la cerimonia
L'ultimo saluto a Napolitano a Montecitorio. Il ricordo di Letta e le parole dei familiari
Alla Camera i funerali laici del presidente emerito della Repubblica. Presenti Mattarella, Meloni e tutto il governo. Tra i capi di stato esteri Macron e Steinmeier. Il fedelissimo di Berlusconi: "Con il Cav. si chiariranno nella luce". Il figlio Giulio: "Da lui buone battaglie e cause sbagliate"
L'Italia omaggia e saluta il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, morto venerdì a 98 anni. I funerali di stato si svolgono alla Camera, dove per la prima volta si è tenuta una cerimonia funebre laica.
Tappeto rosso e autorità militari hanno accolto il feretro giunto in corteo dal Senato per le strade di Roma.
Autorità italiane e straniere sono arrivate nel corso della mattinata, entrando dall'ingresso principale di Montecitorio. Dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla premier Giorgia Meloni, fino al presidente francese Emmanuel Macron e il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier.
In Aula si sono ritrovate diverse personalità politiche e non solo: da Mario Draghi a Paolo Gentiloni, da Achille Occhetto alla partigiana Iole Mancini, da Romano Prodi a Gianni Letta.
I primi a prendere parola dei nove relatori previsti sono stati i presidenti della Camera e del Senato Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa.
Oltre ai presidenti delle due camere hanno parlato anche il figlio di Napolitano, Giulio, e la nipote Sofia, offrendo un ricordo privato della figura di Napolitano. "Ci siamo sempre sentiti orgogliosi di essere suoi nipoti. Nonostante i suoi impegni, il fatto che sia stato un nonno così affettuoso e presente è un ntestamento dell'uomo eccezionale che era, sarà sempre la persona che ammiriamo di più", ha detto commossa la nipote.
La famiglia ha scelto anche i cinque relatori che hanno preso la parola dopo, tra cui l'ex ministra della Giustizia Anna Finocchiaro e il braccio destro di Silvio Berlusconi, Gianni Letta, che ha detto: "Oggi l'Italia perde un grande presidente. Un uomo con una storia di parte che ha saputo essere uomo delle istituzioni. Mi piace immaginare che Berlusconi e Napoliano possano dirsi lassù quello che non riuscirono a dirsi quaggiù. E placata la polemica possano chiarirsi e ritrovarsi nella luce".
"Rendiamo omaggio a uno statista italiano ed europeo", ha detto il commissario europeo Paolo Gentiloni, intervenendo in Aula. "Per Napolitano la scelta europea è stata una scelta di campo, di vita, di libertà".
"Napolitano lasciò la pratica religiosa, ma confessò di rispondere sempre a un intimo bisogno di raccoglimento", ha raccontato il Cardinale Gianfranco Ravasi, amico personale del presidente emerito della Repubblica. "Vorrei lasciare un fiore ideale sulla sua tomba, un verso tratto dal profeta Daniele: I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento. Coloro che avranno indotto molti alla giustizia, risplenderanno come le stelle per sempre".
"La sua cultura traspariva dai suoi argomenti", ha detto l'ex presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato. "Dell'Europa fece una missione per sé e per l'Italia. Portò lui in Parlamento Altiero Spinelli. Ricordo quando ebbe un periodo di debolezza di cuore, e io lo incontravo sempre nei corridoi del Parlamento europeo, sempre accompagnato dalla moglie Clio".
Equilibri istituzionali