Elly Schlein (Pd)

Passeggiate romane

 Bonaccini, Landini e Conte. Chi soffre la leadership di Schlein

Con la manifestazione di Piazza del Popolo, la segretaria de Pd si candida sempre più a diventare il riferimento dell'intero campo progressista. Un ruolo a cui aspirano anche il numero uno della Cgil e il capo del M5s

Forse non tutti i supposti 50 mila di Piazza del Popolo, sabato scorso, si sono accorti che dal palco Stefano Bonaccini ed Elly Schlein hanno detto due cose opposte. Infatti, mentre la segretaria del Partito democratico spronava la folla all’applauso quando diceva che l’alternativa al governo Meloni è già pronta, il presidente del Pd su questo punto è stato assai più cauto. Nel suo discorso, infatti, il governatore dell’Emilia-Romagna ha insistito sul fatto che le forze di opposizione “non sono percepite come alternativa”. Del resto, questo è un ragionamento che Bonaccini va facendo da tempo. A suo avviso la debolezza delle forze che si oppongono al governo Meloni è proprio questa. La vulgata vuole che sia stata la Cgil ad aiutare il Pd a riempire Piazza del Popolo. La realtà, però, è un po’ diversa. I militanti sono arrivati (oltre che da Roma e dal Lazio) soprattutto dall’Emilia-Romagna. E’ stata la regione di Stefano Bonaccini (ma anche del capo dell’organizzazione del Pd, Igor Taruffi) a sostenere per la massima parte lo sforzo di quell’iniziativa. Come sempre. 

 

Del resto c’è da dire che in questa fase Maurizio Landini non ha nessun interesse ad “aiutare” il Pd. Il leader della Cgil non si è fatto vedere in piazza (“io ho la nostra manifestazione del 17”) e non ha offerto truppe cammellate per riempire Piazza del Popolo. Il piano di Landini infatti era (ed è tuttora) quello di porsi come punto di riferimento del progressismo italiano. Se queste sue aspirazioni si tradurranno poi in un’avventura politica vera e propria è troppo presto per dirlo, anche se alla Cgil quest’ipotesi circola e non certo da oggi. Ma quel che è certo è che Landini “soffre” la leadership dem di Elly Schlein perché è giovane, è donna, è movimentista e quindi potrebbe soffiargli da sotto il naso quel ruolo di punto di riferimento della sinistra su cui il leader sindacale ha puntato tutte le sue carte. 

Anche Giuseppe Conte “soffre” la leadership di Schlein. E infatti all’indomani della manifestazione di Piazza del Popolo il leader del Movimento 5 stelle ha avvertito: “Non faremo mai la stampella del Pd”. Il timore del M5s è che alla fine della festa non solo non ci sarà il sorpasso sui dem alle elezioni europee (al quale per la verità in casa grillina non sembra più credere quasi nessuno), ma il divario tra il Movimento e il Partito democratico non sarà di soli due punti percentuali, come prevedono gli ultimi sondaggi. E qualche motivo per preoccuparsi Conte ce l’ha dal momento che al Nazareno, del sorpasso, non sono affatto preoccupati e nemmeno dei sondaggi che inchiodano il Pd al 19 per cento. Tra i dem tutti sono convinti che la percentuale alla fine sarà più alta. “Tra il 23 e il 25 per cento”, dicono. 

Giuseppe Conte invece non sembra nutrire alcun timore rispetto a Beppe Grillo che, ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, ha ironizzato sull’ex premier. Infatti le esternazioni del comico genovese non sembrano avere l’appello di un tempo sull’elettorato dei 5 stelle o sugli astensionisti. “Ormai non lo ascolta quasi più nessuno”, è il commento che viene fatto dalle parti del Movimento.

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