travasi continui
Il caso Isabella De Monte e l'infinito rubabandiera tra Renzi e Calenda
Gruppioni, Evangelista, Stara. Poi i casi di Terni e di Roma. E poi ancora Elena Bonetti, fino al cambvio di casacca di ieri. Gli eterni travasi tra Iv e Azione e viceversa
Succede (ieri) che la deputata Isabella De Monte, già calendiana, si faccia renziana, passando da Azione ad Italia Viva. E accade nel giorno in cui Matteo Renzi, ex premier e leader di Iv, al cospetto della stampa estera, commenta la proposta di Carlo Calenda a Giuseppe Conte ed Elly Schlein di sedersi a un tavolo comune su legge elettorale e riforme: “Vedo che Calenda propone un accordo a Conte e Schlein”, dice, “noi abbiamo proposto un accordo a due milioni e mezzo di elettori: il sindaco d’Italia non è una fissa di Renzi, ma una proposta di Azione-Iv…”.
De Monte è già approdata da qualche ora a Iv, accolta dal benvenuto della coordinatrice nazionale Raffaella Paita e da quello dell’ex ministro e deputata Maria Elena Boschi. Le parole del leader, intanto, mettono il suggello sull’(ennesimo?) rubabandiera tra i due ex alleati. Qualche giorno fa, infatti, era successo il contrario: l’ex ministra Elena Bonetti, già renziana, si era fatta calendiana, non con l’ingresso nel partito ma per un “ticket con Calenda”. “Il cammino del Terzo polo si è interrotto, ma io voglio pensare al rilancio”, aveva detto Bonetti, e il rilancio “non è delimitare uno spazio in cui raccogliere adesioni per le elezioni ma attivare un processo per far incontrare idee e tradizioni diverse”. Fanno da specchio rovesciato le parole dette ieri da De Monte. Perché ha deciso di lasciare Azione?, le domandano dal Corriere della Sera. “Per me è un ritorno a casa”, dice la deputata, descrivendo Calenda come colui che ha avuto più di una responsabilità nel “fallimento politico del Terzo polo”: “Mi sono candidata nel Pd con Matteo Renzi, dopo aver fatto il Sindaco in un piccolo Comune, ho sostenuto con convinzione il suo governo dal Parlamento Europeo, insieme a Nicola Danti, attuale vicepresidente di Renew Europe, e abbiamo fatto tante battaglie comuni. Il legame affettivo e politico con Iv, il suo leader, i suoi parlamentari, la sua comunità non si è mai interrotto”.
Fine del gioco? Non è detto, se si guarda alla sequela di travasi. Calenda li ha chiamati addirittura “scippi” quando, in primavera, ha visto fuggire verso le sponde renziane, la deputata ed ex segretaria regionale del partito in Emilia-Romagna Naike Gruppioni (“faccio i migliori auguri a Naike”, aveva detto Calenda amareggiato: “Ogni scelta è legittima e rispettabile. Mi permetto solo di notare che, per rispetto alla comunità che l’ha eletta sei mesi fa quasi senza conoscerla, una comunicazione preventiva sarebbe stata più elegante”). D’altronde, in aprile, la diaspora con travaso si era manifestata in senso contrario, con il passaggio a Calenda dell’ex senatrice Elvira Evangelista e del consigliere regionale sardo Francesco Stara. A Terni, invece, l’ex segretario provinciale di Azione Marco Mazzalupi passava con Renzi, mentre a Roma facevano la stessa cosa sette ex componenti della segreteria locale di Azione: iscritti in blocco a Italia Viva Noemi Scopelliti, Diego De Renzis, Gianluca Fioravanti, Rosanna Stanco, Luca Giacobbe, Enrico Pagano e Luca Olivetti. Il rubabandiera continuerà? Intanto ce n’è uno annunciato, il passaggio, “non confermato e non smentito” (parole sue) dell’ex presidente di Iv Ettore Rosato.