Botte riformiste
Il centro centrifugo: Moratti torna in FI, Bonetti attacca Renzi
Con Bonetti e Rosato Calenda sogna un Terzo polo senza Renzi che si candida da solo alla guida di Iv. Luigi Marattin presenta un documento critico. Intanto l'ex ministra e sindaca di Milano torna in FI
Se in Italia c’è un Centro, è un centro centrifugo. Scappano tutti. Ieri Letizia Moratti, prima aspirante federatrice dei riformisti-moderati, poi corteggiata da Italia viva e da Azione, ha salutato entrambe le litiganti gambe del Terzo polo. “Ciao amici, io torno in Forza Italia”. Antonio Tajani l’ha riaccolta con parole di miele: “Bentornata nella tua famiglia politica, Letizia!”. Intanto, Italia viva si avvia al congresso nazionale. Alla carica di presidente ci sarà un solo candidato: Matteo Renzi. Proprio lui dal palco del teatro Parenti di Milano, dove due giorni fa ha annunciato la candidatura, ha attaccato duramente i due fuoriusciti illustri degli ultimi giorni, l’ex ministra Elena Bonetti e l’ex coordinatore di Iv Ettore Rosato. “Quelli che mi chiedevano un congresso democratico, poi se ne sono andati prima del congresso perché hanno avuto paura, ma se sei nato comparsa non diventi attore protagonista solo chiedendo a un altro di andarsene”. Parole talmente dure che, per la prima volta, Bonetti ha risposto a tono all’ex capo: “Caro Matteo, l’idea che siano tutti comparse tranne te è il problema della comunità di Iv. Osservo comunque che c’è un po’ troppo nervosismo per delle semplici comparse che se ne vanno. È per le mie idee che mi sono dimessa da ministra, non accetto lezioni sulla paura da te”. Poi ancora: “Da quando ho fatto la scelta di lasciare Iv i miei social sono costantemente invasi di insulti volgari, violenti e sessisti dei tuoi sostenitori”. Risposta chiama risposta. Affidata questa volta a un renziano di strettissima osservanza, Francesco Bonifazi: “Cara Elena, eri una professoressa associata di matematica a Pavia: senza un voto grazie a Renzi hai fatto la ministra e la deputata. Hai chiesto di fare un congresso e sei scappata: adessocerchi visibilità aggredendo Matteo. Da quando te ne sei andata perché andavi poco in tv nessuno ti chiama”. Toni non proprio amichevoli.
D’altronde Renzi per tanti è un padre ingombrante, un Crono che mangia i suoi figli. “E’ il più carismatico – ammette anche chi ormai ha abbandonato il leader – e però ha ragione Bonetti al suo fianco vuole solo comparse, con questo atteggiamento con chi pensa di farlo questo centro?”. Lo sa bene Dario Nardella, il sindaco di Firenze che di Renzi fu braccio destro a palazzo Vecchio e da tempo fa di tutto per mostrarsi come qualcosa di diverso, cercando di convincere Schlein a candidare la sua fedelissima Sara Funari a sindaco di Firenze. Lo sanno anche Bonetti e Rosato che sono diventati l’asso nella manica di Carlo Calenda per fare quello che il leader di Azione si è ormai messo in testa: un terzo Polo senza Renzi da presentare alle europee del 2024. I due ex Iv dovranno offrirgli una seconda gamba, quella moderata. Hanno fondato un’associazione “Popolari, europeisti, riformisti” che ha proprio questo scopo. Non si farà lista. I candidati per Bruxelles confluiranno in quella di Azione. Ma perché la conventio ad excludendum anti renziana possa avere davvero un impatto serve convincere tutti gli altri, sfruttando anche la soglia di sbarramento al quattro per cento. A partire da + Europa. “Per adesso – spiega il segretario di quel partito, Riccardo Magi – non ci sono stati contatti”. All’assemblea di +Eu a fine settembre Magi ha annunciato la lista Stati uniti d’Europa, “aperta a tutti”. Intanto il leader di Iv, persa Moratti e (S)Cateno De Luca (adirato dopo lo scippo da parte di Iv della senatrice Dafne Musolino) lavora al suo centro con Beppe Fioroni e Giacomo Portas, con lo spettro della soglia del quattro per cento che incombe. C’è chi dice che Renzi la notte si sogni presidente del Consiglio Ue. Chissà. Di certo per avere quel ruolo in Europa bisogna prima entrarci. Dentro Iv per adesso, oltre ai fedelissimi, rimangono Teresa Bellanova e Luigi Marattin, che con Bonetti aveva chiesto a gran voce un congresso. E’ tra quelli che spera che la ferita con Azione possa ancora ricucirsi. Ha presentato un documento congressuale, che non è una mozione perché non sostiene candidature alternative a quella del leader, ma che esprime critiche molto dure sulla gestione del partito che sanno di monito. “Iv – scrive – non ha mai riunito una sola volta il proprio organo direttivo nazionale”, tutto “è stato incentrato sulla figura del leader”, “le bellissime iniziative della Leopolda e della scuola di formazione non possono essere sostitutive di una funzionale organizzazione partitica”. E ancora: “il vincolo di appartenenza al progetto viene inteso esclusivamente nell’ottica della riconoscenza al leader”, ma “non esistono debiti eterni”.