L'assenza dei leader
Suggestioni e timori. Cosa allontana Conte e Schlein dalla piazza di Landini
La segretaria del Pd e il capo grillino disertano la piazza dei sindacati a Roma. Temono Landini diventi il vero leader della sinistra e l'impopolarità dello sciopero nei trasporti
Nove mesi fa fu lui l’alchimista in grado di unirli. Era il 4 marzo e al corteo antifascista di Firenze, indetto dai sindacati dopo un’aggressione fuori da un liceo, Maurizio Landini sorridentissimo parlottava con Giuseppe Conte e una Elly Schlein fresca di vittoria alle primarie del Pd. I leader grillino e la segretaria tre mesi più tardi, a giugno, tornarono in piazza insieme a Landini, questa volta per la sanità (sull’argomento Pd e M5s, ma anche Azione e Avs, lavorano a emendamenti alla manovra comuni). Quasi un anno dopo, invece, a piazza del Popolo, la piazza dello sciopero generale del segretario della Cgil, non si vede nessuno dei due. Dice Nicola Fratoianni che invece è venuto: “Non entro nelle loro agende, ma credo che vada colta ogni occasione di convergenza ”. Conte e Schlein hanno inviato comunque alcuni parlamentari. Per conto della segretaria del Pd ecco Marco Furfaro, Arturo Scotto, Andrea Casu e Marina Sereni. Da via di Campo Marzio, invece, sono arrivati Antonio Caso e Barbara Guidolin. Ma che fine hanno fatto Elly e Giuseppi? Mistero. Landini per di più è il leader conteso. Entrambi sognano la sua benedizione. La scorsa settimana, a un giorno di distanza, tutti e due hanno ascoltato i suoi consigli per predisporre gli emendamenti alla legge di bilancio. Negli ultimi giorni però lo scontro violento tra Landini e il vicepremier leghista Matteo Salvini, che ha scelto il sindacalista come sparring partner, ha sottolineato sin troppo anche la sua presa politica.
Insomma, vuoi vedere che a pesare sull’assenza sia proprio il timore che tra i due litiganti per l’egemonia della sinistra a godere non sia il terzo, il presunto arbitro? Non sarebbe il primo segretario della Cgil a cercare l’avventura politica. Anche se solo sotto forma di ipotesi, la suggestione comincia a circolare. E chissà se si sostanzi anche nelle teste di Conte e Schlein. Interpellato dall’agenzia LaPresse, il sondaggista Antonio Noto tranquillizza i leader: “Landini parla a un’unica classe sociale, un partito per essere forte ha bisogno di parlare a più classi, altrimenti resta marginale. Secondo me Schlein e Conte non hanno niente da temere”.
Ma sull’assenza dalla piazza dei sindacati ci sono anche altre spiegazioni. Da un lato, la preoccupazione della Cgil e della Uil (altra sigla promotrice dello sciopero) di far apparire la protesta come un atto politico e non sindacale, confermando le accuse arrivate da destra in questi giorni. Dall’altro, la natura della protesta. Uno sciopero che coinvolgeva (per quanto con orario ridotto dopo la precettazione di Salvini) anche il delicato settore dei trasporti. Soprattutto nelle città non c’è niente che fa arrabbiare di più chi si muove con il trasporto pubblico. Giuseppe Conte che fugge dalle battaglie impopolari come i germofobici schivano i corrimano delle stazione della metropolitana, non ci avrà pensato due volte. Non vado.