il viaggio
Elly in Paris. L'incontro con la sindaca Hidalgo e la gauche Ztl
La segretaria dem incontra i socialisti francesi "per tessere reti" in vista delle europee. Poi il vis à vis con la sindaca parigina, "un modello per i temi sociali, gli investimenti e la mobilità sostenibile”. Ma il Ps in Francia non se la passa bene: l'anno scorso ha ottenuto il risultato peggiore della storia della Quinta Repubblica
Parigi. “Ce stanno più giornalisti che militanti”, scherza un signore romano. “Eh, purtroppo la gente è stata avvertita il giorno prima”, cerca di giustificarsi una veterana del mondo Pd parigino. E quando chiediamo a una delle poche giovani presenti se è una militante del Partito democratico, ci risponde “non lo so, vedremo se lo diventerò, diciamo che c’è un tentativo di riavvicinamento”. Nella capitale francese, oggi, è arrivata Elly Schlein, per un incontro con il circolo locale del Pd organizzato nella sezione del Partito socialista nel Quinto arrondissement, prima di un vis à vis con la sindaca socialista di Parigi, Anne Hidalgo, e il suo omologo francese, Olivier Faure, segretario del Ps.
Primo appuntamento alle 11 e 30 al 328 di rue Saint-Jacques, arrivo effettivo di Schlein alle 12 e 25, rapida stretta di mano ai presenti (una trentina in tutto, compresi i giornalisti) e via con le domande. Il Pd in vista delle Europee? “Sono qui a Parigi per incontrare la vasta comunità di democratiche e democratici all’estero. Vogliamo tenere i fili sempre più tesi anche in vista del percorso per costruire il programma per l’Europa del Pd. Il Pd sta tessendo, rinvigorendo, la rete con le altre forze socialiste, democratiche e progressiste perché pensiamo che siano tante le sfide comuni. Abbiamo bisogno di una dimensione che travalica i confini nazionali, per questo ci vedrete in giro a tessere reti con partner internazionali”, dice la segretaria dem.
Nel tour di Elly in Paris non è stato previsto nessun incontro con rappresentanti di Renaissance, la formazione del presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, né con la France insoumise di Jean-Luc Mélenchon, il partito che guida la coalizione delle sinistre in Parlamento, Nupes: fedele alla linea, al Ps, anche se lo scorso anno ha registrato il risultato peggiore della storia della Quinta Repubblica proprio con Anne Hidalgo candidata (1,75 per cento dei suffragi).
A Parigi, oggi, c’era anche il sindaco Pd di Bologna, Matteo Lepore, in missione istituzionale insieme all’assessora alle Relazioni internazionali Anna Lisa Boni e alla direttrice dei Musei civici bolognesi Eva Degl’Innocenti, per rafforzare i rapporti culturali e artistici con la capitale francese. Insieme hanno incontrato la sindaca parigina, un modello per la segretaria dem, “in termini di innovazione sociale, di sostegno agli investimenti e di mobilità sostenibile”, dice Schlein, aggiungendo che lei e Anne condividono un’idea, “quella di Carlos Moreno, professore della Sorbona: la città dei quindici minuti”. Ed è subito gauche Ztl. Sollecitata sulle Olimpiadi del prossimo anno, che Parigi ha “sfilato” a Roma, Schlein glissa e preferisce esprimersi su Ustica, un tema riaperto dall’intervista dell’ex premier italiano Giuliano Amato, secondo cui dietro la strage ci sarebbe la mano francese. “Sono giorni in cui c’è stato un dibattito acceso che riguarda anche la Francia. Io credo che il Pd sia stato sempre al fianco dell’associazione dei familiari delle vittime di Ustica: 81 vittime. Eravamo all’anniversario di quella strage proprio al museo di Ustica dedicato alla memoria e alla ricerca della verità e della giustizia”, dice Schlein, prima di aggiungere: “E’ il caso di ricordare che tutte le istituzioni repubblicane devono fare il possibile, perché non è accettabile che dopo quarantatré anni non ci sia piena verità. Questo implica una forte collaborazione con i paesi che possono contribuire a far emergere pezzi di verità mancanti. Il diritto alla verità è dei famigliari delle vittime e di tutto il paese”.
Lunedì, è stato il primo giorno di scuola per dodici milioni di studenti francesi. Da quest’anno è in vigore il divieto di indossare l’abaya, la tunica islamica che copre il corpo dalla testa ai piedi, un tema che sta dividendo la gauche. Lei in Italia applicherebbe questo divieto? Risposta: “Non ho seguito la vicenda”. Eppure si tratta di una questione di primo piano, non solo francese, perché riguarda la laicità.