Governo

Meloni e l'ora fatale del referendum. Appello agli italiani: "Volete decidere?"

Simone Canettieri e Carmelo Caruso

Con due interventi la presidente del Consiglio apre, da sola, la campagna per il premierato. Lega e Forza Italia pensano alla manovra. G7 a giugno in Puglia. Dopo Talò, ipotesi Celeste come consigliere diplomatico

Si appella agli italiani per il referendum e li porta a spasso per Palazzo Chigi. La premier in due interventi rilancia la “madre di tutte le riforme”, il premierato. Di mattina attraverso un videomessaggio agli artigiani di Cna, e di pomeriggio con gli “Appunti di Giorgia”, finiti nel cassetto da diverse settimane. Come se fosse Alberto Angela, passeggiando lungo le stanze di Chigi, domanda, retorica, agli italiani: “Volete contare o restare a guardare chi decide per voi?”. Visto che c’è si dà anche la risposta: “Confido che gli italiani non si lascino sfuggire questa occasione”. L’idea di cercare un ampio consenso in Parlamento, rimane per la premier, solo una buona intenzione. La leader è realista, malgrado abbia dichiarato di non “legare le sorti del governo al referendum”, punta forte sull’esito delle urne, previste per la primavera del 2025. Lancia dunque la campagna referendaria, sperando che anche gli alleati la seguano fino in fondo. Parla di una vera “rivoluzione”, un passaggio per arrivare a una “democrazia matura” senza inficiare, sottolinea, le prerogative del capo dello stato (Sergio Mattarella è in Uzbekistan e non ha ancora controfirmato il ddl di riforma costituzionale). Non potendo sferzare Salvini e Tajani sulla via del referendum, Meloni se la prende con l’opposizione “abituata a governare senza essere eletta”.

 

E’ il rischiatutto Meloni: vincere il referendum e governare fino al 2027. Scherzando mostra la parete con tutte le foto dei suoi predecessori e dice: “C’è uno spazio vuoto, dove comparirà anche la mia foto, alla fine del mio mandato. Ma ci vuole tempo, almeno 4 anni”. Intanto già pensa al 2024: al G7 che si terrà in Puglia, a giugno (15-17) a Borgo Egnazia. Nel frattempo c’è anche la cronaca che incombe. Così difende con forza la manovra, una manovra che definisce ancora “seria”, “realistica” e che non getta “risorse dalla finestra”. Per una premier che si carica su di sé sfide e scontri, c’è una maggioranza che soffre il ruolo di gregario. Nasce così l’asse della corsia (medica). E’ composto ancora da Forza Italia e Lega. Oggetto del contendere sono le pensioni agevolate del personale sanitario. Palazzo Chigi e Mef studiano ancora una soluzione ma l’intenzione di Giorgetti e Meloni sarebbe quella di non praticare disparità tra categorie. Inoltre c’è la preoccupazione del ministro della Salute, Orazio Schillaci di lasciare sguarniti gli ospedali a causa del turn over. Lo scontro è solo rimandato al maxi emendamento del governo. Martedì,  Giorgetti sarà in Commisione congiunta bilancio. La posizione è sempre nota. E’ pronto a “correttivi” ma a saldi invariati. La paura è che il trattamento privilegiato per una categoria possa scatenare le proteste di un’altra. Una su tutte quella degli insegnanti. Meloni parla 28 minuti alla vigilia della piazza del Pd che per tutta la giornata di oggi si scatenerà contro di lei. Ma non ci sono solo i social. C’è un casting aperto in questi giorni a Palazzo Chigi. La premier deve scegliere prima del 22 novembre, quando sarà ricevuta a Berlino dal cancelliere Scholz per firmare il patto d’azione Italia-Germania, il suo nuovo consigliere diplomatico, il sostituto del dimissionario Talò. Per quella posizione, tanto importante, le figure sono poche, e la corsa si è ristretta a due. Uno è l’ambasciatore a Tirana, Fabrizio Bucci, mentre l’altro è l’ambasciatore a Bruxelles, Vincenzo Celeste. Ha preso da pochi mesi il testimone da Pietro Benassi.
 

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