Il caso
Le parole di Crosetto sulle toghe mandano in tilt il governo. Tra sospetti e frenate
Il ministro della Giustizia Nordio scompare dai radar e rinuncia alla conferenza stampa. Mantovano blocca i test attitudinali ai pm. Meloni finisce in mezzo. Quirinale all'oscuro del j'accuse del ministro della Difesa
“L’uomo in più” fu il debutto di Paolo Sorrentino. Il nemico in più, cioè la magistratura ordente, è invece il film di Guido Crosetto in onda da tre giorni. Un macigno gettato – via Corriere – nello stagno e che continua a saltellare nel dibattito pubblico. E arriverà in Antimafia già oggi per essere calendarizzato. “Per come conosco Guido, avrà parlato con cognizione di causa, qualcosa di nuovo ci sarà”, dice in Transatlantico Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia. E cioè un partito abbastanza frastornato da questo nuovo fronte – che è poi sempre lo stesso, immarcescibile da trent’anni – aperto in una maniera che sembra così estemporanea. Vari colonnelli: “Siamo al 30 per cento: perché?”. Anche i vertici di Via della Scrofa sembrano spaesati: “Percezione di un assalto dei pm? Onestamente no”. Il ministro della Difesa intanto è a New York, alle Nazioni unite. In Cdm entrano le pagelle dei magistrati. Giorgia Meloni non parla del caso Crosetto.
E però è un lunedì pieno di fantasmi e scontri, di messaggi incrociati e silenzi imbarazzati. Alla fine di un Consiglio dei ministri, durato meno di un’ora, si dà il via libera a due decreti legislativi in materia di giustizia che contengono, tra l’altro, le valutazioni sull’operato dei magistrati, le cosiddette pagelle. Non è stata approvata invece la misura per introdurre test psico-attitudinali per l’ingresso in magistratura. Un pallino di Silvio Berlusconi che fa capolino nella riunione che anticipa il Cdm, ma che viene bloccato da Alfredo Mantovano, ex magistrato, con delega virtuale ma fattuale ai rapporti con il variegato mondo della giustizia.
D’altronde di prima mattina tocca proprio al sottosegretario alla presidenza del Consiglio dire alle telecamere di Start, su SkyTg24, che “non esiste alcun piano della della magistratura contro il governo”, anche se esistono, questo sì, delle frange “ideologizzate”. Ma qui si ritorna alla teoria, ma manca lo svolgimento del tema alzato in aria dal ministro della Difesa e cofondatore dei Fratelli d’Italia. Crosetto sarà ascoltato dalla Commissione antimafia, in modo che la sua audizione, venga segretata (l’alternativa era il Copasir). Oggi la presidente Chiara Colosimo stabilirà quando. Anche se l’opposizione in coro chiede che riferisca in Parlamento. Ma cosa sa il ministro? E soprattutto come si materializzerebbe il piano “per fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni”? In Transatlantico si passano in rassegna, come se fossero ufficiali della Marina, tutte le inchieste che riguardano, a vario titolo, membri del governo o rappresentanti istituzionali di Fratelli d’Italia: il figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, la vita da imprenditrice di Daniela Santanchè, la sorte del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, atteso domani dal gip. Poi certo ci sono gli esposti, tantissimi, di Angelo Bonelli dei Verdi: l’ultimo riguarda la storia del treno fatto fermare dal ministro Francesco Lollobrigida. Ma insomma sembra tutto riduttivo e aleatorio. Così come l’idea che enunciando un principio di massima Crosetto si riferisse a dei fatti che potrebbero riguardarlo a breve. Si cercano i fantasmi, si prova a capire se Meloni abbia dato copertura politica al suo Guido o se invece gli abbia detto vai e colpisci, tipo in hoc signo vinces. Gira un bel po’ di confusione e l’ultimo tassello del puzzle non si trova. Anche il Quirinale, dove tutto alla fine precipita, pare che non sapesse nulla di questo j’accuse. Anche se dalle parti di Sergio Mattarella sembrano non preoccuparsi molto di questa polemica che durante la giornata sembra sgonfiarsi, pur non finendo di rimbalzare. Passa l’idea che al netto di rivelazioni clamorose queste siano accuse fumose a metà tra il dna del centrodestra e la campagna elettorale ormai tambureggiante. Possibile? Rimane la posizione mediana di Meloni. Il verbo del premier diffuso nel mattinale “Ore 11” ripete che il governo non è mai stato contro i magistrati ma che “esiste una piccola parte politicizzata della magistratura che si schiera apertamente e contro qualsiasi governo non schierato a sinistra”. Come in una favola di cui si conosce il finale arriva l’Anm, il muro contro muro, la richiesta di chiarimenti, la disponibilità a fornire delucidazioni. In tutto questo scompare dai radar Carlo Nordio. Secondo il suo vice alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, non era a conoscenza della sortita di Crosetto a mezzo stampa. Si va così a casaccio e nel dubbio salta anche la conferenza stampa post Consiglio dei ministri a cui, visti gli argomenti trattati, avrebbe dovuto partecipare il Guardasigilli. Con immancabili domande sul caso del giorno.