l'intervista
"Su Israele la sinistra sta sbagliando come con le Brigate Rosse". Parla Furio Colombo
L'ex direttore dell'Unità: "L’antisemitismo, che in Italia era stato una prerogativa fascista, della destra, è penetrato a sinistra, come l’umidità che si diffonde da una parete all’altra della casa"
"Su Israele la sinistra sta commettendo lo stesso tragico errore che commise con le Brigate Rosse. Lascia circolare nel suo discorso la propaganda di Hamas, come fosse la limpida voce del popolo palestinese, anziché quella di un’organizzazione terroristica feroce, contro la quale è necessario schierarsi e denunciare, come fece l’operaio comunista Guido Rossa con le Br”. Ex parlamentare dell’Ulivo, direttore dell’Unità, una lunga storia politica e culturale a sinistra, Furio Colombo ascolta le parole di Nicola Fratoianni sulla strage dell’ospedale di Gaza e viene inghiottito dalla “tristezza” e dallo “sconforto”.
“L’esercito israeliano ha bombardato un ospedale pieno di personale sanitario, feriti e sfollati”, scrive il segretario nazionale di Sinistra Italiana, un’ora dopo la notizia dell’esplosione, attribuendo a Israele un “crimine di guerra”, quando ancora le responsabilità non sono chiare. Dice, invece, Colombo: “Fratoianni si è prestato a rilanciare in rete il volantino della propaganda di Hamas, che dà subito la colpa a Israele, facendosi portavoce della loro versione dei fatti”. La tristezza di Colombo aumenta quando cito un articolo di commento del massacro del 7 ottobre di Patria Indipendente, l’organo ufficiale dell’Anpi, che, dopo aver condannato l’attentato, aggiunge: “Impossibile però ignorare l’occupazione militare illegittima israeliana di parte del territorio palestinese, causa dell’azione armata di Hamas”. Dice: “Non ci posso credere. Ora sarebbe stato Israele ad armare la mano di Hamas? E’ desolante vedere ciò che rimane della Resistenza italiana prestarsi alla grande distribuzione di propaganda islamista”.
Da tempo, Furio Colombo conduce una battaglia a favore di Israele all’interno della sinistra italiana, via via sempre più solitaria, convinto però che “la sinistra dovrebbe naturalmente stare dalla parte di Israele”. Ha spiegato il perché in due libri oggi introvabili: “Per Israele”, pubblicato nel 1991; e “La fine di Israele”, del 2007. Nei quali ricorda che l’idea di uno stato israeliano nasce all’interno dei movimenti socialisti, tra la fine dell'Ottocento e l’inizio del Novecento; che socialista è l’idea dell’esperimento comunitario del kibbutz; e che da quella tradizione viene tutta la classe dirigente che ha governato Israele fino al 1977. Un dato su cui fece leva anche l’iniziale protesta palestinese, la quale si schierò ufficialmente contro l’afflusso di ebrei stranieri, osservando che molti erano “del tipo rivoluzionario bolscevico”. E oggi? “L’antisemitismo, che in Italia era stato una prerogativa fascista, della destra, è penetrato a sinistra, come l’umidità che si diffonde da una parete all’altra della casa”.
Nelle piazze filopalestinesi del fine settimana si è infiltrato sotto la maschera dell’“antisionismo”. “Perché dirsi antisionisti oggi è un modo per nascondere il proprio odio per gli ebrei, della cui violenza si prova vergogna”. Non che Colombo stia politicamente dalla parte di Netanyahu. “Sto dalla parte di chi è sceso in piazza a contestarlo”. Né è contro l’idea di uno stato palestinese. “Io sono contro Hamas. Non contro la Palestina”. Però sfugge a chi è sceso in piazza che non ci sono più due popoli e due stati: ce ne sono tre. Gli israeliani, i palestinesi della Cisgiordania e Hamas. “Che fa vivere nel terrore gli abitanti della Striscia di Gaza sotto il suo potere”. Da Israele, infatti, arrivano voci di intellettuali contro le scelte del governo. “Da Gaza, invece, solo conferme della linea politica di Hamas”.
Neanche un abitante della Striscia ha avuto da ridire per la situazione in cui Hamas li ha precipitati? “Tutto lì è sottoposto a un controllo totalitario. E dispiace che una parte della sinistra italiana distribuisca o lasci distribuire i volantini della propaganda. Anziché denunciare come Guido Rossa i terroristi”. Che non sono compagni che sbagliano. Sono nemici. “Non solo di Israele. Ma anche della Palestina”.
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