a firenze

“Io con i renziani? Non lo escludo”. Parla Cecilia Del Re, la dem che voleva le primarie

Gianluca De Rosa

Stefania Saccardi, vice presidente della Regione Toscana di Iv, si candiderà contro il Pd e ha chiesto all'ex assessora di lasciar perdere i dem e fare le primarie con i renziani. Lei replica: "La ringrazio, sto valutando". Con lo zampino di Tomaso Montanari anche i grillini potrebbero correre da soli. Firenze è un rebus

“L’elezione di Elly Schlein dimostra che può esserci una posizione diversa tra quel che dicono gli organi interni del Pd e ciò che pensano gli elettori del centro sinistra, per questo un confronto con i cittadini è sempre importante, lo sarebbe stato anche qui a Firenze”. A Cecilia Del Re, ex assessore della giunta di Dario Nardella a Firenze, consigliera più votata alle elezioni amministrative del 2019 e aspirante sindaca, non è andata giù la scelta della segretaria del Pd di archiviare le primarie per la scelta del candidato sindaco  nel capoluogo toscano. “Il caso Firenze è ancora più sui generis – dice – perché qui a differenza di quello che sta succedendo a Bari o in Piemonte e Sardegna non c’erano neanche ragioni di coalizione per non fare le primarie”. L’assemblea cittadina del partito ha però decretato, senza primarie, che la candidata sindaca sarà Sara Funaro,  fedelissima del primo cittadino uscente Dario Nardella. Proprio Nardella ieri spiegava: “A livello nazionale le primarie sono una regola, a livello locale si possono non fare, anche perché ultimamente non vanno a votare solo gli elettori del Pd e il candidato devono sceglierlo loro non chi vota un altro partito”. “Mi fa sorridere”, replica Del Re. “Ho ritrovato un’intervista di appena due anni fa in cui il sindaco diceva esattamente il contrario, glielo cito ‘le primarie devono essere lo strumento principale per scegliere i candidati e la classi dirigenti’, evidentemente adesso ha cambiato idea”.

Intanto proprio ieri Stefania Saccardi – la vice presidente della regione Toscana di Italia Viva che sabato lancerà la sua candidatura insieme a Matteo Renzi – ha proposto a Del Re di fare le primarie con loro e lasciare perdere il Pd. “L’ho ringraziata per le belle parole che ha speso su di me”. E accetta la proposta? “Ci penserò, è un riconoscimento del fatto che c’è un bisogno di partecipazione”, risponde Del Re. “Per adesso non escludo nulla, valuterò nei prossimi giorni”. Intanto però si dà una scadenza: “Con chi mi sostiene entro Natale sceglieremo che cosa fare”. A tenere banco d’altronde ci sono temi e alleanze. Funaro, oltre che dal Pd, è sostenuta da Azione, + Europa e Sinistra italiana, ma non dal M5s. Ieri dalle colonne del Fatto Tomaso Montanari, il rettore dell’università per stranieri di Siena che Giuseppe Conte aveva proposto al Pd come candidato sindaco, scriveva: “Se i candidati saranno Funaro per il Pd, Saccardi per Iv, e l’ineffabile direttore degli Uffizi  Schmidt per la destra-destra, ci sarà molto spazio per una lista civica”. E qui potrebbero finire anche i grillini. Andrea Quartini, coordinatore fiorentino dei 5 stelle, al Foglio dice: “Per ora escludo la possibilità di sostenere la Funaro, a noi interessano i temi: siamo contrari alla nuova pista dell’aeroporto di Peretola e siamo contrari alla quotazione in borsa della multiutility, la coalizione a guida Pd che ne pensa?”.

 

In teoria anche Sinistra italiana ha la stessa posizione dei grillini, ma sostiene la candidata di Nardella e mette il suo veto su Iv in coalizione proprio per rappresentare la discontinuità che i 5 stelle non colgono. “E’ una contraddizione che si gioca sul binomio continuità/discontinuità”, dice Del Re che proprio su queste ambiguità alimenta i suoi dubbi. “Il mio partito ha candidato Funaro per dare continuità alla giunta Nardella, ma lo fa in una coalizione con Sinistra italiana che è contraria alla pista dell’aeroporto e alla quotazione della multiutility e chiede discontinuità, mentre Azione, altra forza in coalizione, è favorevole, è tutto un po’ contradditorio, mi pare più una continuità di potere che di programma, visto che un programma ancora non c’è. Delle primarie di coalizione erano utili anche per costruirlo”.


L’ex assessora, pronta forse al salto con i renziani, suggerisce ai suoi compagni di partito di guardare quanto accaduto negli ultimi anni in Toscana e nella provincia di Firenze. Il ballottaggio per il Pd è rischioso. La sinistra ha perso 7 capoluoghi su 10, sono rimasti a guida dem solo Firenze, Prato e Livorno. Anche in provincia, da Sesto a Campi Bisenzio, il Pd ha perso  contro un movimento trasversale di forze di sinistra e moderate coalizzate tutte contro il democratici che governavano precedentemente. Accadrà anche a Firenze?