saverio ma giusto
Lo scandalo del premierato è l'abolizione dei governi tecnici
Giù le mani dai tecnici che ci hanno letteralmente salvato la pelle negli ultimi trent'anni. Nostalgia di Ciampi & Co
In merito al premierato di Meloni, “madre di tutte le riforme” ( comunque la si veda, c’è dello psichiatrico nella fissa di Meloni per la maternità…), in molti si concentrano sul ridimensionamento del presidente della Repubblica, qualcuno si preoccupa per l’estinzione dei senatori a vita, ma in pochi stanno sottolineando il vero orrore di questa riforma costituzionale: rendere impossibile la formazione dei governi tecnici. Quei governi che – è bene ricordarcelo ogni tanto – ci hanno letteralmente salvato la pelle negli ultimi trent’anni.
Governi italianissimi (siamo sempre stati gli unici ad averne), quindi garanzia anche di un certo spirito nazionale, espressioni di una certa singolarità culturale; gli unici ad aver goduto di un’unità nazionale. E che hanno indicato una via, quella della “tecnocrazia parlamentare”, che a oggi, fra propaganda populista e polarizzazione isterica, sembra essere la miglior forma di governo auspicabile. Senza dimenticare che sono stati proprio i governi tecnici a consentire alla politica di sopravvivere a se stessa, permettendole cioè di promettere l’infattibile e di fare l’indicibile tanto poi arrivavano loro (i tecnici) a pulire e a mettere tutto a posto, nonché a dare alibi agli stessi politici. Insomma, Meloni sta segando il ramo dove siede anche lei stessa. Ma della rottura del suo coccige me ne importa poco; è del mio osso sacro – anzi, del nostro – che mi preoccupo.
Dove saremmo oggi senza Ciampi, Monti, Draghi? E dove andremo a finire senza la possibilità di “in caso di emergenza, rompere il vetro” che fino a oggi ci ha consentito di uscire dalle crisi chiamando un tecnico? Qui sembriamo come quando a Gotham City vogliono arrestare Batman perché non segue le procedure: ok, in una sana democrazia non dovremmo aver bisogno né di tecnici al governo né di cavalieri mascherati che combattono il crimine; ma questa è Gotham, e senza Bruce Wayne che la notte si veste da grigio burocrate per dare la caccia a fondi europei, potete stare certi che Joker incasinerebbe a tal punto i conti pubblici da farci morire tutti schiacciati sotto al debito pubblico – e non ci sarebbero nemmeno i soldi per seppellirci dignitosamente. Cosa possiamo fare dunque per salvare i governi tecnici da questa riforma scellerata? Ho letto che è boom di adesioni alla petizione di Fedez perché il governo Meloni non abolisca il bonus “Psicologo”. Allora io adesso mi tatuo, vado ospite da Fazio e faccio un appello in lacrime al governo: non toccate il bonus tecnico. Lasciateci vivere nel sogno di poter rivedere un giorno un banchiere centrale alla guida del paese, o anche solo un presidente funzionario che sale a Palazzo Chigi non per voti (cioè per errore di valutazione da parte di un elettorato dallo spiccato cattivo gusto) ma per comprovate capacità gestionali della cosa pubblica e credibilità internazionale. Chi scrive del resto sono anni che vota solo e soltanto partiti che – nel caso in cui – non hanno mai fatto mancare il proprio appoggio a un esecutivo tecnico; senza questa prospettiva, farei davvero fatica a trovare altre ragioni per cui frequentare ancora le urne. Io l’unica promessa che voglio sentirmi di fare da un politico in campagna elettorale è: “Non vi preoccupate, alle brutte appoggeremo un governo tecnico”. Non fate morire la speranza.