L'indiscreto

Angelucci va da Meloni alla vigilia della rivoluzione a Libero e al Giornale: "Saremo anche critici con il governo"

Simone Canettieri

L'editore e parlamentare a Palazzo Chigi con il figlio per incontrare la premier: "Tante novità nei due giornali: riusciremo a non farli sovrapporre. Arriveranno firme straniere"

"Vi faremo divertire. Ci saranno tante sorprese. A partire dalle firme straniere, di giornalisti e opinionisti, che scriveranno per noi. E poi Libero e il Giornale non saranno né di Giorgia né di Matteo. Ma di centrodestra e se comunque il governo farà degli errori noi saremo inflessibili e lo criticheremo".  Antonio Angelucci – re delle cliniche, editore e parlamentare eletto con la Lega dopo un passato in Forza Italia – sta per entrare a Palazzo Chigi. Deve incontrare Giorgia Meloni. Prima però attende Giampaolo, il figlio e presidente della Tosinvest, società che possiede Libero, il Tempo  e il 70 per cento del Giornale di Montanelli acquistato dalla famiglia Berlusconi (che ha tenuto il 30 per cento delle quote).

E' una visita di cortesia (forse una benedizione) che gli editori della Fox news italiana fanno alla presidente del Consiglio in vista delle rivoluzioni editoriali ormai imminenti. 

Mario Sechi, già direttore dell'Agi e che è stato capo ufficio stampa del governo fino allo scorso mese, da domani guiderà Libero. E in questo gioco di porte girevoli, sempre da domani, tornerà al comando del quotidiano fondato da Indro Montanelli Alessandro Sallusti. Con lui ci sarà anche Vittorio Feltri. "Ho ricostruito una grande coppia", dice al Foglio Angelucci. 

Scusi onorevole editore, ma come farete a differenziare Libero e il Giornale? Non c'è il pericolo che i due lettorati si sovrappongano? "E quando mai! Non si sono mai sovrapposti. Saranno diversi anche se entrambi orientati nel centrodestra. Abbiamo smosso il mercato. E ci saranno tante belle novità. Siamo più che fiduciosi: vedrete vi divertirete".

Libero e il Giornale vivranno sotto lo stesso lo tetto: il palazzo di La Presse, a Milano, in via dell'Aprica. 

  

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.