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Cancellare il virus!

Il nuovo obiettivo dello spoil system di Meloni sul Covid è Locatelli

Giovanni Rodriquez

Dopo il cambio all’Iss, il governo punta il posto di guida del Css. Cercasi tecnici fedeli alla linea. Risiko anti allarmismo

Allarme no ma preoccupazione sì. Il tema Covid nelle ultime settimane è entrato prepotentemente nel dibattito interno al governo. Con il crescere dei contagi, l’approssimarsi dell’autunno e una nuova stagione influenzale ormai alle porte si è fatta via via più insistente la necessità da parte dell’esecutivo di farsi trovare pronto, soprattutto a gestire una narrazione che oggi la maggioranza teme possa sfuggirgli di mano. Questo è il clima che si respira in queste settimane intorno a Palazzo Chigi. La forte attenzione sul tema è testimoniata anche dall’incontro in programma oggi di quel tavolo tecnico annunciato dal ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, con esperti dei ministeri dell’Istruzione e della Salute sull’andamento dell’epidemia Covid e sulle possibili misure da adottare per prevenire i contagi all’interno delle scuole.

 

La necessità da parte del governo è quella di circondarsi per tempo di esperti di fiducia che non risultino “mine vaganti” e condividano la nuova impostazione al tema Covid dettata dall’agenda del governo Meloni. Una narrazione che, almeno al momento, vede trattare il Covid sempre più come un’influenza stagionale. A riprova di ciò, le ultime decisioni prese che hanno visto l’abrogazione dell’isolamento per i soggetti positivi al tampone e la richiesta dell’esecuzione di un tampone per l’accesso all’interno degli ospedali solo in presenza di sintomi. La priorità, anche con queste scelte, è stata quella di discostarsi quanto più possibile dalla precedente gestione Conte-Speranza. Una gestione che è stata rappresentata, sotto il profilo scientifico, da quattro volti: il consigliere del ministro Speranza, Walter Ricciardi; il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza; il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro; il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli.

Da qui ha preso il via una partita a scacchi finalizzata all’occupazione di questi ruoli chiave. Il posto di Ricciardi, in quanto ruolo fiduciario, è venuto meno insieme a quello dell’ex ministro Speranza. A facilitare il ricambio al ministero della Salute ci ha pensato il pensionamento dell’ex direttore Rezza sostituito ora da uno degli uomini di fiducia del centrodestra, Francesco Vaia, già direttore generale dell’Istituto Spallanzani di Roma. L’altra casella da occupare, come dicevamo, era quella dell’Istituto superiore di sanità. Anche qui è venuta in aiuto la scadenza del mandato del presidente Brusaferro. Terminato il periodo “in prorogatio”, dopo la scadenza del mandato a fine luglio, lo scorso 11 settembre è stato sostituito da Rocco Bellantone, ex preside della Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica di Roma e cugino del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari. Anche il nome di Bellantone, come quello di Vaia, risponde a questa esigenza da parte del governo di poter contare su tecnici che, per parentele o simpatie d’area, possano essere considerati come parte integrante della maggioranza e pronti anche a rispondere “sì” ad eventuali direttive da Palazzo Chigi. Priorità: niente allarmi.

 
L’ultimo scoglio da superare è ora rappresentato da Franco Locatelli e dal Consiglio superiore di sanità.

 

La scadenza naturale del presidente del Css è fissata al 2025. Per cambiare i componenti dell’organo di consulenza tecnico scientifica del Ministro della salute servirebbe quindi un intervento normativo. Una via a dire il vero già tentata dalla maggioranza nei mesi scorsi. A gennaio, infatti, durante la discussione del decreto milleproroghe al Senato, il presidente della commissione Affari sociali e Sanità, Franco Zaffini (FdI), presentò un emendamento che puntava a far decadere tutti gli attuali componenti del Css alla luce della imminente riorganizzazione del ministero della Salute. Il tentativo non andò a buon fine ma non è detto che non possa essere ritentata la stessa via nel prossimo futuro in modo da poter così occupare anche l’ultima casella mancante ed avere il pieno controllo di tutti quegli apparati tecnico-scientifici chiamati a rispondere anche della gestione del Covid. Data la situazione, in questo momento il governo non è concentrato tanto sul nome che andrebbe a sostituire Locatelli quanto sulle modalità più idonee per sostituire gli attuali membri del Css in tempi brevi. La partita è ormai ad una passo dalla sua conclusione.

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