Tra Dheli, Roma e Bruxelles

Meloni attacca l'Ue su Ita, mentre la sua maggioranza litiga per le alleanze europee

Ruggiero Montenegro

"La Commissione europea blocca la nostre soluzioni", dice la premier, che tira in ballo ancora Gentiloni. La replica del'Ue: "Accordo con Lufthansa mai notificato". Intanto Tajani manda messaggi alla Lega: "Mai con Le Pen". La leader sovranista francese è attesa a Pontida per la festa del Carroccio domenica prossima

"Sta accadendo qualcosa di obiettivamente curioso, cioè la stessa Commissione europea che per anni ci ha chiesto di trovare una soluzione al problema Ita, quando troviamo una soluzione al problema, la blocca". A margine del G20 indiano, Giorgia Meloni si rimette l'elmetto sovranista e torna all'attacco dell'Europa. "Non stiamo più capendo", dice la premier. Questa volta non si tratta di Pnrr, la questione riguarda i guai della fu Alitalia e l'intesa con Lufthansa che avrebbe dovuto (forse) archiviare l'annoso dossier. Invece ci sarà ancora da discutere, a quanto pare. "Vorremmo una risposta", è la richiesta di Meloni. "Su questo è stato interessato anche il commissario Gentiloni". Di nuovo lui, un'altra volta al centro degli affondi della maggioranza. (Meloni faceva riferimento al colloquio che l'ex premier ha avuto con il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti)


A Bruxelles pare non abbiano gradito troppo - per usare un eufemismo -, l'attacco della premier è stato ritenuto fuori misura e ha colto di sopresa i vertici comunitari, secondo quanto trapela dagli ambienti vicini a Gentiloni. Anche perché - è la risposta europea affidata a un portavoce - la Commissione "non ha ancora ricevuto la notifica" dell’accordo siglato tra Ita e Lufthansa, quindi per ora non c'è altro da "aggiungere". Insomma, senza atto formale, non si può procedere. E sta alle società coinvolte nell'operazione muoversi in questo senso, hanno spiegato ancora dall'Ue. Segue la puntualizazzione del Mef, che prova a riportare su toni più pacati quella che da molti è stata percepita come una sgrammaticatura istituzionale. Da via XX settembre fanno sapere che una prenotifica è stata già inviata a Bruxelles e che "la risposta dell’esecutivo comunitario affidata a un portavoce è positiva perché rappresenta il presupposto di un iter che sarà molto veloce. Come Mef ci siamo già attivati per ottenere un incontro in tempi brevi con il commissario supplente (alla Concorrenza) Reynders".

Quello su Ita, non è stato l'unico affondo europeo della domenica indiana della premier, che prima di volare in Qatar per una cena istituzionale, ha voluto anche mandare un segnale nella corsa alla guida della Bei, la Banca d'investimento europea. Il governo italiano propone il nome di Daniele Franco - ministro all'Economia del governo Draghi. La premier non ha gradito il nome della socialista Nadia Calvino, avanzato dalla Spagna, teme che il criterio adottato dagli altri paesi possa non essere soltanto quello della competenza, a scapito dell'Italia. "Noi abbiamo candidato una figura tecnica riconosciuta da tutti, non abbiamo fatto una scelta politica - sottolinea Meloni - Leggo nel dibattito in corso di scelte che potrebbero essere politiche e secondo me sarebbe un errore". Una posizione condivisa con il ministro Giorgetti, che avrebbe cercato una sponda anche nella Germania. 

 

La partita della Bei sarà decisa nelle prossime settimane, si vedrà. E almeno su questo, la maggioranza pare per ora avanzare d'intesa. Ben diverso è il discorso che riguarda invece le elezioni europee e il gioco delle alleanze. Meloni l'ha lasciato intedere chiaramente nella conferenza stampa dopo il Cdm su Caivano: man mano che si avvicina la scadenza elettorale, sarà più facile che i toni si alzino anche tra alleati, aumenteranno i distinguo e i personalismi. Ed è in questo filone che va iscritto lo scambio tra Lega e Forza Italia, un dissidio che in prospettiva riguarda anche la premier e conferma come la competizione sarà una costante dei prossimi mesi. A Pontida, domenica prossima, per la consueta festa del Carroccio ci sarà Marine Le Pen, la leader sovranistra francese: "Uniti contro la sinistra", per usare le parole del segretario leghista. Un annuncio che ha provocato stamattina la reazione piccata (l'ennesima) di Antonio Tajani:  "A casa sua Salvini puo' fare quello che gli pare. Ci mancherebbe", le parole del vicepremier al Corriere.  "I nostri valori però sono alternativi sia rispetto a Le Pen sia rispetto a Afd. Con loro ogni accordo è assolutamente impossibile". E ancora: "Nessuno farà mai un accordo di governo con Le Pen e con Afd". 

Di più su questi argomenti: