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Il colloquio

Fazzolari: “Il Pd è sopravvissuto in Europa grazie a Francia e Germania. Noi le trattiamo da pari a pari”

Simone Canettieri

Parla il sottosegretario alla presidenza del Consiglio: "I dem si attaccavano al patto franco-tedesco per garantirsi una sopravvivenza politica. Accade ancora con il commissario Gentiloni. Con noi la musica è cambiata: non abbiamo timori reverenziali"

A Berlino è andata benissimo e troveremo un’intesa sul Patto di stabilità”. Giovanbattista Fazzolari compare sulle scale del Senato. E’ carico. La premier ha appena terminato il question time. In Aula c’è stato un effervescente botta e risposta fra Matteo Renzi e Giorgia Meloni: messaggi in codice, scambi di accuse, nefasti presagi e un siparietto niente male. (“Cara presidente, con lei al governo è aumentata la benzina”. “Senatore, ci aiuti con il suo amico Bin Salman”). Il resto è scivolato tutto abbastanza tranquillo con la maggioranza che ha dato una prova di unità nonostante le frizioni che l’attraversano. La Lega molto acida con il capogruppo Massimiliano Romeo sul treno bloccato da Francesco Lollobrigida (con Matteo Salvini in silenzio da due giorni). E Forza Italia alle prese con questa staffetta fra Maurizio Gasparri, neo capogruppo, e Licia Ronzulli, eletta vicepresidente del Senato

 

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, mente politica del melonismo , commenta con il Foglio la firma del Piano d’azione con Olaf Scholz. “E’ stata la dimostrazione che con la Germania, ma anche con la Francia, adesso possiamo trattare da pari a pari. Senza timori reverenziali”. Ma per anni avete attaccato Parigi e Berlino: adesso cosa è cambiato, sottosegretario, siete diventati pragmatici e realisti una volta al governo? “No. Le ribalto il punto di vista. L’Italia, con il Pd, si è sempre accodata al patto franco-tedesco per garantirsi un minimo di sopravvivenza e agibilità politica. E in alcuni casi, nonostante sia cambiata la musica, ancora accade”. Ecco, ce l’ha ancora una volta con il commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni che è espressione del Pd? “Anche lui è espressione di quel Patto che però stiamo scardinando con i fatti, senza timori reverenziali”. Attacca Gentiloni per via dei dubbi espressi dalla Commissione sulla manovra? “Sono raccomandazioni che ribalteremo, sempre con i fatti, in primavera con i dati dell’Eurostat: vorrei ricordare che i problemi provengono dalla gestione scellerata del Superbonus voluto da Conte e che noi abbiamo tolto. Per questo sono tranquillo, così come sulla trattativa con l’Europa”.

 

Fazzolari è ruvido nei modi, ma non è tipo che si sottrae alle domande. Per contare di più in Europa Fratelli d’Italia dovrà arrivare al 30 per cento? “No, dovremo continuare a governare bene, come stiamo facendo”. E’ abbastanza inscalfibile, “il Fazzo”. La sua teoria sull’Europa è la seguente: “Dopo anni in cui l’Italia, per colpa del Pd, è stata ancillare adesso siede nei tavoli che contano parlano con l’asse franco-tedesco da pari a pari”. Ascoltare Fazzolari e come leggere le dichiarazioni di Meloni, magari con un pizzico di diplomazia in meno. E visto che il sottosegretario è abituato a mostrare il petto prima che iniziasse il question time si è messo anche a parlare della storia di Francesco Lollobrigida, tirata fuori dal Fatto. Dice che al momento non c’è alcuna mozione di sfiducia (anche se potrebbe essere presentata da Italia viva nelle prossime settimane) e che vuole leggersi le carte, prima di parlare nel merito. Anche se spiega: “E’ già successo duecento volte quest’anno che un treno si sia fermato alla prima stazione utile. E il ritardo non era certo colpa del ministro”. Fazzolari aggiunge anche è diritto degli utenti dei treni a chiedere di scendere alla prima fermata disponibile “se un treno ha accumulato oltre un’ora di ritardo, chiunque può chiedere e ottenere di scendere”.

Affermazione non proprio corroborata dai regolamenti di Trenitalia, visto che poi il sottosegretario si riprende e dice: “Prima di dire qualsiasi cosa voglio vederci più chiaro”. La scenetta si arricchisce dell’arrivo di Lollobrigida. Ministro, Fazzolari la sta difendo. E lui: “Grazie, ma non ce n’è bisogno”. Inutile ricordare che i due sono legati da un’amicizia ultraventennale che risale ai tempi universitari”. Meloni non ha ancora parlato di questa storia. E’ concentrata sull’Europa, fanno sapere chi le sta vicino. Renzi in Aula con una punta di cattiveria le dirà: “Evito di maramaldeggiare e di parlare di quanto state investendo sulle ferrovie”. A sentire Fazzolari, invece, l’unico treno che si è rimesso in corsa è quello dell’Italia. E’ il Senato diventa così una grande stazione.

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.