Tra magistratura e politica
“Se Crosetto parla così, avrà le sue ragioni”, dice da Italia Viva Raffaella Paita
Le parole del ministro della Difesa al Corriere, la riforma della Giustizia, le opposizioni che chiedono al ministro di riferire in Aula. "Perché il centrodestra non ha agito per raggiungere uno degli obiettivi del suo programma?, chiede la coordinatrice nazionale di Iv
C’è il ministro della Difesa Guido Crosetto che, intervistato dal Corriere della Sera, due giorni fa, parla di presunte riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come “fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta Giorgia Meloni”. Ci sono le opposizioni che chiedono a Crosetto di riferire in Aula, e il Pd che si rivolge all’Antimafia, auspicando un’audizione del ministro – che intanto si dice pronto a incontrare l’Anm: “La mia è una preoccupazione, non un attacco”, dice Crosetto. “Chiedo a Crosetto che vengano fugati sospetti e ombre”, risponde il presidente Anm Giuseppe Santalucia: “Se c’è da denunciare lo faccia, se c’è da chiarire lo faccia, ma non lasci queste parole nel vuoto”. Ma non è la prima volta, in questi anni, in cui il tema della possibile e sotterranea esistenza di quella che Crosetto ha chiamato “opposizione giudiziaria” si fa strada in modo trasversale. E ieri, da Italia Viva, l’ex premier Matteo Renzi, definendo “di sicuro interesse” le parole di Crosetto, si è rivolto alla premier Giorgia Meloni, a proposito della riforma della giustizia annunciata e non avviata: “Di che cosa ha paura?”. “Se Crosetto ha fatto quelle affermazioni, ha di sicuro le sue motivazioni”, dice al Foglio la senatrice e coordinatrice nazionale di Iv Raffaella Paita, nel giorno in cui un primo “pacchetto giustizia” arriva in Consiglio dei ministri.
“Il punto resta questo”, dice Paita: “Che un governo che aveva annunciato una riforma della giustizia organica, peraltro con un ministro di grande levatura e professionalità come Carlo Nordio, da più di un anno non l’ha portata avanti. Questo fa pensare: perché il centrodestra non ha agito per raggiungere uno degli obiettivi del suo programma? Perché è rimasto sul vago su argomenti su cui si era speso, dalla separazione delle carriere alla rapidità dei processi?”. L’altra domanda che si pone Paita riguarda Forza Italia, “partito di governo che raccoglie l’eredità di Silvio Berlusconi, ma può dare l’impressione di aver rinunciato alle sue battaglie garantiste. Ecco, ci si chiede: qual è il peso specifico di FI in questo governo?”. Italia Viva, dice Paita, “da sempre cerca di tenere alta la bandiera del garantismo e del riequilibrio dei poteri. Questo paese, in cui ancora sono presenti troppe tossine giustizialiste, ha bisogno che si proceda a una riforma organica della giustizia, organica perché non ha senso intervenire soltanto su un aspetto. Ci si stupisce dunque che sia stata messa una sorta di sordina al ministro Nordio – che pure aveva impostato un percorso in quella direzione e in cui noi, dall’opposizione, riponevamo fiducia – e ci si stupisce che Forza Italia non riesca a imporsi. Ora servono i fatti, dopo anni di parole”.
“Forse”, dice la coordinatrice di Iv, “è venuto anche il momento di ripercorrere con serenità la storia di questi ultimi trent’anni, da Tangentopoli in poi, perché non si può negare la presenza sulla scena, a più riprese, da allora, di tentazioni giustizialiste che hanno portato alcuni magistrati a travalicare il proprio ruolo. Questo non significa non riconoscere l’importanza e il rischio di una professione in cui si arriva a rischiare la vita. Ma sono stati compiuti errori clamorosi, errori che hanno portato amministratori ed esponenti politici a vivere una colpevolizzazione anche mediatica non corroborata da prove. Persone che poi sono state assolte, ma la cui carriera politica e la cui storia personale hanno subito uno stop doloroso. E’ successo anche a me”. Da assessore regionale alla Protezione civile in Liguria, Paita è stata infatti accusata di omicidio e disastro colposo, a un mese dalle elezioni per la presidenza della Regione Liguria, nel 2015. Convinta della propria innocenza, andata a processo con rito abbreviato, è stata assolta due volte. “Ma quattro anni sono tanti, nella vita di una persona e di un politico, anni in cui si perde il sonno e la salute”, dice. L’obiettivo è “accelerare con tutte le nostre riforme”, è intanto il wishful thinking del vicepremier azzurro e ministro degli Esteri Antonio Tajani. E ieri, nell’ordine del giorno del Cdm, sono approdati i fascicoli sulla separazione della carriere e sulla valutazione delle toghe, con l’aggiunta di un’ipotesi sugli eventuali test psicoattitudinali per gli aspiranti magistrati.