Il racconto

Ad Atreju Musk fa il patriota. "Fate figli, non demonizziamo il petrolio, basta politicamente corretto"

Alessandro Luna

Mister Tesla sembra Lollobrigida. Intervistato da Porro parla di natalità, e va in controtendenza rispetto alla Cop28 e l'addio al fossile, attacca gli ambientalisti estremi

Musk sale sul palco con il figlio sulle spalle, mentre Nicola Porro gli indica dove sedere. Il suo non è un gesto a caso: l’intervento del proprietario di Tesla e X ad Atreju 2023 comincia con un discorso sulla natalità e sull’importanza di crescere le nuove generazioni. “L’Italia è un ottimo paese dove investire”, dice, ma “sono preoccupato dalla vostra natalità. Chi investe qui si chiede se ci saranno lavoratori. Sono a favore dell’espansione dell’umanità”, dice, “i dati sulla natalità mi deprimono”. Il rivale di Zuckerberg sembra aver deciso di non ignorare alcune di quelle contraddizioni che sono state sollevate e fatte notare dopo la notizia della sua partecipazione, come i figli nati con maternità surrogata e il tema delle auto elettriche, di cui questo governo non è esattamente il primo sponsor mondiale. E infatti Musk spiega che non è per il superamento totale del fossile, chiede di non “demonizzare petrolio e gas”, in controtendenza con quanto è stato deciso alla Cop28 di pochi giorni fa, e attacca gli ambientalisti più estremi. Su alcune cose è perfettamente in linea con le posizioni del partito che lo ospita in questa kermesse, soprattutto sull’immigrazione: “Non si può dipendere dai flussi migratori per superare il problema della natalità, non voglio vedere l’Italia e la Francia scomparire”, dice facendo probabilmente fischiare le orecchie al ministro Lollobrigida, che qualche mese fa aveva parlato di “sostituzione etnica” generando più di qualche polemica. E’ un Musk più cauto di quello che all’evento del New York Times di qualche settimana fa diceva “Fuck you” agli inserzionisti che minacciavano di abbandonare X, ex Twitter. Argomenti off limits sono invece quelli delle due principali guerre del momento, quella in Ucraina e quella in Israele, su cui Musk, rispetto a Meloni, ha posizioni meno atlantiste e, per quanto riguarda il primo conflitto, non estranee alla propaganda russa. Porro, con l’aria del professore che sa che ti sta facendo una domanda facile, gli chiede: “E che ne pensi della libertà di parola?”. E’ il La a un discorso di Musk contro il politicamente corretto e la cancel culture, tendenze pericolose che lo hanno spinto ad acquistare Twitter proprio per poter salvaguardare la libertà di parola. Quando Porro, soddisfatto, lo congeda, sul palco salgono prima che possa scappare Daniela Santanché, ministra del Turismo che gli stringe la mano, mentre la deputata di FdI Augusta Montaruli gli chiede un selfie. Chi era in platea ha avuto più occasioni per applaudirlo, soprattutto sulla cancel culture e il politicamente corretto, ma anche sull’intelligenza artificiale e sull’importanza di investire sull’innovazione. E infatti fa strano che il suo posto sul palco venga preso pochi minuti dopo dal presidente di Coldiretti Prandini, che è riuscito a strappare al governo il divieto di produzione di carne coltivata. Chissà cosa ne pensa su questo tema il patron di Tesla.

 

Ore 12: Cinque anni dopo la presenza ad Atreju di Steve Bannon, ora che Meloni è al governo la giornata internazionale della festa di Fratelli d’Italia è quella di Edi Rama e Rishi Sunak, premier di Albania e Inghilterra. Ma l’attesa è tutta per Elon Musk, propriteario di X, ex Twitter. Il primo a parlare è il co firmatario del patto sui Migranti Rama, che viene introdotto sul palco da una voce che avverte: “Non avremo molto tempo perché poi ci sarà un ospite speciale”. Ma questo non scoraggia il premier albanese dal prendersi la scena: difende il patto che gli è costato molte critiche, in Europa e in patria, dice a chi lo critica non avendo però fatto nulla sui migranti in passato di “stare zitto” e afferma che il ricorso dell’opposizione albanese all’accordo lo fa sorridere. “Non è incostituzionale”. Poi definisce il Papa il “più importante leader di sinistra” e, quando gli chiedono degli attacchi di Salvini a George Soros, risponde: “Non sento tutte le cose che si dicono, ma sono molto amico di Soros”. La sala si ghiaccia per un momento, ma alla fine è soddisfatta. Rama critica la sinistra italiana e ringrazia Meloni per aver capito che lui non era uno di quei “compagni” con cui non si può parlare e si complimenta con lei per essere riuscita a trasformare il sovranismo nazionale di FdI in un sovranismo europeo. Il carattere della giornata di oggi sarà anche questo: dare un’immagine della premier come leader europeo, se non globale, forte del recente riconoscimento di Forbes che l’ha inserita tra le donne più influenti del mondo. Domani torneranno sul palco Salvini e Tajani, si tornerà a dover affrontare gli affari interni, la gelosie e i litigi della classe dirigente ora al governo. Ma oggi si pensa all’Europa e al mondo.

Di più su questi argomenti: