A sinistra
Schlein, eureka! Ha un'idea per le europee: la settimana corta
La segretaria del Pd nel 2024 ha bisogno di slogan più efficaci per affrontare la tornata elettorale delle europee. Punterà tutto sul lavoro
Salario minimo e settimana corta. Sono queste le idee di Elly Schlein per affrontare il nuovo anno. Dopo mesi di silenzi, di reazioni tardive e discorsi talvolta troppo verbosi alla segretaria urgono slogan efficaci. Il 2024 sarà decisivo. A giugno Schlein affronterà il primo serio appuntamento elettorale, le europee, per capire se la missione esplicita della sua segreteria – aprire il partito all’esterno – abbia seriamente sortito gli effetti sperati, a partire dal recupero dei voti che sognano tutti: quelli degli astenuti. A guardare gli ultimi sondaggi si direbbe di no. Il Pd è quasi per tutti gli istituti sotto la soglia psicologica del 20 per cento, tallonato a circa due punti percentuali di distanza dal M5s. E anche se dal Nazareno sminuiscono, “nel 2019 a gennaio davano la Lega al 15, poi ha preso il 34”, è evidente che servano soluzioni. La segretaria le vuole pescare dal tema che più la unisce (e dunque è più conteso) al leader del M5s Giuseppe Conte, il lavoro.
Mentre Giuseppe Conte si agita, attacca, presenzia, Schlein continua a mantenere un basso profilo, forse troppo. Il fu avvocato del popolo ha già individuato l’argomento per le elezioni di giugno. Lo “scellerato” accordo sul Patto di stabilità siglato dal governo “che costerà agli italiani 10-15 miliardi perché Meloni e Giorgetti hanno chinato il capo a Bruxelles”. Schlein invece sul Patto ha le mani legate. Al tavolo delle trattative c’era anche il commissario europeo Pd Paolo Gentiloni. Un ottimo esempio di come la segretaria sia imbrigliata in un partito in cui ogni dichiarazione rischia di generare un problema interno. A tutto questo si aggiunge l’ostinazione quasi folle con la quale continua a inseguire il campo largo e chissene importa se alle europee il voto è proporzionale e Conte ha un solo obiettivo: provare a superare il Pd per prendersi, di questo benedetto campo, la leadership.
Nel corso dell’intero 2023 la segretaria ha azzeccato una sola trovata elettorale, il salario minimo. Tutte le altre sfide si sono rivelate non proprio brillanti, almeno dal punto di vista della comunicazione, dai piani per il diritto all’abitare, alle contro politiche sull’immigrazione. Titoli generici e intempestivi, senza la sfrontatezza e la puntualità degli slogan. Ma dato che il salario minimo ha funzionato, da qui si ripartirà. Con la sponda del commissario europeo al Lavoro uscente Nicolas Schmit. Il lavoro sarà in generale il tema cruciale della campagna elettorale. Accanto al salario minimo ecco spuntare una novità (si fa per dire visto che era già stata annunciata l'anno scorso), una proposta di legge per la settimana corta. E’ dal lavoro – sono convinti i fedelissimi della segretaria – che è possibile recuperare consensi. Mentre la sola presenza di Schlein dovrebbe portare voti su diritti civili e transizione ecologica: “Perché è su quei temi che ha costruito la sua leadership, può persino non parlarne”. Intanto per arginare Conte senza attaccarlo Schlein cerca un riconoscimento “esterno”. E’ per questo che dopo il no al confronto ad Atreju, comprendendo l’errore, ha chiesto a Giorgia Meloni una sfida televisiva. Per adesso da Palazzo Chigi non è arrivata una risposta ufficiale, ma al Nazareno sperano, sembra proprio che la cosa si possa fare. Le principali ipotesi sono Sky Tg24 e “Porta a Porta”. Ma mentre Elly cerca Meloni, Conte la sua sfida con il presidente del Consiglio se l’è fatta da solo. Letteralmente. Con un video montaggio in cui finge di intervistare la premier sul Patto di stabilità ricevendo per risposta solo smorfie di vaghezza e imbarazzo (il video è stato realizzato utilizzando frame rubati da un’intervista di Meloni a Bruno Vespa).
Per la segretaria del Pd , in vista delle europee, c’è anche un’altra questione d’affrontare. Quella dei nomi. Da alcune settimane Schlein ha iniziato un corteggiamento educato all’economista Lucrezia Reichlin. C’è poi il caso Bonaccini. Il presidente della regione Emilia-Romagna se non ci sarà un cambiamento delle regole sul terzo mandato, vorrebbe candidarsi alle Europee. “Con Elly però, ancora non ho parlato”, ha detto due giorni fa . Un messaggio chiaro alla segretaria.