Il retroscena
La mossa di Schlein: ecco la contro Atreju del Pd con Letta, Prodi e Gentiloni
In contemporanea con la festa di FdI, il Pd organizza due giorni sull'Europa ai Tiburtina studios. Intanto la premier dice no a un confronto fra il commissario europeo e Giorgetti
Paolo Gentiloni non andrà ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia, perché Giorgia Meloni ha detto no. L’idea circolata dentro FdI era di invitare il commissario europeo agli Affari economici a un panel con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Come già accaduto per Giuseppe Conte, quando i colonnelli del partito hanno proposto l’idea alla “capa”, la risposta è stata: non se ne parla. Dopo il no di Elly Schlein, con i 5Stelle che hanno declinato qualsiasi invito a tutti i livelli, la premier tiene a ospitare i dem. E’ stato contattato Lorenzo Guerini, presidente del Copasir (ancora in forse). Tuttavia anche il Nazareno si appresta a organizzare una grande iniziativa: quel fine settimana metterà insieme Enrico Letta, Romano Prodi e Gentiloni. Si parlerà del futuro dell’Europa ai Tirburtina Studios: è subito nuovo cinema Pd.
L’idea dunque del Pd è quella di organizzare una sorta di “contro Atreju” cercando di rosicchiare visibilità all’evento di Fratelli d’Italia, in scena dal 14 al 17 dicembre, con la chiusura affidata proprio alla premier e un parterre di ospiti internazionali in via di definizione. La conferenza stampa di presentazione era prevista per oggi, ma è stata rinviata a lunedì prossimo. Perché per assicurarsi le guest star internazionali dovrà scendere in campo, in modalità “Rambo”, direttamente la presidente del partito. Saranno comunque quattro giorni molto densi, con Meloni attesa domenica, reduce dal Consiglio europeo sul Patto di stabilità. Ecco perché davanti a questa manifestazione che si annuncia così centrale, il Pd prova a reagire con la sua “contro iniziativa” nel solco della “contro manovra”, del “governo ombra” e via discorrendo...
Appuntamento venerdì 15 e sabato 16 con l’assemblea nazionale del partito prevista nel pomeriggio. Schlein con sapienza e in autotutela è riuscita a unire le maggiori personalità del Pd. Letta è stato il segretario che l’ha candidata in Parlamento e che le ha spianato la strada per la candidatura alla sua successione: i rapporti fra i due sono cortesi, ma non assidui, anche perché l’ex premier, a costo di mordersi la lingua, ha promesso a se stesso di non parlare delle cose dem.
Poi certo c’è Prodi, il saggio, l’unico in grado di portare da vittorioso alle elezioni il centrosinistra al governo. E’ il federatore a cui tutti si ispirano e che si continua a cercare. Il Prof. è l’unico che parla con Schlein, ma anche con Giuseppe Conte, leader del M5s. E forse il nuovo Prodi, o forse il dopo Schlein, potrebbe essere proprio Gentiloni, altra figura centralissima.
Non solo perché è considerato il nemico uno a Palazzo Chigi con continui attacchi della Fiamma magica (ecco perché Meloni non lo ha voluto ad Atreju), ma anche perché ha un futuro politico tutto da costruire. Stando alle dichiarazioni, che in politica lasciano il tempo che trovano, Gentiloni ha già detto che non si candiderà alle prossime elezioni europee. Un modo per tenersi le mani libere per qualsiasi nuovo incarico. E’ pronto a una chiamata in extremis del partito se la situazione dovesse precipitare. Chissà.
Per Schlein è un’ombra sicché la segretaria ha pensato bene di coinvolgerlo in questa iniziativa in programma a Roma, nel fine settimana del Meloni-Pride a Castel Gandolfo. Troppo spazio, troppa visibilità, avrà pensato Elly. Pronta a schierare tre ex premier (appuntamento sabato 16 alle 11). Per blindarsi, rilanciarsi e scacciare brutti fantasmi, ovvio.