Le parole
La difesa a destra di Paola Concia: La Russa e Mussolini contro il dietrofront di Valditara
"Conosco Paola Concia da anni, nei suoi confronti ho sempre avuto rispetto e amicizia", dice il presidente del Senato. Ma l'affondo arriva dall'esponente in Europa del Ppe: "Su questa questione peggio di così non si poteva fare. È tutto sbagliato"
Da una parte "conosco da anni Paola Concia e nei suoi confronti ho sempre avuto rispetto e amicizia. È intelligente e aperta", dall'altra "Paola è una persona competente, il resto è tutto sbagliato". Sono le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa e dell'europarlamentare Alessandra Mussolini a difesa di Anna Paola Concia, una delle tre persone nominate dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara nel comitato di garanzia del progetto "Educare alle relazioni", presentato per introdurre l'insegnamento dell'educazione affettiva nelle scuole. Il ministro aveva scelto di creare un comitato di garanzia composto da tre donne: suor Anna Monia Alfieri, Paola Zerman e, appunto, Anna Paola Concia. Quest'ultima è attivista Lgbt ed ex deputata per il Pd. Il ministro ha deciso di sciogliere il comitato dopo le pressioni ricevute da Fdi e Lega in merito proprio al nome dell'attivista.
In questi giorni più voci hanno espresso solidarietà verso Concia, tra cui anche il presidente La Russa: "Chi si dice sorpreso è perché non mi conosce. Io sono come Jessica Rabit: 'È che mi dipingono così'. Scherzi a parte, conosco da anni Paola Concia e nei suoi confronti ho sempre avuto rispetto e amicizia. Sui temi di cui tratta io sono sempre stato il più aperto della destra", dice in un'intervista al Corriere della Sera. "Su Lgbt, sulle libere scelte di ciascuno, su come una persona decide di essere" dice di essere aperto, anche se "sulla questione dei figli ho le mie posizioni del tutto granitiche". La Russa crede che in questa questione Concia "abbia subito attacchi del tutto ingiustificati" per quella che è stata un'iniziativa "presentata non nel modo giusto" da parte del ministro Valditara. "Forse andava spiegata meglio, in generale non si possa delegare solo alla scuola un tema immenso. C'è la scuola ma soprattutto la famiglia, una società attorno".
Sulla polemica è intervenuta anche Alessandra Mussolini, ora europarlamentare per il Ppe: "Peggio di così non si poteva fare" ha detto in un'intervista alla Stampa. "È tutto sbagliato. L'educazione sentimentale è lontana anni luce dalla politica, che infatti ha creato un comitato etico con le categorie, Paola Concia, la suora". Un programma che convince la deputata solo a metà: "Va bene, purché sia realizzato sulla base della libertà di scelta nei sentimenti. L'educazione sentimentale deve essere un modo per far parlare i ragazzi che, a volte, hanno famiglie non pronte a dialogare con i figli. Diventa un confronto utile se la scuola offre uno sportello, se consente uno sfogo, se è un'apertura. Si deve partire dal presupposto che i sentimenti sono tutti uguali e non che alcuni sono bene accetti e altri no. Non capisco poi che cosa c'entri una suora, la scuola è laica. Oppure si tratta di educazione morale?", si chiede. Alla domanda che su cosa ne pensasse che le critiche sono arrivate dalla destra più conservatrice Mussoli risponde: "Che mi frega? Io non sono parte di quella destra. La politica dovrebbe farsi da parte e capire che ci troviamo in uno stato laico e che non si deve organizzare un corso di religione".
"Paola è una persona competente, una donna con cui ho avuto rapporti, è sempre stata aperta al dialogo. Il problema non è lei ma l'idea del comitato, è questo l'errore", continua Mussolini. In merito alle scelte fatte poi da Valditara, conseguenza delle polemiche, l'eurodeputata dice "chiessenefrega" se scoppiano le polemiche: "Sei un ministro, decidi e metti le persone che vuoi, se sei convinto. Questo è stato il secondo errore, peggio di così non si poteva fare. Per fortuna i ragazzi sono molto più avanti rispetto a questi stereotipi di una società che non corrisponde alla realtà". L'idea alla base del suo pensiero è un progetto "senza comitati, senza suore. Bisogna chiedere direttamente ai ragazzi che cosa vogliano e ascoltare quello che dicono".