l'anticipazione
Dal carcere per chi non manda i figli a scuola al daspo urbano: cosa prevede il decreto Caivano
Giovedì in Consiglio dei ministri verrà discussa la norma che prende il nome del comune campano visitato da Meloni. Previste misure più restrittive per i reati commessi dai minorenni. E circa 30 milioni di euro per la riqualificazione. Ecco cosa c'è nella bozza del provvedimento
In vista del Consiglio dei ministri previsto per domani è al vaglio del pre-Consiglio la bozza del cosiddetto dl Caivano, così chiamato in quanto contenente una serie di provvedimenti specifici per la riqualificazione del comune campano, oltre che “misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile”.
In particolare per il comune della provincia di Napoli, visitato dalla premier Giorgia Meloni dopo i fatti di cronaca che lo hanno visto protagonista, è previsto un piano di investimenti di circa 30 milioni di euro. Il piano, in intesa con il comune di Caivano, prevede una serie di interventi infrastrutturali di riqualificazione per la cui attuazione sarà nominato, dal Consiglio dei ministri, un Commissario straordinario.
Uno dei primi interventi, promesso da Meloni durante la sua visita, sarà quello di ricostruzione e riapertura del centro sportivo ex Delphinia, luogo in cui si sarebbe verificato lo stupro di gruppo a danno di due ragazzine minorenni, episodio che ha poi dato il la alla visita della presidente del Consiglio su invito del parroco locale.
Il comune di Caivano sarà inoltr autorizzato all'assunzione a tempo indeterminato di "quindici unità di personale non dirigenziale del corpo della polizia locale", al fine di garantire l'incremento della sicurezza urbana e il controllo del territorio.
Tra i provvedimenti diretti al contrasto della dispersione scolastica, e le conseguenze che questa comporta, vi è l'introduzione di misure molto severe nei confronti delle famiglie. È infatti introdotta dal decreto una pena fino a due anni di carcere per i genitori (o chiunque sia rivestito di autorità o incaricato della vigilanza sopra un minore) in caso di mancata frequenza del minore della scuola dell'obbligo. In questi casi è inoltre prevista anche la revoca del diritto all'Assegno di inclusione.
Altre misure contenute nel dl riguardano l’utilizzo di strumenti quali il daspo urbano e l’avviso orale del questore anche per soggetti minorenni, già a partire dai 14 anni, con sanzioni previste anche per i genitori.
In caso di ammonimento inoltre "chi era tenuto alla sorveglianza del minore o all'assolvimento degli obblighi educativi" è passibile di sanzione amministrativa pecuniaria da 200 a 1.000 euro, a meno che non dimostri di non aver potuto impedire il fatto. Disposto inoltre anche il divieto, parziale o totale, di utilizzo di cellulari o altri dispositivi di comunicazione per coloro che siano stati raggiunti da un avviso orale del questore e condannati, anche in via non definitiva. Aumentano le pene previste per i reati in materia di armi e sostanze stupefacenti.
Presenti poi alcune misure per le vittime di reati online. Sarà infatti possibile chiedere l’oscuramento o la rimozione dei propri dati riguardanti i fatti di reato di cui si è stati vittima. Prevista dal decreto anche l’istituzione di un osservatorio sulla devianza minorile “con il compito di coordinare percorsi dedicati per la prevenzione della dispersione scolastica, nonché interventi di rigenerazione urbana nelle periferie e di educazione alla legalità”, si legge nella bozza.
"Spero ci sia un provvedimento a proposito di baby gang e di delinquenza minorile che aumenti la sicurezza, i controlli e le sanzioni", aveva detto questa mattina a Rtl 102.5 il vicepremier Matteo Salvini: "Da papà, abbassare l'età per essere imputabili dai 16 anni in giù è assolutamente utile, perché un 14enne già oggi è capace di intendere e di volere, e se sbaglia deve pagare", ha aggiunto