Fratelli coltelli d'Italia
FdI ostenta unità ma sui territori scricchiola. Il caso di Lucca. Donzelli che fa?
Nul lucchese il partito è preda di aggressioni fisiche, malumori e dossier interni. E verso i congressi c'è chi mette sempre più in discussione la leadership del deputato fiorentino
Vorrebbero dare l’idea di essere un monolite, una specie di falange senza correnti. Ma la realtà è che sui territori Fratelli d’Italia, alle prese con i congressi che dovranno ridisegnare il partito, è molto lontano dall’essere un esempio di quiete e pace. Ci sono coordinatori provinciali che si prendono a pugni con i loro vice. S’avvertono tensioni perenni sulle candidature. Soprattutto, s’intravede la solita costruzione di un reticolato di rapporti personali che fanno coincidere partito e istituzioni e che indispettiscono un pezzo di FdI. Anche facendo circolare dossier e contro dossier interni.
Un piccolo assaggio lo si può trovare in Toscana, la regione-palestra di Giovanni Donzelli. In particolare nella provincia di Lucca, dove storicamente Fratelli d’Italia arruola esponenti provenienti da una tradizione di destra-destra. Qui il plenipotenziario è il consigliere regionale Vittorio Fantozzi. Fedelissimo di Donzelli, è l’uomo a cui il responsabile organizzazione del partito ha assegnato il compito di esautorare il potere del deputato versiliese Riccardo Zucconi, che dai vertici, a partire dal coordinatore regionale Fabrizio Rossi, viene considerato troppo moderato, provenendo dalla Dc. Ma il ruolo di coordinatore provinciale nel lucchese lo ricopre Riccardo Giannoni, consigliere comunale del comune di Porcari. Ricompensato dopo non essere stato candidato alle ultime elezioni politiche. Uno dei suoi tre vice è il sindaco del piccolo comune di Fabbriche di Vergemoli, Michele Giannini, non amatissimo da Donzelli perché vicino a Zucconi. Le tensioni nel partito, fino a quel momento rimaste sopite, sono esplose in maniera palese lo scorso febbraio. Quando, secondo Giannoni, il suo vice lo avrebbe aggredito fisicamente strattonandolo e colpendolo al petto durante una riunione del direttivo di FdI. Giannoni è persino andato a Roma per farsi ascoltare dal collegio disciplinare nazionale di Fratelli d’Italia, allegando un referto che riportava una prognosi di cinque giorni di malattia. La risposta di Giannini è stata una denuncia per querela presentata a giugno nei confronti del suo superiore: “Gli ho dato solo tre pacche sulle spalle”. Sulla vicenda è subito calato un silenzio assoluto da parte di Donzelli e del coordinatore regionale Rossi.
Ma anche per quel che riguarda i confini del solo comune di Lucca, le acque rimangono agitate. Il coordinatore in questo caso è Marco Martinelli, ex capogruppo di FdI in Consiglio comunale, non ricandidatosi nel 2022, quando a diventare sindaco è stato Mario Pardini, civico sostenuto da tutto il centrodestra. Dopo il passo indietro, si aspettava una nomina in una società partecipata dal comune. Non l’ha ottenuta, in ragione del vincolo posto dalla legge Severino, che impedisce per due anni dalla cessazione della carica agli ex consiglieri di assumere incarichi nelle partecipate. Fatto sta che un escamotage i dirigenti locali di FdI l’hanno trovato, visto che il sindaco ha nominato, su proposta dei meloniani, come presidente della società municipalizzata “Sistema Ambiente spa”, che si occupa di rifiuti, Sandra Bianchi. Che è la titolare di una nota pasticceria cittadina (dicono pure sia molto buona). Ma soprattutto, è la compagna di Martinelli. Scelta che ha fatto storcere la bocca a una parte della giunta comunale per evidenti questioni di opportunità.
Alcune settimane fa è stato Donzelli in persona a recarsi a Lucca per inaugurare la prima storica sede di Fratelli d’Italia in città. Accanto a lui c’erano, oltre a Rossi, la deputata pratese Chiara La Porta e il deputato senese Francesco Michelotti, una specie di quadrumvirato del potere meloniano in regione. Un modello di partito che si giocherà molto nei prossimi mesi, quando dovrà sostenere i congressi provinciali. Ma forse, soprattutto, nella partita delle comunali di Firenze della primavera prossima, dove per la prima volta la destra ha chance di vittoria. Certo l’implosione del partito sui territori, come l’esempio lucchese, unita a una sfiducia crescente nei confronti di Donzelli, ad esempio in provincia di Siena, dove si fa sempre più strada il potentino Salvatore Caiata, pongono grandi interrogativi sulla qualità della classe dirigente selezionata finora.