il giorno dopo
Lo scherzo dei russi? "Meloni ha capito subito", dice il sottosegretario Mantovano
Il fedelissimo della premier, che ha la delega ai Servizi, prova a ridimensionare. Tajani: "C'è stata superficialità e questo non deve più accadere". Opposizioni all'attacco. "Non fare la vittima, fatti aiutare", dice Renzi alla presidente del Consiglio. Schlein: "Sconcertante"
“Il presidente del Consiglio l’ha capito subito”, dice Alfredo Mantovano, senza aggiungere altro. Entrando a Palazzo Chigi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi elude le domande dei cronisti che gli chiedono dello scherzo telefonico di cui Giorgia Meloni è stata vittima a settembre e di cui ieri è stata data notizia. Si limita a ribadire quello che in qualche modo era già stato fatto trapelare ieri e cioè che Meloni fosse indispettita dall'atteggiamento del finto diplomatico africano - ovvero la coppia di comici russi Vovan e Lexus che può vantare una lunga serie di scherzi illustri, da Angela Merkel a Pedro Sanchez.
Una difesa d'ufficio che non cancella le falle di sicurezza rivelate dallo scherzo telefonico, né chiarisce come mai Palazzo Chigi non ne abbia dato notizia prima, aspettando invece che fossero i comici a pubblicare l'audio. "Certamente c'è stata una superficialità da parte di chi ha organizzato la telefonata e questo non deve più accadere", ha ammesso questa mattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani, mentre nella maggioranza c'è chi dietro la telefonata evoca la guerra ibrida e la regia del Cremlino allo scopo di cavare qualche parola compromettente sulla guerra in Ucraina. Obiettivo che, in particolare sul conflitto scatenato da Putin, il ministro nega sia stato raggiunto. "Le parole della presidente Meloni sono un chiaro segnale di conferma di quella che è la linea politica del nostro paese", ha aggiunto Tajani.
Sul fronte opposto, quello delle opposizioni, la segretaria dem Elly Schelin ha definito "sconcertante" quello che è accaduto, invitando Meloni a spiegare come è stato possibile. Mentre per l'ex premier Matteo Renzi, "la figuraccia danneggia non tanto la presidente del Consiglio, ma la credibilità del Paese. Un peccato. Giorgia, non fare la vittima. Fatti aiutare. La storia della telefonata dei due comici russi non può essere derubricata a scherzo telefonico".
Questa mattina, non a caso, a occuparsi della vicenda è stata anche la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova che ha accusato Meloni di glorificare il nazionalista e nazista ucraino Stepan Bandera. La frase incriminata di Meloni è: "Gli ucraini stanno facendo quello che devono fare, quello che è giusto fare, e noi cerchiamo di aiutarli".