L'audizione
Giorgetti: "Non ho mai detto in nessuna sede che l'Italia avrebbe ratificato il Mes"
Il ministro dell'Economia è intervenuto alla Camera durante i lavori della commissione Bilancio per parlare della manovra e per rispondere alle domande dell'opposizione sulla mancata ratifica del fondo salva stati e del compromesso per il Patto di stabilità
"Non ho mai detto né in Parlamento, né in Unione Europea, né in altre sedi che l'Italia avrebbe ratificato il Mes. Ho letto cose assurde e false". Sono le parole del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, pronunciate in occasione del suo intervento in commissione Bilancio alla Camera, nell'ambito dell'esame della manovra. La sua presenza è stata richiesta dalle opposizioni, con lo scopo di chiarire i motivi dietro al voto contrario per la riforma del fondo salva stati e dell'approvazione del nuovo Patto di stabilità. Nonostante il ministro abbia assicurato che oggi "si sarebbe parlato solo di manovra", alla fine ampia parte del suo intervento è stata dedicata ai due temi economici.
"A Bruxelles ho sempre detto che larga parte del Parlamento, sia maggioranza sia opposizione, sarebbe stata contraria e l'esito sarebbe stato questo", ha detto il titolare di via XX settembre riferendosi alla mancata ratifica della riforma del meccanismo europeo di stabilità e i conseguenti screzi con i restanti 26 paesi europei. Sulle conseguenze del "no" italiano, il ministro assicura: "Il sistema bancario è solido, non ci saranno ripercussioni negative" per l'Italia. Questo perché "il Mes non è la soluzione né la causa del nostro problema", dal momento che il nostro principale problema è "l'alto debito pubblico, che deve essere messo sotto controllo", o, altrimenti, "il paese non ce la farà".
Giorgetti si è poi soffermato sul nuovo Patto di stabilità e sul compromesso raggiunto a Bruxelles la settimana scorsa. L'accordo raggiunto "è un compromesso. Verso il basso o l'alto? La valutazione la faremo tra qualche tempo", ha spiegato. "Nella valutazione obiettiva e onesta dobbiamo considerare che se non ci fosse stato nessun accordo, sarebbe entrato in vigore il vecchio Patto di stabilità e crescita. Rispetto a quello abbiamo fatto un passo avanti. Rispetto alla proposta della Commissione abbiamo fatto un passo indietro. Abbiamo introdotto, rispetto a un sistema già complicato, il caos totale", ha osservato il ministro. Che poi ha tenuto a precisare come "il 2024 non è toccato dalle nuove regole del Patto di stabilità", che invece "partiranno dal 2025".
Sul Superbonus, poi, il ministro ha spiegato che "il 70 per cento di detrazione per le ristrutturazioni visto da fuori dal Paese è tantissimo: dobbiamo uscire da questa allucinazione vissuta in questi anni per cui tutto ci sembra dovuto". Il riferimento è alle trattative in corso nel governo per cercare di trovare una soluzione di maggioranza sullo smantellamento del bonus edilizio. Forza Italia è al lavoro per tutelare i proprietari che hanno i cantieri ancora in essere e che, dal 2024, saranno costretti a sborsare di tasca propria le differenze date dal calo di detrazioni. Oggi, intorno alle 18, è previsto un preconsiglio dei Ministri dove si discuterà proprio di questo tema e del decreto milleproroghe.
Equilibri istituzionali