la legge di bilancio
Tra extraprofitti e sanatorie. L'affanno del governo per racimolare risorse in vista della Manovra
L'ultima idea dell'esecutivo per aumentare le entrate sarebbe una nuova voluntary disclosure. Ma il viceministro Leo smentisce. Intanto aumentano le critiche sulla tassa alle banche, le cui proposte di modifica vanno presentate entro domani. Nella maggioranza si discute del nodo pensioni
Più si avvicina la stesura della legge di Bilancio – la seconda di Giorgia Meloni, dopo la manovra finanziaria imbastita all’ultimo momento lo scorso anno – più aumentano i tentativi del governo di trovare le coperture per i 25 o 30 miliardi che verranno mobilitati. Dopo la tassa sugli “extraprofitti” bancari, approvata in Consiglio dei ministri lo scorso agosto, l’ultima indiscrezione – rivelata oggi dal Corriere della Sera – parla di una possibile introduzione di una sanatoria per i depositi non dichiarati degli italiani: l’obiettivo sarebbe quello di far emergere i patrimoni accumulati in nero tramite una dichiarazione spontanea del contribuente (la cosiddetta “voluntary disclosure”) a cui verrebbe concesso il perdono fiscale, dietro il pagamento di un’aliquota fissata al 26 per cento. Si sfrutterebbe così il gettito proveniente dai patrimoni occulti il cui valore, secondo l’ex procuratore capo di Milano Francesco Greco, supererebbe i 200 miliardi di euro.
Già questa mattina è però arrivata la smentita “categorica” di Maurizio Leo, vice di Giancarlo Giorgetti al ministero dell’Economia: “Rimango fermamente contrario a forme di regolarizzazione del contante non dichiarato al fisco”, ha risposto, definendolo “un tema del quale non mi occupo e non mi sono mai occupato”. Ciò che conta, in ogni caso, è la difficoltà dell’esecutivo a racimolare le risorse per la manovra finanziaria. Perché anche la tassa sugli extraprofitti delle banche – da cui dovrebbero arrivare altri proventi – incrocia le perplessità di una parte del governo, soprattutto in Forza Italia. “Occorre modificare e migliorare il provvedimento”, ha più volte affermato, ad esempio, il deputato azzurro Alessandro Cattaneo. Non solo. Ieri, sentito in audizione al Senato, il presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi) Giovanni Sabatini è arrivato a mettere in dubbio “la compatibilità con i precetti costituzionali” del decreto approvato dal governo. Al di là della prevedibile contestazione da parte dell’Abi, è proprio Cattaneo a suggerire un “dialogo stretto con gli attori economici”.
Il rischio spaccatura nel governo è evidente. Non a caso, per serrare i ranghi ieri Giorgia Meloni ha avvisato i suoi alleati: “Non ci è consentito sprecare energie in eventuali atteggiamenti egoistici”. Come a dire che la tassa non si tocca: “È una norma giusta, la difendo e la difenderò sempre”. In ogni caso il tempo stringe: se si vorrà apportare qualche modifica all’aliquota – contenuta nel Dl Asset, in cui rientrano anche le misure contro il “caro prezzi” delle tariffe aeree – lo si dovrà fare entro domani alle 13, orario di scadenza per presentare eventuali emendamenti.
Sui contenuti della legge di Bilancio, invece, le novità più importanti arrivano dal fronte pensioni. Mentre quota 41 appare sempre più improbabile, il modello di riferimento potrebbe diventare quello scandinavo, con un percorso di avvicinamento graduale: orario dimezzato negli ultimi due o quattro anni prima del ritiro con la possibilità di chiedere vari livelli di pensione parziale, dal 10 fino al 50 per cento. Ma se tale prospettiva rimane per ora allo stadio di ipotesi, maggiori certezze sembrano arrivare dal lato giovani: “Per due anni il pensionato potrà formare un giovane sotto i 35 anni assunto con contratto a tempo indeterminato”, ha spiegato il ministro delle Imprese, Adolfo Urso. Un lavoratore ritirato da non più di due anni potrebbe così svolgere per pari tempo un apprendistato nei confronti dei neo-assunti. Si creerebbe una sorta di staffetta generazionale, che Urso avrebbe già voluto introdurre con una norma nel corso dell’ultimo Consiglio dei ministri. Ma all’ultimo è saltata, per mancata copertura.