Sinistre
Per il Pd di Ultima Generazione le accise sono bellissime
Il Partito democratico è l'unica forza ad appoggiare la proposta degli ambientalisti a tagliare i Sussidi ambientali dannosi. Ma questo potrebbe portare a un aumento del costo del carburante
Il Partito democratico, seppure con qualche cautela e molti giri di parole, è l’unica forza politica ad appoggiare la proposta di Ultima Generazione di tagliare i Sussidi ambientalmente dannosi (Sad). In particolare, gli attivisti climatici chiedono di eliminare otto Sad, per un controvalore di circa 5 miliardi di euro. Ma in pratica sono solo tre le misure che potrebbero generare un gettito significativo: l’aumento di 11 centesimi delle accise sul gasolio (3,4 miliardi di euro), l’eliminazione delle agevolazioni sui fringe benefit per l’uso promiscuo delle auto aziendali (1,2 miliardi), la soppressione degli sgravi sull’uso di gasolio e gpl per il riscaldamento in Sardegna e altre zone climaticamente svantaggiate (150 milioni).
“Abbiamo interagito più volte con il coordinamento di Ultima Generazione – ha detto al Foglio la responsabile Ambiente del Pd Annalisa Corrado – anche sottolineando quanto le loro battaglie siano sacrosante nel merito e non vadano criminalizzate nel metodo”. Partiamo dal metodo. La novità è che per il Pd le proteste di Ultima Generazione, come blocchi stradali e imbrattamenti dei monumenti, non vanno “criminalizzate”. Si tratta, evidentemente, di un’esortazione alle forze dell’ordine e alla magistratura a non perseguire più gli attivisti per violenza privata, interruzione di pubblico servizio, danneggiamento etc. Per il partito di Elly Schlein, quindi, la legalità ha un valore secondario rispetto alla riduzione delle emissioni. E’ una linea politica tanto legittima quanto discutibile, ma certamente ipocrita. Perché gli attivisti di Ultima Generazione rischiano in prima persona, i dirigenti del Pd no. Se ritengono giusti gli obiettivi e legittimo il metodo di protesta gli esponenti dem, a partire dalla segretaria Schlein, dovrebbero partecipare ai blocchi stradali, perché darebbero maggiore peso politico alla protesta e in virtù dell’immunità parlamentare sarebbero anche più tutelati dei giovani ecoattivisti.
Passiamo al merito. “Della loro prima proposta – ha spiegato Corrado – avevamo discusso più che altro le tempistiche, perché occorre costruire percorsi di uscita dai sussidi dannosi radicali ed efficaci, ma anche attenti alle potenziali tensioni sulle fasce più fragili della popolazione, da sostenere e tutelare. Ma, anche qui, sul merito ci siamo”. Quindi il Pd è favorevole ad alzare le accise sul gasolio. È un elemento di chiarezza ma anche di novità. Perché finora il Pd aveva chiesto l’abolizione in generale dei Sad, senza però mai prendere posizione su quali eliminare e quando. Questo ha generato conseguenze paradossali. Il quotidiano specializzato Staffetta Quotidiana ha spulciato gli emendamenti alla legge di Bilancio che usano i Sad come copertura, in gran parte firmati da parlamentari del Pd: in pratica, i Sad sono una specie di pozzo di San Patrizio che ha scalzato la lotta all’evasione come passepartout per coprire le spese più disparate, dai prepensionamenti alla sicurezza stradale, fino alle startup. Per la prima volta Corrado, a nome del Pd, dichiara quali Sad vanno eliminati per primi.
Nello specifico, il Pd archivia la sua linea più recente e, in parte, si schiera con le scelte del governo Meloni che aveva contestato. Nella scorsa legislatura, il partito all’epoca guidato da Enrico Letta ha sostenuto con convinzione la scelta del governo Draghi di usare più di 93 miliardi di euro per finanziare sconti sui prezzi dell’energia elettrica, del gas e dei carburanti (cioè, in gran parte, sussidi ambientalmente dannosi). All’epoca, viceministro dell’Economia era l’attuale responsabile economico del Pd, Antonio Misiani, che si è battuto non solo per difendere questi sgravi, ma addirittura per prorogarli: quando, l’anno scorso, la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti hanno ritenuto che i prezzi energetici fossero rientrati entro i limiti della sostenibilità e hanno deciso di non rinnovare gli sconti, il Pd ha presentato una “contromanovra” in cui accusava il governo di aver alzato le accise. Anche attraverso un’efficace campagna social, il Pd attaccava Palazzo Chigi per aver eliminato lo sconto sulle accise e chiedeva “più risorse” per contenere i prezzi energetici per famiglie e imprese.
È quindi un’importante inversione di rotta quella per cui lo stesso partito che pochi mesi fa si batteva per spendere 1 miliardo al mese per ridurre le accise, oggi vuole alzarle per estrarre 3,4 miliardi dagli automobilisti. Tra l’altro, alla fine del 2022, quando il governo ha iniziato a ridurre gli sconti, un litro di gasolio costava meno di 1,8 euro, mentre oggi costa più di 1,9 euro: quindi il Pd voleva tagliare le accise quando il carburante era più economico e vuole aumentarle ora che costa di più. Non si può che apprezzare il coraggio con cui il Pd di Ultima Generazione smentisca quanto detto e fatto dal Pd di appena qualche mese fa. Sicuramente è l’avvio della campagna elettorale per le europee di Elly Schlein.