L'intervista
“Non ci interessano federazioni e campi larghi”. Parla Gelmini
L'ex ministra e senatrice di Azione ha condiviso con le altre opposizioni un emendamento alla legge di Bilancio per finanziare i centri anti violenza: "Lavoriamo sui temi, non su alleanze elettorali". E su +Europa dice: "Abbiamo apprezzato le parole di Bonino ma sui temi etici ci sono delle differenze"
Maria Stella Gelmini è molto soddisfatta. Azione è riuscita a convincere Pd, M5s, Iv, Autonomie e gruppo Misto a condividere un emendamento alla legge di Bilancio che garantisce 40 milioni a centri antiviolenza, case rifugio per donne vittime di violenza e reddito di libertà . L’emendamento è stato approvato dalla commissione Bilancio di palazzo Madama nella notte tra domenica e lunedì. “Alle opposizioni – spiega l’ex ministra e portavoce del partito di Calenda – era stata data la disponibilità di 40 milioni: invece di disperderli in mille rivoli abbiamo deciso con gli altri gruppi di destinarli a un’unica alta causa, garantendo alla violenza di genere le risorse che mancavano e che affiancheranno e daranno sostanza ai diversi interventi normativi, dal codice rosso al disegno di legge Roccella”.
Insomma, le opposizioni possono lavorare bene insieme, urge un federatore? “Macché”, replica la senatrice. “Su certi argomenti, penso anche al salario minimo, si possono fare battaglie comuni, ma in generale è molto difficile unirsi con una sinistra che molto spesso dimostra di non essere riformista. Non mi pare ci siano le condizioni per condividere un percorso con il Pd e, soprattutto, con il M5s che dal nucleare al superbonus la pensa al nostro opposto”. E però Azione, dopo il divorzio con Italia viva, è rimasta sola anche in quello che doveva essere il Terzo polo, tutti i sondaggi la danno sotto il 4 per cento, la soglia di sbarramento con cui dovrà confrontarsi alle elezioni europee di giugno. “E’ già successo che i sondaggi ci sottostimassero: prima delle politiche ci davano al 2,1 e abbiamo preso l’8 per cento”, dice Gelmini. “In ogni caso un processo di allargamento già lo abbiamo fatto con Bonetti e Rosato che hanno costituito l’associazione Per, nei prossimi giorni al Senato presenteremo altre novità, inoltre abbiamo apprezzato le parole di Emma Bonino e + Europa sull’europeismo, così come condividiamo le parole di Mario Draghi che ha sferzato la Ue a essere più ambiziosa su unione fiscale e difesa comune”. E però +Europa chiede ad Azione di essere più chiara sui temi etici, dalla maternità surrogata all’eutanasia. “In Azione convivono sensibilità differenti, c’ è libertà di coscienza. Al netto degli scenari futuri Azione rivendica un metodo per scardinare un bipopulismo muscolare che non ha portato risultati”.
A proposito di populismo, il governo cosa farà con il Mes? “Sono convinta che lo dovranno ratificare perché la scelta di Meloni di provare a usarlo come uno strumento negoziale è perdente: essere gli unici a non averlo ratificato ci rende meno credibili. Giorgetti lo sa e credo che anche lei cominci a pensarlo”. Matteo Salvini però continua a ripetere che non è uno strumento utile. “C’è una campagna elettorale in corso che accentua la polarizzazione anche dentro le coalizioni, il Mes è una vicenda che racconta bene perché esiste Azione: abbiamo l’ambizione di costruire un’area autenticamente riformista che provi a fornire risposte senza eludere la complessità”.