stop a renew italia
Su una cosa Renzi e Calenda la pensano uguale: ma quale lista unica alle europee!
I leader di Italia viva e Azione non sono d'accordo su (quasi) tutto. Ma condividono il non credere allo sbocco della lista unica: "Con Macron non ho mai parlato di questo", dice l'ex premier
La notizia è che almeno su una cosa Renzi e Calenda la pensano allo stesso modo: ma quale lista unica per le europee! L’idea di vedersi a cena a Bruxelles per parlare di “Renew Italia” ha avuto effetti diversi nei gruppi parlamentari di Italia viva e di Azione. Tra gli italovivi qualcuno ci spera da tempo, all’abbraccio pre-elettorale. Negli azionisti quasi nessuno lo reputa percorribile, altri una vera e propria disgrazia, potenzialmente. Eppure la strana ma vera convergenza è tra i due leader, Matteo Renzi e Carlo Calenda, i quali sono convinti che non se ne debba neppure parlare. Che sia un’ipotesi bislacca, messa così sul tavolo in questi giorni un po’ smorti di dibattito politico in cui il massimo che si riesce a cavare è la mancata ratifica del Mes e tutto il baillame che vi si scatena attorno. Calenda, che al “Leader summit” di Renew Europe a Bruxelles del prossimo 9 gennaio è stato invitato e si presenterà, come sempre ha fatto, parlando coi suoi ha derubricato la questione a fandonia: “La lista unica è una cosa che chiunque frequenti Bruxelles sa essere un falso. Ha senso solo per chi non è mai andato oltre il grande raccordo anulare”. E a chi gli ha opposto le parole del presidente del gruppo Séjourné, che nell’incontro dello scorso maggio a Roma era apparso aperturista verso un percorso unitario, ha fatto muro: “Ma non è vero che Séjourné, così come Macron, sono mai entrati nelle dinamiche interne ai gruppi nei diversi paesi”.
Chi frequenta i “leader summit” che si tengono nella capitale belga racconta di incontri per lo più formali. Insomma, non sono propriamente l’occasione per cercare di avvicinare i compagni di gruppo per ridisegnare progetti politici o immaginare nuovi partiti. E’ per questo che lo stesso Renzi ha fatto sapere che nell’occasione brussellese del 9 gennaio “non è previsto alcun incontro con Macron”. E poi comunque, ci ha tenuto a ribadire l’ex premier a chi in questi giorni gli chiedeva conto del rapporto con il capo dell’Eliseo, “con lui mi sento regolarmente per questioni di geopolitica, non per vicende puramente interne”. E’ per questo che anche il senatore di Rignano ha smentito di star lavorando a una lista unitaria in previsione delle elezioni europee. Non è questo il suo obiettivo da qui ai prossimi mesi.
Eppure era stato il vicepresidente di Renew Europe Nicola Danti, esponente di Italia viva al Parlamento europeo, a dire al Foglio che la previsione di una lista unitaria sarebbe servita perlopiù per questioni puramente tecniche, non politiche. “Perché se non si supera la soglia del 4 per cento si perdono tutti e tre gli eurodeputati”, aveva spiegato. Ma come ha fatto sapere Calenda in queste ore, Azione quasi sicuramente correrà insieme a +Europa, che fa già parte di Renew attraverso l’Alde. I sondaggi accreditano le due formazioni di una percentuale che oscilla tra il 2 e il 4 per cento. Unite, non dovrebbero avere problemi a superare l’asticella del 4 per cento. Anche Renzi resta confidente che quel risultato alla fine lo si possa raggiungere. Ma non ne parlerà con Macron, che sulla composizione del prossimo Parlamento europeo è interessato a un buon risultato complessivo di Renew Europe, questo senz’altro. Da li passano molti degli equilibri della prossima legislatura europea. Ma è molto lontano da essere quello che mette becco negli accordi tra partiti della famiglia centrista.
L'editoriale dell'elefantino