Il piano
I primi 876 milioni per la ricostruzione dopo l'alluvione in Emilia-Romagna sono pronti, assicura Figliuolo
Il generale e commissario straordinario spiega i motivi dei ritardi nell'inizio della redificazione delle aree colpite dall'alluvione. E per il futuro servirà muoversi "su due direttici": ricostruzione privata e pubblica. "Inizieremo la stesura di 5 piani speciali per la ricostruzione
Il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per la ricostruzione dell'Emilia-Romagna, intervistato dal Corriere della sera, chiarisce molti punti sullo stato dei lavori dopo l'alluvione che ha colpito la regione a maggio. Il generale assicura che "sarà una ripartenza veloce, ma sempre nel rispetto dei principi della buona amministrazione. Le risorse che il governo ha stanziato sono importanti, 4,5 miliardi di euro, di cui circa 2,8 al momento a disposizione della struttura commissariale". Per ora sono arrivati i primi 876 milioni di euro destinati alla messa in sicurezza del territorio: "Con queste risorse si darà luogo al pagamento immediato dei lavori già effettuati e in corso", aggiunge. A breve "seguiranno gli interventi di ricostruzione, di ripristino e di riparazione per le più urgenti necessità e finalizzati alla messa in sicurezza del territorio, per la tutela della pubblica e privata incolumità. Parliamo di circa 448 milioni di euro per il 2023".
Secondo Figliuolo non ci sono state difficoltà a iniziare il processo di ricostruzione: una "squadra pronta e con grande esperienza" ha permesso l'inizio dei lavori il prima possibile già in giugno. "All’inizio abbiamo dovuto recepire le esigenze degli amministratori locali e della popolazione, per fare una stima dei danni e dare un ordine di priorità agli interventi da eseguire prima di poter procedere con i ristori. È un lavoro complesso, che deve seguire passaggi logici".
Sulla distribuzione dei fondi volti alla messa in sicurezza del territorio spiega: "Per gli interventi di somma urgenza — spese che i Comuni e altri enti attuatori hanno già sostenuto o stanno sostenendo per mettere in sicurezza il territorio — la richiesta complessiva per il 2023 è di 289 milioni di euro, che la struttura rimborserà già a partire dai prossimi giorni. Ulteriori 123 milioni sono per i lavori che termineranno nel 2024 e dei quali il commissario dispone già dei fondi. Per gli interventi di ricostruzione urgenti parliamo invece di finanziamenti per circa 1 miliardo e 133 milioni euro, di cui 448 milioni da impegnare nel 2023 e 684 milioni nel 2024. Queste risorse sono destinate agli interventi da realizzare in Emilia-Romagna, per un importo di poco più di 1 miliardo e nelle regioni Toscana e Marche per, rispettivamente, 56 e 55 milioni".
Per il generale Figliuolo ora è necessario quindi muoversi "su due direttici" dice il commissario, ricostruzione privata e pubblica sono le due aree di interesse: "Sulla prima voglio ricordare quanto già ribadito dal presidente del Consiglio: la prospettiva del governo è il totale risarcimento dei danni subiti. Per procedere in questa direzione abbiamo necessità di acquisire stime precise e dettagliate che consentano una corretta quantificazione dei danni e, quindi, dell’adeguato fabbisogno finanziario che il commissario deve richiedere al governo e che quest’ultimo deve stanziare". Mentre sulla ricostruzione pubblica specifica: "Inizieremo la stesura di 5 piani speciali per la ricostruzione (opere pubbliche, beni culturali, interventi sui dissesti idrogeologici, infrastrutture ambientali e stradali). Lavoreremo in sinergia con il territorio, ma anche con le Università e con l’Autorità di bacino distrettuale del Po e altri enti istituzionali, sulla base di accordi di collaborazione già siglati in luglio e agosto".
Il generale quindi ha stilato un elenco di priorità, il primo è: "Pagare i lavori già svolti in somma urgenza, questo perché tra i soggetti attuatori vi sono Comuni, specie i piccoli, che più di altri hanno bisogno di essere ristorati per le spese sostenute". E a proposito dei risarcimenti spiega: "Sono in via di finalizzazione le ordinanze per le perizie asseverate con le quali forniremo a famiglie e imprese semplici indicazioni e tutti gli strumenti utili, come perizie e schede tecniche, per quantificare danni e chiedere ristori". E aggiunge: "Ci focalizzeremo per avere prima possibile tutti i dati e gli elementi utili al fine di procedere al rimborso dei danni per famiglie e imprese. Intanto tutti i cantieri aperti per i lavori in somma urgenza vanno portati a termine. A seguire, dedicarsi ai lavori urgenti e poi pensare alle progettualità di lungo periodo, i cosiddetti piani speciali".
"La vastità dei fenomeni estremi senza precedenti e totalmente fuori scala. Ho visto il ponte della Motta, sul fiume Idice, spazzato via dalla furia dell’acqua, così come alcuni territori devastati da movimenti franosi strutturali che hanno fatto letteralmente 'colare' a valle intere porzioni di versanti montani o collinari, anche in luoghi ricoperti da alberi e vegetazione". Il danno provocato da questi eventi catastrofici e i tempi di ricostruzione dipendono anche dall'entità di ciò che è avvenuto: "Non è quindi un problema di risorse o di volontà. In certi territori ci vorrà più tempo".
Di fronte all'accusa di essere sparito nel periodo estivo e sulla mancata convocazione della cabina di regia, il generale Figliuolo risponde: "Già prima della mia nomina a commissario sono stato diverse volte in Emilia-Romagna e ho fatto riunioni nelle Marche e in Toscana. Dal 10 luglio, giorno della mia nomina formale, personalmente e a livello tecnico, sono state svolte molte attività, incontri e riunioni: 6 con i sub-commissari, gli enti attuatori, gli amministratori locali e le parti sociali; 3 riunioni con la Protezione civile; 5 convenzioni con Università e autorità distrettuale bacino del Po; 5 ordinanze, apertura contabilità speciale e richiesta trasferimento fondi solo per citare le più importanti". Aggiunge: "Convocherò formalmente la cabina di coordinamento all’atto della presentazione dei cinque piani speciali. Peraltro la norma prevede che si riunisca a cadenza almeno semestrale. È anche vero che mi confronto e sento continuamente tutti i suoi componenti, dal capo dipartimento di Casa Italia della presidenza del Consiglio, al capo dipartimento della Protezione civile, ai presidenti delle Regioni e delle Province, ai sindaci metropolitani e ai rappresentanti Anci e Upi"
Il generale Figliuolo si dice inoltre molto soddisfatto della collaborazione che si è andata a delineare con i presidenti di regione Stefano Bonaccini, Eugenio Giani e Francesco Acquaroli, con i quali aveva già collaborato durante l'emergenza Covid e che permettono un quotidiano confronto costruttivo.