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Immigrazione

Meloni ammette che sui migranti il governo non è coordinato, e cerca soluzioni bizzarre

Valerio Valentini

In Cdm la premier commenta l'aumento degli sbarchi e avverte: "E' essenziale che ciascun ministro sia al corrente reale sul lavoro del proprio collega per evitare dispersione di risorse"

Se non altro il problema non lo si nega più, né se ne ricerca la causa in astruse teorie del complotto. “I dati dicono che c’è un forte aumento rispetto all’anno precedente”, ha ammesso Giorgia Meloni durante il Cdm di ieri. Semmai si resta perplessi sulle soluzioni proposte. “Già alla fine di questo Cdm, è convocata una riunione del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (Cisr), che ben si presta a essere la sede di questo raccordo. E da oggi è convocato permanentemente, composto da tutti i ministri competenti”, ha annunciato la premier.

E bisogna capire se è più una scelta operativa o mediatica: in entrambi i casi, i dubbi sulla bontà della decisione sono parecchi. Se la mossa serve a mostrare ai cittadini e ai sindaci esasperati dalle promesse tradite (“Blocco navale!”, “Stop all’invasione!”) che il governo “fa qualcosa”, viene da chiedersi se l’uomo della strada sappia anche vagamente cosa sia, il Cisr. Che, peraltro, è un organismo delicato, di cui fa parte mezzo governo (i titolari dei dicasteri più importanti) coi  vertici dei servizi segreti. Se davvero lo si utilizzasse, anche solo in parte, a fini di propaganda, sarebbe inquietante.

Ma anche se la scelta è dettata da esigenze operative, c’è da riflettere sull’efficacia dello zelo sovranista in tema di contrasto all’immigrazione. Deve averci riflettuto la stessa Meloni, che nello spiegare la scelta, ieri, in Cdm, ha detto: “Nell’insieme facciamo tanto, ma è essenziale che ciascun ministro che ha competenza in materia sia al corrente reale sul lavoro che svolge il suo collega per evitare duplicazioni, dispersione di risorse, ma anche che il nostro interlocutore di turno si rivolga a più d’uno di noi, sollecitando i medesimi interventi, senza poi dare conto dell’utilizzo degli aiuti che riceve”. Insomma, c’è la constatazione di una preoccupante mancanza di coordinazione.

E allora, oltre alla mossa mediatica, pare esserci una mossa politica: un qualcosa di simile a un commissariamento dei ministeri direttamente coinvolti nel dossier, a partire dal Viminale, e l’ansia di fermare l’iperattivismo di altri (vedi alla voce: Salvini). Ma in ogni caso, che per questi fini si usi un organismo come il Cisr – convocato permanentemente, poi: e che vuol dire? – non sembra rassicurante.

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.