il ballo dei federatori
Romano Prodi indica la via a Elly Schlein. Difficile porti a qualcosa di buono
La segretaria del Pd può essere la nuova federatrice, dice il padre nobile di una sinistra che da tempo non si sa più cosa sia. Una riedizione del mai dimenticato Ulivo? Auguriamoci di no
Nel nostro sgangherato sistema politico serviva un pizzico di sale per dare un sapore riconoscibile a quella sorta di miscela che diffonde nel paese solo confusione. Ed ecco il padre nobile di una sinistra che da tempo non si sa più cosa mai sia e cioè il mio coetaneo Romano Prodi. Con la solita voce misticamente ispirata Romano ha mandato il suo messaggio: la segretaria del Pd, Elly Schlein, può essere la nuova federatrice. Di cosa o di chi non è dato sapere anche se, visto il passato glorioso dei protagonisti, dovrebbe essere una riedizione del mai dimenticato Ulivo, simbolo cristiano di pace, amore e speranza. Nella sua versione laica, invece, l’Ulivo fu simbolo di confusione con un accrocchio che andava da Bertinotti a Mastella passando per numerose sigle prive di cultura e di visione e che ebbe tre anni di vita durante i quali furono svendute, in parte o totalmente, grandi eccellenze italiane nel settore del credito, delle telecomunicazioni, dell’acciaio, degli asset autostradali e del settore dell’energia e dell’alimentare e della moda.
Un disastro senza fine di un paese che dal 1994 a oggi (quasi trenta lunghi anni) ha una economia ferma con una crescita media annua di appena lo 0,8 per cento, una povertà raddoppiata, disuguaglianze reddituali crescenti sino a fare emergere un nuovo tipo di affanno, il cosiddetto lavoro povero, per non parlare dei 500 mila posti di lavoro perduti nel mezzogiorno dal 1992 al 2019 e infine il collasso del Servizio sanitario nazionale nella sua versione statale e in quella privato-pubblica (accreditata e privata).
Con questo passato il federatore del tempo, Romano Prodi, ha avuto il coraggio di invitare a ripetere l’esperimento in una sinistra che, come già detto, non sa più cosa sia e che in trenta anni ha fatto sponda al peggiore liberismo economico che ha preso il volto di quel capitalismo finanziario che già all’inizio del Novecento veniva individuato e criticato come elemento dirompente la coesione delle società nazionali (Rudolf Hilferding).
Forse questo rovinoso invito di Romano Prodi è figlio di una sciantosa ritrosia di Giuseppe Conte dinanzi all’invito quotidiano della Schlein e dei suoi pargoli di stare vicini vicini, sempre più vicini. Sembra quasi di rivedere una versione moderna e un po’ noiosa del vecchio invito malandrino cantato nei “cafe chantant” di Napoli o di Parigi al suono della divertente canzonetta “levati la cammesella”.
Meglio ridere che piangere anche perché sotto Natale il pianto va lasciato per chi soffre davvero nel corpo e nello spirito. Per quanti hanno la fortuna di star bene forse è meglio ridere perché se Atene piange Sparta non ride. Se la sinistra arieggia i vecchi “cafe chantant” la destra sembra divorata dal dubbio ballando, con l’intelligente movimentismo della Meloni, una sorta di tango tra l’attrazione verso Ursula von der Leyen e il richiamo della foresta cantato dall’ungherese Orbán e dallo spagnolo di Vox Santiago Abascal. Sì, il sorriso è d’obbligo dinanzi a questa confusione in cui ogni sera mamma Rai ci fa il dono di un effluvio di dichiarazioni papagallesche che vanno dalle banali ovvietà a quelle davvero ridicole ma tutte dette con fier cipiglio o con la fronte corrucciata come segnale di un pensiero che abortisce sul nascere.
È proprio vero, però, che spesso sorridendo ci si immalinconisce nel vedere lo stato del nostro sistema politico e raffrontandolo con quelli vigenti nelle altre democrazie europee tutte governate dalle vecchie famiglie politiche, dai socialisti ai popolari dai Verdi ai liberali. Da trent’anni abbiamo resettato ogni briciola di cultura politica e, senza offesa per nessuno, abbiamo affidato il governo del paese a figuranti della politica diventata anno dopo anno sempre più piccola e inconcludente. Ci sarà pure qualche responsabile di ciò che è accaduto solo nel nostro paese ma questa è un’altra storia di cui presto parleremo.