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La lettera di Schlein: "Il fallimento di Meloni è sotto gli occhi di tutti"

La segretaria del Pd attacca il governo sulla gestione dell'immigrazione: "L'unica cosa che servirebbe all'Italia è la redistribuzione obbligatoria delle responsabilità tra tutti i paesi europei". Oggi la segreteria dem 

"Meloni mi accusa di fare propaganda, ma il suo fallimento è sotto gli occhi di tutti". Mentre il governo tenta di prendere in mano il dossier immigrazione - ieri la visita di Giorgia Meloni a Lampedusa con Ursula von der Leyen, oggi il Consiglio dei ministri - Elly Schlein scrive a Repubblica e dice la sua sulle politiche migratorie, criticando il governo per le sue scelte e difendendo il lavoro del Partito democratico che oggi riunirà la sua segreteria.

"Capisco che sia nervosa oggi che Le Pen la silura da Pontida e deve applaudirsi da sola per non aver ottenuto nulla di nuovo rispetto alle politiche europee degli ultimi dieci anni, tutte focalizzate sul controllo delle frontiere e senza l'unica cosa che servirebbe all'Italia: la redistribuzione obbligatoria delle responsabilità sull'accoglienza dignitosa tra tutti i paesi europei", scrive la segretaria. "E' una battaglia che noi abbiamo fatto - continua la leader dem - e che la destra non ha mai avuto il coraggio di fare per non disturbare i propri alleati nazionalisti, quelli che di solidarietà all'Italia non ne vogliono sapere. Allora si inventano di poter sigillare il mare, e si rendono ricattabili da regimi non democratici che chiedono soldi, violano i diritti e comunque non fermano i flussi", scrive riferendosi all'ultimo accordo del governo con la Tunisia di Kais Saied.

"La destra ha messo la firma su tutte le pessime leggi sull'immigrazione che creano irregolarità e rendono impossibile la gestione dell'accoglienza in Italia", partendo dallo smantellamento dell'accoglienza diffusa, accusa Schlein. Che poi boccia anche le misure che verranno approvate oggi in Consiglio die ministri: "Il limite massimo consentito di trattenimento dei migranti fino a 18 mesi non è una novità, è una scelta odiosa sul piano della restrizione della libertà personale e delle condizioni di vita, ma era già così in passato e peraltro questo non ha minimamente inciso sul numero di rimpatri". 

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