La riflessione
Indipendenza cercasi. Tra commissioni, authority e garanti
Tre idee semplici per una svolta vera (e di credibilità). Ci riuscirà il nostro Parlamento?
È passato un mese dalle critiche mosse alla Commissione di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali. In vista del futuro qualche riflessione può essere utile. In quell’occasione la Commissione ha adempiuto la funzione che l’ordinamento le attribuisce: richiamare le parti al rispetto delle regole, in modo da tutelare i diritti di tutti. Dato a Cesare quel che è di Cesare, va considerata la questione più generale dell’effettiva indipendenza delle autorità. È una questione importante, perché è generale, in questo come in altri campi, la tendenza dei parlamenti ad affidarsi ad autorità distinte dal potere esecutivo. La procedura di nomina è così configurata da più di trent’anni. Ma fino al 1994, i presidenti dei due rami del Parlamento erano espressione l’uno della maggioranza e l’altro del principale partito di opposizione; potevano, quindi, assicurare un maggiore equilibrio.
Bisogna escogitare, quindi, altri rimedi per garantire l’indipendenza delle autorità. Almeno tre potrebbero essere adottati a Costituzione invariata.
Il primo è la riconduzione del potere di nomina ai principi. Così, per esempio, per la Consob è richiesta una “indiscussa indipendenza”. Nominare una persona che fino al giorno prima ha ricoperto la carica di ministro non è coerente con la lettera e lo spirito della legge. Non lo è nemmeno nominare una persona che ha svolto incarichi direttivi in una società sottoposta alla vigilanza di un’autorità, come è accaduto qualche anno fa nel settore delle comunicazioni elettroniche.
Un secondo rimedio consiste nel sottoporre i candidati a un vaglio parlamentare. Esso è previsto sia per alcune autorità indipendenti, sia per l’Istat ( 2/3 dei componenti delle commissioni parlamentari). Si potrebbe stabilire una regola di questo tipo per altre autorità.
Infine, i non pochi critici dell’attribuzione di compiti ad autorità indipendenti hanno un’opportunità per assicurare che esse siano soggette alla sovranità del popolo quale si esprime attraverso le istituzioni parlamentari: si tratta di verificare se la loro condotta sia rispondente ai principi e agli orientamenti stabiliti. Ma ciò implica un impegno di lunga lena e analisi accurate. Vi riuscirà il nostro Parlamento?