Il caso

Meloni, guerra a Hamas e tensione con Mediaset. Le parole di Marina non bastano

Simone Canettieri

La premier in Aula si concentra sul medio oriente in vista del Consiglio Ue di oggi. Ma irrompe il segnale della primogenita di Berlusconi: "Stimo Giorgia". Lei non si fida dell'azienda

Di prima mattina, in Senato, Giorgia Meloni parte quasi dimessa, di sicuro non carica e urlante come finirà in serata alla Camera: “Non dovete essere nervosi perché il governo va male e sta per arrivare il vostro momento”, dirà con tono e decibel di sfida alle opposizioni. E ancora: “Governerò altri quattro anni e poi chiederò il parere agli italiani”.  Prima di lasciare Palazzo Madama all’ora di pranzo per andare al Quirinale in un sussulto di orgoglio aveva avvisato che “la maggioranza è unita e che tutti se ne devono fare una ragione”.

 

La premier è in Parlamento per le consuete comunicazioni in vista del Consiglio europeo di oggi a Bruxelles. Si nota un dato politico nel rapporto con le opposizioni: la premier cita, riconosce e attacca, più volte, Giuseppe Conte, ma mai Elly Schlein, leader del Pd. In questa fase, Meloni sembra trovare rifugio dai guai interni (tra fantasmi e complotti) a Bruxelles, nella proiezione di leader del G7, alle prese con due guerre, a est e in Medio oriente. E proprio sulla difesa di Israele, la premier cita di nuovo, come accaduto al Cairo sabato scorso, parole definitive e non equivocabili contro Hamas e contro un cessate il fuoco che non si può chiedere ora a Tel Aviv. Poi irrompe il fattore Marina Berlusconi. E dunque l’ombra del caso Giambruno. 


La primogenita del Cav. usa un’anticipazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa: “In questi giorni ho letto e sentito di tutto: retroscena inventati di sana pianta, ricostruzioni totalmente prive di senso logico e spesso anche contraddittorie”. La verità, dice Marina Berlusconi, è una sola: “Stimo molto Giorgia Meloni. La trovo capace, coerente, concreta. La apprezzo sul piano politico e la apprezzo molto anche come donna, ancor più in questi giorni”. Si cerca dunque di spegnere l’incendio fra Mediaset e la premier dopo i fuorionda di Giambruno e i cattivi retropensieri che albergano a Palazzo Chigi. Antonio Tajani, fra l’incudine e il martello in quanto leader di Forza Italia e possibile oggetto di ripicche e ritorsioni da parte della leader di Fratelli d’Italia, facilita l’intervento di Marina con una telefonata.

   

La premier viene raccontata dai parlamentari che riescono a raggiungerla “provata e stanca”. Tuttavia non si fida dell’azienda della famiglia Berlusconi. Fratelli d’Italia motiva l’intervento di Marina anche come una mossa dell’imprenditrice per tranquillizzare i mercati (ieri  il titolo di Mediaset ha chiuso debole in Borsa con un -3 per cento dopo giorni ancora più complicati). Le parole di Meloni, al di là delle schermaglie con l’opposizione e soprattutto con Conte, sono tutte concentrate sul Consiglio europeo, sulla condanna a Hamas, sulla legittimità di Israele di difendersi, pur riconoscendo due popoli e due stati.

 

La premier critica l’approccio dell’Europa divisa sul medio oriente e torna a parlare di immigrazione, anche se l’argomento non sarà all’ordine del giorno. Ci sarà il Mes, questo sì, che sarà affrontato domani durante l’Eurosummit. L’Italia continua a opporsi alla ratifica del nuovo regolamento, in solitudine, nonostante le pressioni che si rincorrono puntuali a Bruxelles. Dove oggi Meloni arriverà alle dodici per dimenticare le grane interne, che si arricchiscono anche di Vittorio Sgarbi, sottosegretario abbastanza in bilico. Ritirargli le deleghe sarebbe un segnale a Forza Italia.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.