Il colloquio

“Sulle licenze taxi il governo ha sbagliato tutto. Io non ho colpe”. Intervista a Gualtieri

Gianluca De Rosa

Dalla mancato aggiornamento della legge quadro del '92 alla normativa speciale per l'aumento delle auto che "ci permette di risparmiare meno di 45 giorni e ci fa perdere diversi milioni". Le critiche del sindaco di Roma (in missione in Africa per Expo) al governo sui taxi

Il governo dice che i comuni se vogliono possono pubblicare in 15 giorni le gare per le nuove licenze taxi. Sindaco Roberto Gualtieri, cosa state aspettando? “A fronte di un risparmio temporale calcolato in 45 giorni su circa un anno, Roma perderebbe diversi milioni di euro per questo  abbiamo deciso di procedere con la via ordinaria per l’aumento delle licenze”.  Eppure il governo dice che con le regole straordinarie ci vorrebbe molto meno: Mit e Mimit hanno anche pubblicato un’apposita  circolare con cui vi dicono in pratica “cari comuni, non avete più scuse,  fate in fretta”. “Non è così – ribadisce il sindaco di Roma – le lungaggini procedurali per il rilascio delle licenze vengono ridotte solo in misura limitata dal governo: condurre uno studio che giustifichi l’aumento, chiedere il parere all’Autorità di regolazione dei trasporti per il valore delle nuove licenze, deliberare l’aumento dell’organico, ottenere il parere obbligatorio in commissione consultiva sono step ancora obbligatori. L’unico passaggio che viene eliminato dal decreto è la richiesta del parere dell’Autorità sull’aumento, una modifica che ci farebbe risparmiare non più di 45 giorni, perdendo però il 20 per cento del ricavato dall’assegnazione perché, incomprensibilmente, la procedura semplificata è condizionata dall’obbligo di trasferire ai tassisti che già detengono una licenza tutto il ricavato. Per noi che puntiamo a mille nuove licenze ordinarie significa rinunciare a diversi milioni di euro”. 


 A proposito delle mille licenze, negli scorsi giorni l’Antitrust ha sollecitato anche Roma “ad adeguare il numero delle licenze taxi alla domanda” andando oltre il 20 per cento previsto dal dl Asset. Mille è invece solo il 13 per cento degli attuali taxi nella capitale.  “Attenzione – dice Gualtieri – noi abbiamo detto che metteremo a bando, oltre alle mille licenze permanenti, anche 500 titoli stagionali, per circa un 20 per cento di licenze in più, ma anche questo non esaurisce il nostro lavoro per aumentare l’offerta. Siamo già partiti con le doppie guide che, dopo un primo periodo di stallo stanno cominciando a prendere piede. Credo che nell’arco di un anno potranno incidere in modo significativo sull’offerta complessiva”. Intanto però in città i taxi non si trovano. La percezione per i cittadini è quella di un costante scaricabarile che lascia, nonostante i problemi, le cose come sono. Secondo i dati elaborati dall’Antitrust a Roma il numero di richieste taxi inevase è passato dal 14-15 per cento di gennaio al circa 45 per cento di giugno e luglio, mentre in città le licenze non vengono aumentate dal 2005, il sindaco  era Walter Veltroni. “Per essere letto correttamente – si difende Gualtieri  – il dato dell’Antitrust va parametrato al fatto che oggi ogni tassista ha diverse app e riceve contemporaneamente più prenotazioni. Quindi il numero di chiamate inevase è un multiplo del numero di persone che effettivamente non riescono a trovare un taxi. Quel dato ci dice  due cose: la prima è che la carenza di licenze è divenuta rilevante a Roma negli ultimi mesi con il boom del turismo. La seconda è che abbiamo una normativa antidiluviana del settore. Risale al 1992 quando stavano per arrivare sul mercato i telefonini di una volta, non gli smartphone. La legge in teoria punisce il rifiuto della corsa, ma oggi con smartphone e app, complice la Corte di giustizia europea che ha decretato illegittimo il vincolo d’esclusività fra tassista e cooperativa, questo non avviene e i tassisti scelgono dove gli conviene andare”.

 

Alla stazione  Termini ad esempio non vanno... “Lì – dice il sindaco  – mancano i taxi a causa delle corse troppo brevi e quindi poco redditizie,  il nostro margine di azione è stretto. Con queste regole   non possiamo neanche sapere dove sono i taxi: gli stessi dati dell’Antitrust sono stati forniti dai radiotaxi e non sono frutto di una autonoma capacità di monitoraggio della Pubblica amministrazione. Purtroppo, il dl Asset non aggiorna la legge del 1992. Anche senza un miglioramento normativo, comunque, posso garantire, a Roma ci saranno più taxi”. Sarà possibile entro il Giubileo? “Assolutamente sì”. Serviranno i poteri commissariali? “Li potremmo utilizzare solamente per adottare provvedimenti temporanei, non per misure permanenti come l’assegnazione di licenze ordinarie”.


Gualtieri ci risponde prima di un viaggio in Africa, dove si sta recando (tra Ghana e São Tomé) per cercare di racimolare gli ultimi voti per portare l’Expo a Roma. Si aspetta che l’Albania, che sui migranti sta aiutando l’Italia, appoggerà la candidatura di Roma? “Certamente”, dice il sindaco. “E’ un paese fratello. Da Expo avrebbe molti vantaggi, a partire dal turismo. Il mio amico Erion Veliaj, sindaco di Tirana ci sostiene, spero il governo albanese faccia altrettanto”.