l'intervista
Nardella: “L'immigrazione non gestita può sfociare nel terrorismo. Non possiamo accogliere tutti”
Parla il sindaco di Firenze: "La sinistra deve avere una strategia pragmatica, non ideologica. E deve avere anche il coraggio di dire no alla sola accoglienza compassionevole. Riappropriamoci del tema sicurezza. Schlein ascolti i sindaci"
“La mancata gestione del fenomeno migratorio comporta problemi di sicurezza nelle città. E noi, come sinistra, come Pd, non possiamo offrire una ricetta ideologica. Dobbiamo proporre soluzioni pragmatiche da opporre alla destra. Perché la sicurezza si rivolge soprattutto ai più fragili, cioè quelli che vogliamo rappresentare”. Il sindaco di Firenze Dario Nardella nei giorni scorsi ha convocato i parlamentari del suo territorio per chiedere un nuovo intervento legislativo di contrasto alla microcriminalità. Una serie di casi hanno riguardato il parco delle Cascine, iscritti in un più generale clima d’insicurezza a livello continentale. Riconosce anche lei che i fatti di terrorismo cui stiamo di nuovo assistendo in Europa siano legati all’immigrazione clandestina? “Io non credo che ci sia una correlazione diretta. Per intenderci, non credo che i terroristi arrivino con i barchini. Anche perché la nostra intelligence fa un grande lavoro preventivo”, risponde il primo cittadino dem. “Il problema è che numeri enormi, soprattutto quando non controlli il fenomeno ma lo subisci, possono agevolare e aggravare i processi di radicalizzazione. Che avvengono per esempio nelle carceri o nel circuito della criminalità, oltre che online, e che possono sfociare nel terrorismo. Per questo, la sinistra deve avere il coraggio di dire che non si possono accogliere tutti”.
Da questo punto di vista, secondo Nardella, il governo sta sbagliando completamente approccio. “Perché è chiaro che prolungare la permanenza nei centri per il rimpatrio aggrava il problema. Quello che dovremmo essere in grado di fare sono rimpatri più veloci. Flussi troppo grandi, non gestiti, finiscono per ingrossare le sacche dell’immigrazione irregolare. Con problemi che si vedono soprattutto nelle periferie delle grandi città”. Ma gli errori sono anche altri: “I ministri Minniti e Lamorgese hanno promosso la consulta delle comunità islamiche. Io sono stato il primo sindaco fiorentino a entrare in una moschea e a parlare italiano, per cercare di aprire quanto più possibile questi luoghi di culto. Tutto questo è stato smantellato. Ecco, anche così favorisci la ghettizzazione e la radicalizzazione”. Certo, il macro tema è la riforma del trattato di Dublino, “ma in Europa è chiaro che manca una leadership come quella di Angela Merkel”, analizza il sindaco. “E il governo italiano sta dimostrando di non saper strutturare accordi che funzionano, come nel caso della Tunisia”.
Torniamo però al suo campo politico, la sinistra. Forse avete sottovalutato troppo la questione sicurezza, rinfocolata dal riemergere di un conflitto aspro in Medio oriente. Cosa consiglia alla segretaria Schlein? “Di ascoltare i sindaci. Che su questo versante sono in prima linea e non possono essere lasciati soli”, dice Nardella. “Anche la segretaria credo lo abbia già detto in passato: non ci si può approcciare alla questione migratoria senza ristabilire un principio di legalità. Per questo l’immigrazione clandestina va combattuta a ogni costo. Perché così riesci anche a valorizzare l’immigrazione regolare. Da questo punto di vista credo siano assolutamente condivisibili le parole del leader dei Labour inglesi Keir Starmer. Che sta auspicando il ritorno a una terza via anche sull’immigrazione. Lasciando da parte l’ideologia. Perché, lo ripeto, la sinistra in Italia non può avere un approccio compassionevole, quello dell’accogliamoli tutti. Tenendo sempre ben presente che le persone in mare vanno salvate costi quel che costi”. E Schlein vi ascolta? “Con lei abbiamo fatto numerose riunioni sui temi più vari. Sono convinto che farà tesoro dell’esperienza degli amministratori, l’ossatura del Partito democratico”. Anche su Israele, ci sono state nel Pd voci che hanno imbarazzato la linea ufficiale del partito: “Eppure sono convinto che nella condanna di Hamas e nella richiesta che Israele rispettasse il diritto internazionale, Schlein abbia detto parole inequivocabili”. Anche se c’è chi, come l’ex sardina Mattia Santori, si dice contrario tanto al terrorismo quanto al sionismo: “Rispondo con le parole del presidente della comunità ebraica di Firenze Enrico Fink, che è ancora più a sinistra di Santori. Chi si dice antisionista al fondo contesta l’esistenza stessa di Israele. E queste sono posizioni incompatibili con l’obiettivo di due popoli e due stati. Per fortuna, minoritarie”.