le parole per dirlo

Le opposizioni non trovano la sperata unità su un testo

Marianna Rizzini

Il rammarico del depuato di Azione Matteo Richetti per la mancata occasione di fare una risoluzione unica di tutti i partiti e la delusione di Laura Boldrini per la bocciatura del punto 5 del testo delle opposizioni che conteneva un riferimento all'insediamento dei coloni in Cisgiordania

E’ il giorno in cui da Israele giungono notizie sempre più drammatiche, ed è il giorno dell’informativa alle Camere del ministro degli Esteri Antonio Tajani. Si sperava, da più parti, di chiudere la giornata con un’unica voce. Non è stato così, anche se alla fine sono state approvate le risoluzioni presentate da maggioranza, +Europa, Terzo Polo e Pd-M5s-Avs, a eccezione del punto 5 della risoluzione Pd-M5s-Avs. E se la condanna di Hamas è unanime, e la Camera si illuminerà di notte dei colori della bandiera israeliana, non si è arrivati né a un unico testo trasversale né a una risoluzione unitaria delle opposizioni. Dal Terzo Polo, il capogruppo di Azione-Iv Matteo Richetti – che aveva auspicato la non-divisione sulle risoluzioni – dice di aver provato “per tutto il giorno a costruire un testo comune con tutte le forze politiche e, come dice Mara Carfagna, ora ci resta il rammarico per non essere riusciti a raggiungere il risultato di un Parlamento unito nel condannare l’aggressione terrorista di Hamas a Israele. Nei principali partiti di maggioranza e opposizione, FdI e Pd, non c’è stata purtroppo totale disponibilità rispetto alla formulazione di un testo che esprimesse una posizione netta, equilibrata e asciutta. Peccato. Di fronte a un problema così grave, la non unità è elemento di debolezza del Parlamento”. Qualcosa ha fatto cambiare idea a qualcuno? “Diciamo che l’intervista del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari al Corriere della Sera, intervista dai toni identitari, può avere a specchio fatto riemergere un sussulto identitario in una parte della sinistra. Ma oggi non stiamo discutendo di storia del Medio Oriente, e c’è poco da avventurarsi in analisi geopolitiche o in distinguo. Oggi siamo di fronte a un attacco terroristico di Hamas, attacco alla libertà e alla vita, punto. E per fortuna, almeno, che in tutte le mozioni è emersa una posizione di forte condanna per Hamas”.

 

Il punto 5 della risoluzione di Pd-M5s-Avs che conteneva un riferimento all’insediamento dei coloni in Cisgiordania è stata votata a parte, ed è stata respinta con 122 sì e 172 no. Laura Boldrini, dal Pd, lo difende, sottolineando però l’importanzadella condanna unanime dell’attacco di Hamas e l’unanime appello a una ripresa del dialogo tra Israele e Palestina. Un dialogo congelato per molto tempo, nell’indifferenza generale. Ed è stata anche questa indifferenza a permettere ad Hamas di affermarsi come forza che poteva rappresentare un’alternativa per il mondo palestinese. Non è così: Hamas non coincide con il mondo palestinese. E la politica non può ridursi a un tweet becero”. Il punto 5, dice Boldrini, ricordando di aver già affrontato il tema nell’intergruppo parlamentare per la pace Palestina-Israele, “era a mio avviso necessario per dire che Hamas, a discapito dell’Autorità palestinese, ha potuto soffiare su una rabbia e su una sofferenza che negli anni è cresciuta in Cisgiordania, dove è stata portata avanti, dal parte del governo israeliano, una politica di colonizzazione. Ma ripeto: qui nessuno ha messo in dubbio che Hamas sia da condannare”. 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.