Intervista
"Cara Lega, aiuta gli agenti. A Milano, il 4 novembre, non manifestare". Parla Foti (Fdi)
"Evitiamo di pesare sulle nostre forze dell'ordine gravandole con manifestazioni di piazza. Il Pd sia responsabile sulla manovra. La rotta balcanica va chiusa per evitare lupi solitari". Intervista al capogruppo FdI, Tommaso Foti
Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, il 4 novembre lei dove sarà? “Mi auguro di essere nella mia cara Piacenza”. A Milano, Matteo Salvini prepara una manifestazione di piazza. Non vogliamo farvi litigare, ma, non è meglio impiegare agenti altrove? “Il Pd organizza una grande manifestazione l’11 novembre. Sia chiaro, nessuno ha vietato e vuole vietare le manifestazioni, ma sgravare gli agenti potrebbe essere interesse di tutti. I nostri straordinari militari sono impegnati, e notevolmente. Una politica saggia gli facilita il lavoro. E’ un pensiero da papà”.
Ha figli? “Sì, una figlia”. E lei si fida dei nostri apparati di sicurezza? “Mi fido ma sono consapevole che un lupo solitario è un rischio possibile, anche in Italia. Solo un irresponsabile può credere che non ci siano rischi di emulazione dopo quanto accaduto a Bruxelles. Non voglio fare allarmismo. Attenzione. Mi collego a quanto dicevo all’inizio: lasciamo alle nostre forze dell’ordine tempo, energie per pedinamenti, monitoraggio, intelligence”. E però, siamo il paese della “strategia della tensione” e il retropensiero è sempre che il governo voglia assemblare una “fabbrica della paura”. Foti, fa il muratore della “fabbrica della paura?” “Non serve che risponda. Le immagini sono sotto gli occhi di tutti. Una nazione come Israele, con livelli di sicurezza notevoli, è stata colpita. L’odio di Hamas non è solo l’odio contro Israele, ma l’odio totale contro l’occidente”. E per questa ragione che chiuderete tutte le frontiere? Ieri la Slovenia. Quale sarà la prossima? “Inquadriamo il provvedimento. La decisione presa dalla premier è in linea con quanto deciso da Francia e Austria”. Per il capogruppo FdI esiste un sillogismo migrante = terrorista? “Ho un po’ di anni e non generalizzo mai. Avere un filtro sulla rotta balcanica, averlo per qualche giorno serve a evitare l’ingresso di quei lupi solitari che oggi sono galvanizzati dallo sterminio compiuto in Israele”. Ripeto, esiste il sillogismo? “Io mi concentrerei sull’odio, sull’odio di Hamas. E’ vero tuttavia che se non tutti i musulmani sono terroristi è vero anche che tutti i terroristi sono musulmani”. Elly Schlein, la segreteria del Pd ha appena dichiarato che sconfiggere “Hamas non vuol dire punire l’intero popolo di Gaza”. Non ha ragione Schlein? “Non so se lo pensi anche la segretaria del Pd, io credo che in quella striscia di terra debbano essere i palestinesi i primi a isolare Hamas”. La Lega da settimane attacca la giudice catanese Apostolico. Si vuole unire pure lei? “A me preoccupa avere una direttiva chiara, europea”. Sta proponendo una nuova legge per regolare le espulsioni? “Quanto accaduto con il terrorista di Bruxelles impone una riflessione. Per due anni, malgrado provvedimenti di espulsione, è andato in giro per l’Europa. Se è vero, come è vero, che le direttive sono europee è opportuno avere una procedura di espulsione comune”. I giudici? “Penso che debbano applicare la legge e non interpretare la legge. Un migrante che non ha nulla da nascondere lo ritrovi facilmente, ma un migrante caricato a odio lo trovi, dopo due anni, come accaduto, con un kalashinkov in mano”. Dato che è capogruppo del partito di maggioranza le facciamo una domanda che ci ha suggerito Giuseppe Conte. Non avete vergogna di “brutalizzare il Parlamento”, di impedire il dibattito sulla manovra finanziaria? “Ci sono manovre che suggeriscono ampi confronti, ma basta guardarsi intorno e accorgersi in che epoca ci è dato vivere. Abbiamo una guerra in Ucraina in corso. Un’altra, che poi è la più antica, la guerra israelo-palestinese, è appena scoppiata. Voglio ricordare che c’è pure il Sahel in ebollizione. Abbiamo fronti aperti, un debito pesantissimo, il fardello del superbonus”. Cosa chiede insomma? “Non posso dire cosa deve fare l’opposizione ma spero che sia responsabile. Non ha sempre ripetuto il Pd per anni di essere ‘il partito della responsabilità’? Questa è l’occasione. Non si poteva fare una manovra diversa, ma solo questa”. Le agenzie di rating, oggi vi potrebbero declassare, lo sa? “Io mi fido del lavoro del ministro dell’Economia, Giorgetti. Siamo in linea con i parametri europei, abbiamo rispettato le indicazioni e varato una manovra improntata alla prudenza. Mi auguro che la scelta sia premiata dalle agenzie di rating”. FdI finirà nel partito popolare? “FdI fa parte della famiglia dei conservatori. Un appunto lo voglio fare. Alcuni esponenti di FdI, quando c’era il Pdl, vennero eletti ed entrarono nel Ppe. Solo per dire che non servono esami del sangue”. Siamo arrivati alla fine. Qui al Foglio l’abbiamo chiamata Foti dry e pizzicata per il suo mestiere di capogruppo. Ha preso il testimone da Lollobrigida. Foti, ma non è meglio prendere un Martini dry anziché fare il capogruppo? “Ognuno lo fa secondo le sue possibilità e capacità. Sono fatto così. Sono stato indicato da Meloni, eletto all’unanimità. Le dico, e sono sincero, che non sono un ambizioso. Se qualcuno dovesse dirmi ‘fatti da parte’, non mi arrabbio di certo. Le piace?”. Cin!