L'intervista
“Sul rigassificatore tra Toti e Calenda ha ragione il governatore”. Parla Giani
Il governatore toscano Pd è anche commissario per la nave che nel 2026 potrebbe spostarsi da Piombino a Vado ligure. Al leader di Azione che dice che non ci sono ragioni tecniche per il traferimento replica così: "Pacta sunt servanda. Gli accordi con il governo Draghi erano di tenere la nave tre anni, a noi la banchina serve per le commesse delle acciaierie"
“Non capisco perché Carlo Calenda che in Toscana è venuto a convincere i cittadini dell’importanza della nave rigassificatrice Golar Tundra ora è diventato contrario, e non vuole portarlo a Vado. I patti erano chiari e li aveva firmati il governo Draghi: autorizzazione del rigassificatore a Piombino per tre anni e individuazione poi di un nuovo sito. Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, sta facendo una scelta coraggiosa perché queste cose generano sempre preoccupazione tra la gente, ma la sua è la decisione giusta”. Eugenio Giani governatore Pd della Toscana e commissario del governo per il rigassificatore di Piombino ritiene sia normale che nel 2026 la nave lasci il porto toscano con destinazione Vado Ligure. Insomma, nella disputa sullo spostamento dell’impianto in grado di stoccare fino a 5 miliardi gas naturale liquefatto che ha diviso il leader di Azione e il presidente della Liguria si trova d’accordo con il suo collega governatore.
Calenda sostiene che lo spostamento non ha ragioni tecniche, e che, invece, è solo politica: un favore a Meloni (perché il sindaco di FdI di Piombino è contrario), una garanzia di ricandidatura per Toti alle prossime elezioni regionali. Giani non è d’accordo. Per dirlo sfoggia persino il latino. “E’ molto più semplice: pacta sunt servanda”, dice. “Sono stato io che ho fatto un accordo con il governo Draghi che prevedeva che la Golar Tundra, in deroga alle normali procedure di autorizzazione, stesse tre anni qui per essere poi spostata in un luogo più idoneo”. Dicono però che “non ci siano ragioni tecniche per spostare la nave da Piombino”, lo hanno riferito i manager della Snam ai consiglieri regionali liguri durante un’audizione. Insomma, perché spostarla se Piombino è un luogo già idoneo? “Qui – dice Giani – la nave si trova in banchina, quando c’è stato chiesto dall’allora governo senza pensarci due volte l’abbiamo adibita per tre anni all’approvvigionamento del gnl, mettendo lì la nave, ma quella banchina ci serve per altre attività. Abbiamo le acciaierie, aspettiamo nuove commesse, insomma, sappiamo che quando la nave andrà via a potremmo sfruttare meglio la banchina dal punto di vista economico”.
Ci sono stati problemi fino ad adesso? “Onestamente no”, ammette Giani. “Per noi, all’inizio, l’arrivo della nave è stata una preoccupazione. E’ significato avere molto scontri, reggere l’urto delle proteste dei comitati che si sono formati, eccetera. Ad oggi, dopo che la nave è lì da mesi e i primi carichi di gas sono avvenuti (il prossimo sarà il 3 ottobre), posso dire che l’operazione è stata assolutamente gestibile, positiva e ha dato ragione al coraggio che abbiamo avuto a portare qui la nave”. Giani racconta anche un aneddoto tra il comico e il grottesco: “E’ diventata talmente un elemento di modernità per il porto che quest’estate, all’imbarco per l’isola d’Elba, la gente mi fermava per chiedermi di fare un selfie con la Golar Tundra sullo sfondo”. Poi il presidente torna serio: “Noi abbiamo fatto da apripista, la nostra esperienza dovrebbe insegnare anche ad altre regioni che il rigassificatore non crea problemi e che è, anzi, un’opportunità”. Calenda le direbbe: dunque perché spostarla? “Ho rispetto e simpatia per Calenda. Ma ripeto: rimane tre anni perché è quello che avevamo concordato con Draghi, con l’allora ministro alla Transizione energetica Roberto Cingolani e con l’allora ministra agli Affari regionali Maria Stella Gelmini, che ora milita in Azione. Tra l’altro – prosegue il governatore – nel memorandum che firmammo erano previste diverse compensazioni – sconto sulle bollette, investimenti stradali, fondi per i pannelli fotovoltaici e le pale eoliche – e sono sicuro che quell’esecutivo avrebbe mantenuto la promessa, con il cambio di governo. Invece, si è visto ben poco: la nave l’abbiamo tenuta, ma le compensazioni non sono arrivate. Se posso dare un consiglio a Toti gli direi proprio questo: al governo chiedi garanzie sulle compensazioni sin da subito”.