Renato Brunetta (Ansa)

Il Cnel si divide e dice no alla legge sul salario minimo. Brunetta: “Il sindacato si è spaccato”

Gianluca De Rosa

"Landini ha cambiato idea. Noi pensiamo che la via sia la contrattazione", dice il presidente durante la presentazione del documento che sarà consegnato al governo, approvato nonostante il voto contrario di Cgil, Uil e 5 esperti. Schlein: "Testo debole. Il tentativo di affossare la nostra proposta è miseramente fallito"

La richiesta era arrivata da Palazzo Chigi. Questo pomeriggio la risposta è arrivata. Il Cnel presieduto da Renato Brunetta ha presentato alla stampa il documento che stasera sarà consegnato a Giorgia Meloni. Sintesi: no, la legge non è la strada giusta per garantire ai lavoratori un salario minimo. Sul documento però l’assemblea generale del Cnel si è spaccata. In quindici hanno votato contro: i membri della Cgil, quelli della Uil e il consigliere della Usb, oltre ai cinque esperti nominati dal Quirinale - Marcella Mallen, Enrica Morlicchio, Ivana Pais, Alessandro Rosina e Valeria Termini - che avevano presentato due proposte emendative per introdurre il salario minimo almeno in alcuni settori che sono state bocciate.

Non è il Cnel che si è spaccato - ha rivendicato Brunetta - è il sindacato che lo è, Landini ha cambiato idea, è legittimo, noi invece pensiamo ancora che come dice la Costituzione la via maestra per il salario minimo sia la contrattazione”. Il documento contiene anche diverse proposte di “legislazione a supporto” che il Cnel presenterà a Palazzo Chigi. “Noi - ha detto Brunetta - non abbiamo fatto una scelta duale ma la scelta di dire che serve una molteplicità di strumenti specifici, una cassetta degli attrezzi, per aiutare la contrattazione nei settori più fragili, dagli appalti ai tirocini. E per fare questo non basta un salario minimo di 9 euro, in questa casa c'è una grande tradizione: contrattazione, contrattazione, contrattazione. Quindi per noi la strada non è una supplenza da parte delle leggi”.

Il disegno di legge di Pd, M5S, Azione e Avs per l’introduzione del salario minimo tornerà a Montecitorio martedì prossimo, dove dovrebbe essere discusso in aula. Cosa farà a questo punto il centrodestra? Secondo fondi di FdI la proposta della maggioranza sarà quella di riportare il testo in commissione per approfondire i rilievi mossi dal Cnel nel suo documento. La maggioranza potrebbe anche fare sue le proposte contenute nel documento. “Il premier Meloni - ha spiegato Brunetta - aveva detto che le nostre conclusioni, una volta vagliate dal governo, potessero entrare già in legge bilancio e o, aggiungo, nel collegato lavoro”.

 

Intanto sbottano le opposizioni. "Il tentativo di usare il Cnel per affossare la proposta di salario minimo delle opposizioni è miseramente fallito. L’esito delle votazioni sul documento finale sancisce una divisione così forte all’interno del Cnel da far si che le conclusioni offerte al governo ne risultino fortemente indebolite", attacca la segretaria Pd Elly Schlein. "La prossima settimana vedremo se maggioranza e governo saranno in grado di dirci finalmente quali sono le loro proposte. Abbiano il coraggio di dire "no" sui 9 euro l'ora che abbiamo proposto", ha aggiunto Schlein. Parole simili arrivano anche da Conte e Calenda. "Il Cnel si è spaccato sul salario minimo. Ora tocca a Giorgia Meloni dire una parola sulla posizione del governo e su come affrontare il problema del lavoro povero.  Evitiamo se possibile uno scontro parlamentare. Ce lo chiedono 3,5 milioni di lavoratori", twitta il leader di Azione. "Meloni e Brunetta hanno commesso il delitto perfetto", rintuzza il capo grillino.

Soddisfatto invece il segretario della Cisl Luigi Sbarra che commenta così la notizia arrivata da Villa Lubin: “Pensiamo che questo orientamento, questi dati e valutazioni del Cnel possono rappresentare un solido riferimento al sistema politico e al Parlamento per andare nella direzione di estendere valorizzaree e rafforzare la contrattazione collettiva”

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