L'incontro mancato
Streaming? No, grazie. In Sardegna la grillina Todde dice no al confronto pubblico con Soru
"Una scelta non condivisa", dice la candidata del M5s, sostenuta anche dal Pd. Avrebbe voluto un colloquio riservato per cercare una ricomposizione. L'ex presidente sardo va in onda da solo: "La politica non è chiudersi in una stanza in segreto". Non ci sono più i grillini di una volta
Streaming? No, grazie. L'incontro tra Alessandra Todde e Renato Soru avrebbe dovuto tenersi questa mattina all'Hotel Regina Margherita di Cagliari, per cercare una ricomposizione, una via che portasse in qualche modo a una candidatura unitaria del centrosinistra per le regionali in Sardegna. E invece niente da fare. La grillina Todde, la candidata individuata dal Pd e dal M5s, ha declinato l'invito di Soru che alla fine si è presentato in solitaria davanti ai giornalisti.
L'ex governatore sardo ha lasciato i dem - partito di cui era tra i fondatori - proprio in polemica con quella che ha definito "un'imposizione di Schlein" sulla pelle dei cittadini dell'isola. Così ha deciso di correre in solitaria, lanciando la sua "Rivoluzione gentile". Avrebbe voluto le primarie di coalizione e per questo ha deciso di prendere un'altra strada, pur lasciando la porta aperta. "C'è ancora tempo", aveva detto al Foglio due giorni fa, sperando in un ripensamento. E di questo, delle possibilità di avviare un percorso condiviso i due avrebbero dovuto parlare oggi. Il confronto è stato invece annullato, mentre i contendenti si rimpallano le accuse.
Era stata la grillina, in prima istanza, a chiedere un colloquio, che avrebbe dovuto tenersi a casa dell'ex presidente. “Ho proposto nei giorni scorsi un incontro privato come gesto di apertura e di inizio di un dialogo per condurre una battaglia comune, per sconfiggere le destre e rilanciare la Sardegna", ha spiegato con una nota questa mattina Alessandra Todde. Che tuttavia - ed è questa l'accusa che arriva dall'entourage di Soru - avrebbe deciso, senza consultare nessuno, di pubblicizzare la richiesta.
"Sorprendentemente Todde ha poi deciso, da sola, di rendere pubblico l’incontro ed anticipare la sua posizione in maniera molto netta, nel corso di un’intervista televisiva. Ora la mia casa non è più il luogo adatto per un incontro di questo tipo", è la versione che arriva Soru. "Per questo ho comunicato ad Alessandra Todde la necessità di spostare il luogo dell’incontro. Inoltre ho proposto che l’incontro, per totale trasparenza, sia aperto alla presenza dei giornalisti e in diretta streaming".
Una richiesta che è stata rispedita al mittente insieme a ogni addebito. "Prendiamo atto della scelta non condivisa di spostare all’ultimo momento l’appuntamento - trasformandolo in un dibattito pubblico - e quindi sottraendosi di fatto al confronto", si è giustificata Todde. "Le prove muscolari non servono. È il momento del Noi e non dell'io", ha aggiunto dicendosi comuque "disponibile a ricostituire un dialogo con delicatezza e riservatezza". Più tardi nel corso della giornata l'esponente pentastellata ha anche pubblicato un lungo post su Facebook in cui ha esposto tutte le sue ragioni.
All'Hotel Regina Margherita comuque l'evento c'è stato, e pure lo streaming. Solo che dietro al tavolo riservato ai candidati in cerca di reciproca corrispondenza c'era soltanto il leader della Rivoluzione gentile. Alle sue spalle un cartello con su scritto Inconto Soru-Todde. "Ha detto che non era disponibile e quindi questa sedia rimane vuota", ha attaccato Soru in favor di telecamere: "Si è negata al confronto pubblico e lo fa anche oggi. Lo voleva solo privato. Ma la politica non è chiudersi in una stanza in segreto, bensì partecipazione".
Parole che qualche anno fa sarebbero state quelle di un Beppe Grillo o di un qualsiasi Di Battista a 5 stelle, mentre se la prendevano con Pier Luigi Bersani o Matteo Renzi. D'altra parte le consultazioni in streaming per la formazione del governo resteranno sempre un pezzetto, probabilmente dimenticabile, della storia politica italiana. Oggi però quella storia, nella più piccola dimensione sarda, si è ribaltata. Anche questo un segno dei tempi, di un Movimento che ormai da un po' è diventato un'altra cosa. Tanto che la battuta viene quasi spontanea: non ci sono più i grillini di una volta.