L'intervista
Gasparri avvisa Meloni: attenzione a stravincere alle Europee
La premier "potrebbe avere qualche problema da eccesso di successo negli equilibri della coalizione", dice il capogruppo dei senatori azzurri. Le sfide di Forza Italia per guadagnare voti
È passato per i berlusconiani il primo Natale senza Silvio Berlusconi, e sono passati anche i giorni agitati del Mes, meccanismo europeo di Stabilità non ratificato in Parlamento, con FdI e Lega contrari e FI astenuta. Gli azzurri si sono mostrati ottimisti: tutto tornerà a posto, guardiamo avanti. Guardando avanti, però, si incontra anche lo scoglio-miraggio, a seconda dei punti di vista, delle elezioni europee, con la premier Giorgia Meloni lanciata lungo una via che i sondaggi, i sostenitori e alcuni osservatori vedono come una marcia di trionfo preventiva. C’è anche un precedente, nel campo opposto, che risponde al nome di Matteo Renzi. E c’è un tema di pesi e contrappesi nella coalizione di governo. “È in un certo senso naturale prevedere un successo alle Europee per il leader di governo in carica che abbia già consensi alti”, dice da Forza Italia il capogruppo dei senatori azzurri Maurizio Gasparri, ex ministro e berlusconiano storico: “Ma ricordiamoci che alle Europee non si vota per il sindaco o per il presidente della Regione, è un altro tipo di voto. Tuttavia, paradossalmente, Meloni potrebbe avere qualche problema da eccesso di successo, per quanto riguarda gli equilibri della coalizione. Mi spiego: fino al 27, 28, 30 per cento non ci sarebbero scossoni, diverso è se Meloni sale ancora e gli alleati, noi compresi, scendono di molto. Certo, non si può dire a nessuno: frena la tua scalata. E proprio per questo noi, come Forza Italia, abbiamo davanti una sfida: guadagnare voti”.
C’è chi, come Salvini, la sfida la mette in pratica da mesi. “La cavalcata di Salvini”, dice Gasparri, “è una cavalcata su posizioni radicali – non per niente in Europa Salvini è vicino a Marine Le Pen e ai tedeschi di Adf. Ma la Lega, per quanto cerchi ora di sottolineare ruolo e identità, non è Le Pen o Adf: governa da tempo sui territori, è una forza con grande radicamento”. Il voto contro il Mes c’è stato, Forza Italia si è astenuta. “Il Mes è stato molto enfatizzato, è diventato un simbolo. Servivano alcune modifiche, questo abbiamo detto. Quanto a FdI e Lega, Meloni e Salvini hanno esigenze diverse: Meloni è al governo e non vuole scivolare verso toni radicali, e infatti come si è visto non si può dire che in Europa si sia comportata da anti-europeista, ma non può lasciare troppo spazio a un Salvini che ha urgenze opposte. Anche se, essendo vicepremier, il problema dovrebbe porselo anche lui”. Forza Italia, nota come partito europeista, non rischia di disorientare il suo elettorato, dopo l’astensione sul Mes? “Siamo sempre stati europeisti, sì”, dice Gasparri, “ma al tempo stesso non ci siamo mai appiattiti su slogan e formule. Sul Mes abbiamo posto un tema: attenzione a non svincolarlo troppo dal Parlamento europeo. Una critica del tutto europeista. Certo non si può andare alle elezioni per Strasburgo come al voto per l’elezione del sindaco di Velletri, con tutto il rispetto. L’europeismo si sviluppa in un quadro complesso”.
Gli elettori di centrodestra, dice Gasparri, scegliendo Forza Italia si troveranno di fronte a “una proposta articolata”: “Siamo per un europeismo operoso e attivo. Alcune direttive vanno riscritte, come quelle green su casa e automobile. E dobbiamo convincere le persone che l’Europa è una fortezza da difendere anche come utile strumento nella quotidianità — auto, bollette — e che, in un momento in cui, oltre alla Cina, cresce l’India, l’Europa è un baluardo dal punto di vista economico. Il solo richiamo ideale a Ventotene, insomma, rischia di non sfondare. Per questo mostreremo un’Europa che scende nel concreto”.