L'arrivo a sorpresa
Altro che ministri, ad Atreju la notizia è Andrea Giambruno
La giornata procede sonnecchiosa: uno a uno sfilano i membri del governo. A mettere un po' di frizzantezza ci pensa Matteo Renzi, il vero imprevisto è l'ex compagno della premier
Sarà grandiosa, ma quanto è noiosa quest’Atreju di governo. Per fortuna c’è Andrea Giambruno, l’ex compagno della premier è l’ospite inatteso che scompagina le carte degli organizzatori. Giorno due, sotto Castel Sant’Angelo, un sole da tintarella filtra senza schermo attraverso il tetto trasparente della mega tensostruttura che ospita la grande sala Emanuela Loi. Le auto blu parcheggiano a fianco del castello. Roccella, Sangiuliano, Giorgetti, Calderone, Nordio, Valditara, Casellati, Mantovano, La Russa. Uno a uno sfilano ministri e potenti del governo Meloni. Intorno all’una, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano strilla: “Qui vogliono imporci la dittatura del politicamente corretto!”, subito dopo parte ‘Povera patria’ e la voce di Franco Battiato intona: “Tra i governanti quanti patetici e inutili buffoni…”. L’effetto è piuttosto straniante: la festa corsara degli eterni oppositori si è trasformata in party in doppiopetto, in autocelebrazione di governo, e, dunque, anche Battiato stona. Il ministro Giancarlo Giorgetti, relegato nella minore sala Mattei per lasciare il palco principale a Sangiuliano, prova a placare la fame di titoli dei cronisti. Il nuovo patto di stabilità? “Ci sono scarse possibilità di arrivare a un accordo all’Ecofin della prossima settimana, vogliamo ancora trattare”.
I giornalisti che moderano i talk stanno molto attenti: “Non sono militante, non sono qui a fare le lodi del governo”. Riecheggia l’affaire Corsini, nel senso di Paolo, direttore dell’Approfondimento della Rai che giovedì aveva parlato di FdI definendolo “il nostro partito”, scatenando un infinito nugolo di polemiche. Ora rischia la sanzione da parte dell’amministratore delegato Roberto Sergio. A mettere un po’ di frizzantezza, a inizio pomeriggio, ci pensa Matteo Renzi, chiamato a discutere con il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario Andrea Delmastro di riforma della giustizia. Nella sala Loi c’è per la prima volta il pienone. Il leader di Iv prima fa una captatio benevolentiae che gli vale uno scrosciante applauso della platea: “Sono stato chiamato a sostituire la collega Elly Schlein che non poteva venire”. Poi attacca FdI: “In questo primo anno non avete fatto niente, abbiate il coraggio di permettere al ministro Nordio di fare una riforma della giustizia vera”. E infine scudiscia senza pietà Delmastro, prima sull’informativa del Dap sul caso Cospito fornita ad al deputato di FdI Giovanni Donzelli: “Lo sanno tutti che Donzelli non tiene un cecio in bocca”, poi sulle mussoliniane “reni” da spezzare alle correnti della magistratura evocate negli scorsi giorni dal sottosegretario: “Ma chi te li scrive i discorsi?”. “C’è poco da fa questo è proprio bravo”, sussurra un militante di FdI, mentre Delmastro rosso in viso cerca di replicare a Renzi.
Ma proprio mentre la discussione si fa più appassionante, arriva il Mr X promesso da FdI. Elon Musk? Macchè: Andrea Giambruno. L’ex compagno di Giorgia Meloni sorprende anche gli organizzatori. Arrivato dall’ingresso principale scende le scale inseguito da cronisti e curiosi. Una collaboratrice della sorella della premier e responsabile del partito Arianna Meloni lo trascina via, lui saluta l’ex cognata con un baciamano, lei lo guarda sbigottita. Poi, viene condotto nel retropalco. Giambruno il prigioniero. “Lo teniamo chiuso qui fino alle 2 di notte”, scherza Giovanni Donzelli, uomo macchina del partito. Ma è appunto uno scherzo. Tempo mezz’ora e quello esce di nuovo, marcato stretto da Delmastro e da altri luogotenenti che temono che anche solo una virgola possa uscire dalla sua bocca. Labbra cucite, camicia sbottonata e sorriso smargiasso invece Giambruno travolge il segretario della Cisl Luigi Sbarra, abbraccia la deputata Augusta Montaruli, chiacchera all’orecchio con il presidente della commissione Lavoro di Montecitorio Walter Rizzetto. Poi, viene rinchiuso di nuovo nel retropalco. Dopo un po’ qualcuno lo convince ad andar via. Lui si avvia all’uscita. Ma cronisti e videomaker hanno ormai la bava alla bocca, lo rincorrono fino al Lungotevere. “Andrea, fra colleghi, almeno dicci perché sei venuto”. Niente da fare. Giambruno si concede solo ai selfie con i passanti. “Che sarà venuto a fare?”, è la domanda che circola insistente. La risposta non c’è ma gli organizzatori, evitato l’inciampo, guardano avanti: oggi arriva Elon Musk (Andrea Stroppa, informatico italiano che lavora con Musk su X promette: “Influencer, cantanti e vip la risposta è NO. Se volete incontrare Elon Musk potete ascoltarlo domani ad Atreju”). Con lui anche il premier inglese Rishi Sunak e il presidente albanese Edi Rama. Ad accoglierli ci sarà anche la premier Giorgia Meloni.
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