la pattinata
Meloni ad Atreju tra Abascal e le assenze del Ppe. Possibile la presenza di Sunak
La premier ospita la kermesse di Fratelli d'Italia, stretta tra la presenza del leader di Vox (che auspica per Sanchez una piazzale Loreto) e le istituzioni europee che si smarcano. Attesa per il leader dei Tories
Come ogni pattinata che si rispetti, per Giorgia Meloni l’Atreju di quest’anno sarà tutto un esercizio di equilibrio. La pista c’è già: è stata allestita sotto Castel Sant’Angelo. In pieno spirito natalizio. E “attrarrà anche chi non è interessato alla politica”, dicono in FdI. La premier alla vigilia di questa edizione è come se fosse stretta da una parte dalla presenza del leader di Vox Santiago Abascal che ha appena chiesto per il premier spagnolo Sanchez una nuova piazzale Loreto. Dall’altra deve fare i conti con la completa assenza – per ora – di esponenti dei Popolari europei se si eccettua Antonio Tajani. Non il miglior viatico per la famosa alleanza o quanto meno un intensificarsi del dialogo col Ppe in vista delle europee. Scriviamo “per ora” perché nella conferenza stampa di presentazione del “Natale dei conservatori” sono state prospettati tre ospiti di cui non si conosce ancora l’identità. Il più indiziato è il premier britannico Rishi Sunak, mentre sembra essere esclusa la presenza della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. “L’altro è Giambruno?”, scherza qualcuno a margine della conferenza stampa. Notando la completa assenza di giornalisti Mediaset a cospetto di una presenza molto folta di esponenti di TeleMeloni (Vespa, Corsini e Mellone saranno in primissimo piano a moderare gli incontri).
Sui due palchi “Emanuela Loi” ed “Enrico Mattei” (ma nel villaggio ci sarà anche un viale Giorgio Perlasca, una piazza Giovannino Guareschi e una rotonda Giuseppe Prezzolini) la segretaria del Pd Elly Schlein non apparirà, e questo lo si sapeva già da giorni. Ma come ha spiegato il responsabile organizzazione di FdI Giovanni Donzelli, “non ci sono stati problemi nelle modalità della partecipazione. Semplicemente, ci ha detto di no”. Dalle opposizioni è prevista l’ospitata di Matteo Renzi (in un panel con il ministro Nordio e il sottosegretario Delmastro), di Carlo Calenda ed era in programma anche quella di Angelo Bonelli, che però ha rifiutato dopo le parole di Abascal. Del Pd ci saranno il presidente della Toscana Eugenio Giani e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Ospite d’onore il commissario tecnico della nazionale Luciano Spalletti. Così come è prevista anche la presenza di Don Patriciello, che alcune settimane fa aveva difeso il ministro Lollobrigida per la fermata ad hoc sul Frecciarossa pur di essere a Caivano. Presente anche Anna Paola Concia, in dialogo con la ministra per la Famiglia e le pari opportunità Eugenia Roccella (ma l’invito, assicurano, è arrivato prima della sua rimozione dall’incarico nel comitato per l’educazione alle relazioni da parte del ministro Valditara).
Il grande ospite internazionale sarà il premier albanese Edi Rama. Potrebbe sbottonarsi più di Cruciani e Parenzo, presenti anche loro alla kermesse. Come detto, al momento non figurano esponenti del Partito popolare. “Ma c’è Tajani”, si minimizza. E però è certo che la presenza di Abascal un qualche imbarazzo nei vertici di FdI lo stia arrecando. Sempre Donzelli oggi non ha voluto commentare nel merito le affermazioni del leader di Vox: “Non le ho sentite. Non entro nelle dinamiche interne a un altro paese”. In calendario sono stati inseriti tutti i ministri a eccezione di Annamaria Bernini e Orazio Schillaci, che non saranno presenti per un problema d’incastri nelle agende. L’intervento della premier concluderà la giornata di domenica, all’ora di pranzo, giusto dopo gli interventi dei suoi vicepremier Salvini e Tajani. Non si parlerà di Mes, almeno ufficialmente, come assicura anche il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti: “Anche se lo scopriremo solo vivendo”. L’altro convitato di pietra, oltre alle alleanze europee, sarà il limite del secondo mandato per gli amministratori locali (su cui oggi i ministri Tajani e Crosetto si sono detti molto distanti). Così come le elezioni regionali, con il presidente uscente della Sardegna Solinas che minaccia elezioni anticipate per bruciare le tappe e strappare la ricandidatura. Chissà se alla fine della tre giorni a Meloni sarà riuscita la pattinata natalizia sulle apprensioni del centrodestra.