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Roma Capoccia

C'è una base grillina che chiede dialogo con la sinistra. Dall'VIII municipio parla Marco Merafina

Marianna Rizzini

“Non lascio il Movimento ma dobbiamo entrare in maggioranza. La virulenza della dialettica tra M5s e Pd impedisce un confronto costruttivo di idee", ci dice il portavoce pentastellato del municipio romano 

“Non ho mai avuto e non ho intenzione di lasciare il M5s né ho mai avuto velleità di andare in un altro partito, anche se non ho mai nascosto la mia impostazione politica di sinistra”. A parlare è l’astrofisico Marco Merafina, portavoce m5s in quell’VIII municipio dove non molto tempo fa un altro Cinque Stelle, Matteo Bruno, è passato al gruppo misto. Se ne fosse andato anche Merafina, come si ventilava in alcuni ambienti romani grillini e come era stato ventilato anche da questo giornale, l’VIII municipio sarebbe rimasto senza rappresentanza stellata. Un qui pro quo? O qualcuno dal M5s locale diffonde voci su colleghi presunti transfughi, i quali invece sono su posizioni non autarchiche ma dialoganti? “Una certa ambiguità di fondo presente in alcuni settori romani del Movimento può alimentare equivoci”, dice Merafina: “Io posso solo parlare per me e ribadisco che, lungi dall’andarmene, lavoro da anni sul campo per il M5s e per il dialogo con le altre forze politiche”. Che cosa è successo, allora? A Roma in effetti ci sono stati vari addii alle Stelle. “Io parlo per me e dico che lunedì 11 settembre Giuseppe Conte ha convocato i rappresentanti m5s sul territorio. In quell’occasione ho fatto un ragionamento di strategia politica, visto che spesso, nei contesti locali, la virulenza della dialettica tra M5s e Pd impedisce un confronto costruttivo di idee, cosa che danneggia i cittadini e il movimento stesso, perché si radicalizzano le posizioni e non si prendono decisioni. Dunque ho proposto che, in un municipio come il nostro, a guida Sinistra Civica Ecologista, il M5s, in vista delle prossime scadenze elettorali, entri in maggioranza. Insomma, per me il M5s non può andare da solo, perché da soli non si può governare”. Che cosa ha risposto Conte, di fronte alle parole pragmatiche di Merafina? “Che bisogna aspettare, e io rispetto e accetto la sua risposta. Resto invece perplesso di fronte all’atteggiamento di una parte del M5s romano: qualcuno evidentemente non ha capito il senso della mia proposta – proposta di strategia politica, ribadisco – e ha diffuso la voce di un presunto addio, tramutando il tutto in un attacco personale sottotraccia. Invece io ho solo voluto dare un contributo al dibattito interno, proprio in virtù del fatto che credo nel dialogo, e infatti sono stato eletto vicepresidente, nel mio municipio, sia con i voti della sinistra sia con i voti della destra”. Il dialogo e il compromesso saranno digeriti come concetto? Nei prossimi mesi si scoprirà. 
 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.