(foto Ansa)

l'intervista

Un Padellaro fogliante: "Chi sostiene Hamas è un demente. Le bandiere della pace una furbata”

Luca Roberto

L'ex direttore del Fatto: "Su Israele ha ragione Il Foglio. Basta equazioni tra il terrorismo e gli errori di Netanyahu. Il governo israeliano segua l'esempio di Biden: le democrazie sono diverse dai macellai islamici"

Antonio Padellaro dice che su Israele la posizione più seria ed equilibrata l’ha mostrata il Foglio. “Vi faccio i complimenti per la fiaccolata all’arco di Tito. Una manifestazione condivisa e di grande significato”. Aggiunge che “i sindaci che espongono la bandiera della pace sono dei furbetti in cerca di alibi, perché la vittima è Israele”. E su chi tende a equiparare Hamas e Netanyahu usa parole nettissime: “Sono, come li chiama Giuliano Ferrara, dementi collettivi. Vanno ascoltati, come i No vax, ma per fortuna sono marginali”.

Abbiamo chiesto all’ex direttore, attuale editorialista del Fatto quotidiano, cosa ne pensi dell’ambiguità di certi partiti italiani, di un certo giornalismo nostrano, nei confronti dell’attacco a Israele e di quel che si è scatenato da allora. “Il giorno dopo la strage del 7 ottobre ho detto che sentivo i genitori di chi aveva perso i suoi cari come miei fratelli, e quei ragazzi uccisi mentre ballavano come i miei figli. Per questo il mio primo impulso è stata la vendetta”, premette Padellaro. “Ma ho anche pensato che la differenza tra chi è cresciuto in un paese democratico e i macellai di Hamas è il non cedere agli istinti di vendetta. Per questo ho molto apprezzato le parole di Biden in visita in Israele, quando dice ‘non commettete i nostri stessi errori’”. E però qualsivoglia strategia d’uscita da questa situazione, s’affretta a chiarire Padellaro al Foglio, “non può contemplare alcuna equidistanza tra Israele e Hamas. Anche perché quelli di Hamas non sono nemmeno degni di essere chiamati terroristi, un termine che quasi li nobilita. Non hanno neppure una vaga idea di giustizia. Sono solo, ripeto, dei macellai”. 
In questi giorni di discussione sulle manifestazioni in  sostegno della Palestina, l’ex direttore dell’Unità dice di avere molto apprezzato le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto: “Ha detto che sarebbe andato in piazza qualora i manifestanti filopalestinesi avessero apertamente condannato Hamas. Mi unisco all’appello, lo faccio mio. Perché qui il discrimine è chiarissimo. Non ci può essere forma alcuna di equiparazione. Non scherziamo”. Ma allora perché c’è ancora, tra le forze politiche italiane, chi gioca sul crinale dell’ambiguità? Ha visto che, per esempio, i vari Soumahoro e Fratoianni, hanno subito condannato l’attacco all’ospedale di Gaza associandolo a non provate responsabilità israeliane? “Ma alla base di questi atteggiamenti, che riguardano anche il giornalismo, c’è la semplice tendenza a regolare conti interni”, analizza Padellaro. “E’ come ha spiegato Giuliano Ferrara. Sono una parte di quel fenomeno che si può definire ‘demente collettivo’. Bisogna stare ad ascoltarli, come si faceva pure con i No vax all’epoca del Covid, ma per fortuna sono molto marginali. E se l’antisionismo è una tendenza che ha accomunato destra e sinistra, l’antisemitismo è invece una specie di  sifilide del pensiero e dello spirito. L’auspicio è che prima o poi scompaia”. Ha messo lei in mezzo il giornalismo. Cosa ne pensa del nuovo corso di un giornale glorioso come l’Unità, che ha diretto, e che adesso si presta alle peggiori ambiguità sulla guerra? “Del giornale di oggi non parlo, mi scusi. Posso parlare solo del bellissimo giornale che facevamo con Furio Colombo. Avevamo riportato l’Unità all’antico splendore”.

 

A proposito di sinistra: secondo lei Elly Schlein sulla questione israelo-palestinese sta tenendo una posizione equilibrata? “E’ come quel verso di Eugenio Montale: ‘Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo ciò che non vogliamo’. Ecco, rassicura sapere che non è una sostenitrice dei tagliagole. E che esprimendo vicinanza ai civili non vuole la distruzione del popolo israeliano. Tutt’altra cosa è invece Salvini. Che protesta contro Hamas indicendo una manifestazione di piazza, citando Oriana Fallaci, solo per mettersi contro Meloni. Ecco: un esempio di pura imbecillità”. Proprio la premier, per altro, secondo Padellaro, “in questa crisi può svolgere un ruolo centrale. Sta tessendo una rete in Africa, con questo famoso Piano Mattei. Adesso il passaggio necessario è cercare di indirizzare una strategia, anche a livello europeo, visto che Bruxelles sta mancando completamente all’appuntamento. Da questo punto di vista mi rassicurano molto le parole sagge del presidente Biden, che ha consigliato a Israele di non fare gli stessi errori degli Stati Uniti. Proprio perché una democrazia matura è altra cosa rispetto ai macellai”. L’ultimo punto che tocchiamo con l’editorialista del Fatto è la polemica sulle bandiere della pace esposte da alcuni sindaci di centrosinistra nel post attacco di Hamas. “L’ho trovata una furbata, un alibi per essere equidistanti”, spiega. “Ma che senso aveva mettere quella della pace e non quella dell’Onu, dell’Italia? E’ chiaro che nell’imminenza della strage aveva senso manifestare unicamente solidarietà nei confronti di Israele”.

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