già saturi. (Luna segue a pagina quattro)
“Chi vi viene collocato non ha orari ed esce ed entra quando vuole, rischiando di finire nelle mani della criminalità. C’è poi il problema dei minori non accompagnati, che da noi sono 220. A Brescia volevano fare un hub in pieno centro storico, ma ci siamo opposti facendo presente che avrebbe creato solo problemi. Per cui ne hanno aperto uno in un comune, Flero, che confina con la città. Ma anche lì l’amministrazione si trova in difficoltà: avevano detto che ne sarebbero arrivati una ventina, invece sono trenta. Il sistema non è più capace di reggere”
Secondo Castelletti, “il governo forse si aspettava che i comuni di centrosinistra si sarebbero fatti carico dei migranti”. Ma la situazione ha portato anche gli amministratori di centrodestra a lamentarsi. E tutto questo appare sempre più paradossale quando si pensa che il partito di Meloni era quello che proponeva il blocco navale per fermare gli sbarchi. “Promettevano uno stop totale, e invece gli arrivi sono triplicati. I numeri dei rimpatri sono pochissimi rispetto alle persone che accogliamo. E i comuni con questi numeri rischiano di non farcela. Il governo non ascolta i territori, non c’è una strategia e i flussi non vengono gestiti. Meloni forse dovrebbe impegnarsi di più in Europa, visto che le politiche messe in campo finora dal suo governo sono pesantemente inefficaci. Tra l’altro, abbiamo in alcuni settori, come quello agricolo, una mancanza di lavoratori che una sana redistribuzione e collocazione aiuterebbe a sanare. Ce lo stanno dicendo gli operatori stessi di quelle filiere”.
E invece? “Invece scaricano sui comuni il peso di questi arrivi. A Brescia siamo riusciti negli anni a impostare un percorso condiviso di integrazione, al punto che la città è oggi un modello interculturale che non ha prodotto sentimenti razzisti e reazioni dure contro i richiedenti asilo ospitati. Ma adesso le stesse prefetture si trovano in difficoltà perché non sanno come redistribuire i migranti”.